Il ritrovamento è avvenuto a San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco. Il piccolo potrebbe essere stato lasciato nella culla quando era già privo di vita
Il corpo senza vita di un neonato è stato ritrovato giovedì mattina nella culla termica della chiesa San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco, a Bari. Chi lo ha lasciato non avrebbe chiuso la porta della stanza che custodisce la culla e questo non avrebbe fatto scattare l'allarme. Don Antonio Ruccia, parroco della chiesa, ha detto all’Ansa di essere a Roma e non a Bari: “Ma il mio cellulare collegato alla culla non ha squillato". Il mancato allarme fa supporre anche che il piccolino sia stato sistemato all'interno della culla quando era già morto. Sull'accaduto indaga la polizia.
Le indagini
La tragica scoperta è stata fatta dai responsabili della struttura che hanno immediatamente allertato le autorità. Sul luogo del ritrovamento è intervenuta la squadra mobile della questura di Bari, che sta indagando sul caso sotto il coordinamento della procura. Al momento, non sono stati diffusi ulteriori dettagli sulle cause del decesso, ma sul posto è presente anche il medico legale, che avvierà gli accertamenti necessari per determinare le circostanze della morte del piccolo. Al vaglio degli investigatori ci sono i filmati delle telecamere della zona. Non si esclude che sul corpo del neonato possa essere disposta l'autopsia. Intanto è stata sottoposta a sequestro la culla termica in cui è stato trovato il corpo senza vita del neonato. Il provvedimento disposto dalla Procura consentirà di svolgere accertamenti sul corretto funzionamento del sistema di allarme collegato alla culla: se infatti un peso viene inserito al suo interno, in automatico scattano la ventilazione e la chiamata al cellulare del parroco, don Antonio Ruccia. Il sacerdote, che si trova a Roma, ha riferito di non aver ricevuto chiamate di allarme e che il suo telefonino non ha squillato.
Il racconto
"L'ho preso in braccio, vederlo in quella tutina a fantasia militare, immobile, mi ha fatto tanto dispiacere. Non ho avuto paura ma ho provato tanto, tanto dispiacere". Roberto Savarese, 56 anni di Bari, racconta così all'ANSA, cosa ha provato quando questa mattina intorno alle 9:30 ha trovato il corpo senza vita di un neonato lasciato nella culla termica vicino alla chiesa dedicata a San Giovanni Battista, nel rione Poggiofranco della città. Il piccolo "non ha più di un mese di vita e quando ho aperto quella porta mi ha colpito che fosse coperto da un cappuccio e che non si muovesse: ho capito subito cos'era successo", spiega l'uomo che da 33 anni è responsabile di una impresa funebre. "La sede dell'agenzia è proprio alle spalle della chiesa e io ricordo tutti i passi compiuti per realizzare la culla e il vano a sua protezione: è stata una cosa bellissima", racconta. Oggi, dopo aver sistemato un feretro all'interno della parrocchia mentre era in corso il funerale, stava riferendo del progetto che salva i neonati ai suoi collaboratori. "Uno di loro ne aveva sentito parlare ma non aveva mai visto la culla - dice - e così gliel'ho mostrata. Ho aperto il cancello prima e la porta dopo. Non riuscivo a credere ai miei occhi: c'era un neonato, un maschietto ed era morto. Era immobile, la carnagione chiara e nulla era accanto a lui: non un ciuccio, un biberon, un cambio, un biglietto. Ho chiamato il 118 e da lì sono scattati soccorsi e indagini". Secondo il 56enne, il bambino "ha trascorso nella culla termica le ultime 24-48 ore ma non comprendo come mai non abbia funzionato il sistema di riscaldamento né perché non sia scattato l'allarme che avrebbe dovuto segnalare la sua presenza". "Spero non lo abbiano lasciato già morto", aggiunge. Le indagini sono in corso e dovranno chiarire cosa è successo. "Non posso dimenticare la gioia provata ormai due anni fa, quando fu lasciata una bimba: era bellissima e sono felice abbia una famiglia. Oggi, invece, questo neonato senza vita fa tanta tristezza", conclude Savarese.