Si chiude il primo grado della vicenda giudiziaria che vede il vicepremier accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver negato lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola Open Arms nel 2019 (quando era a capo del Viminale). La difesa chiede l'assoluzione "perché il fatto non sussiste". Pronuncia attesa non prima delle 18
Si chiude oggi, 20 dicembre, il primo grado del processo che vede il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola Open Arms (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE) . Era l’agosto 2019 e il leader della Lega era ministro dell’Interno. I migranti rimasero in mare 19 giorni. La procura di Palermo chiede una pena detentiva di sei anni. Dopo brevi repliche della Procura e della difesa, i giudici si sono ritirati in camera di consiglio intorno alle 11:30. La sentenza è attesa non prima delle 18. Sul verdetto, secondo quanto trapela, non circola ottimismo all’interno della Lega. In molti temono una condanna, anche se più lieve di quella chiesta dai pubblici ministeri. La legale di Salvini, l’ex ministra della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, chiede l’assoluzione "perché il fatto non sussiste". Il ministro dei Trasporti è stato chiaro: anche in caso di decisione a lui sfavorevole ha detto che resterà al suo posto. Niente dimissioni o passi indietro (COSA RISCHIA). Anzi: "In caso di condanna ricorreremo in appello perché la riterrei una profonda ingiustizia e un danno non a me, ma al Paese", ha assicurato sui social. E ancora, prima di entrare nell'aula bunker del carcere Pagliarelli per l'udienza, oggi si è detto "assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto", perché ha "mantenuto le promesse fatte" e "contrastato l'immigrazione di massa".
La Lega fa scudo intorno a Salvini
In aula per supportare Salvini si sono presentati, tra gli altri, il ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, Claudio Durigon, vice segretario della Lega, e il parlamentare leghista Alessandro Morelli. Se alla fine si arrivasse effettivamente a una condanna, il Carroccio è pronto a scendere in strada per difendere il suo leader. Non sono previste mobilitazioni in Sicilia, ma l’allestimento di gazebo tra Roma e Milano.
La "solidarietà" di Meloni e l’attacco di Delmastro ai giudici
Anche la premier Giorgia Meloni prende le parti di Salvini: durante le comunicazioni al Senato precedenti al Consiglio europeo di questi giorni ha annunciato "la solidarietà di tutto il governo". Tutti in piedi, senatori e ministri. Rimanendo tra le file di Fratelli d’Italia, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro si mostra positivo e si dice "convinto" che la vicenda "terminerà con un'assoluzione". Non si risparmia poi un attacco ai giudici: "Ho sentito una requisitoria del pm e mi è sembrata un proclama da centro sociale più che una requisitoria".
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Il caso Open Arms: il braccio di ferro tra Salvini e la ong
Tutto inizia il 1°agosto 2019, quando la Open Arms soccorre circa 120 migranti in acque in zona libica. Poi chiede l’assegnazione di un porto sicuro sia all’Italia che a Malta. Salvini, a capo del Viminale, lo nega: inizia il braccio di ferro con il comandante della nave. Il 9 agosto gli avvocati della ong fanno ricorso al tribunale dei minori chiedendo lo sbarco dei migranti non ancora maggiorenni e presentano la prima denuncia. Poche ore dopo soccorrono un altro gruppo di persone su un legno in avaria. Si tratta di 39 migranti.
L’intervento dell’autorità giudiziaria
Il 12 agosto il tribunale di Palermo ordina di far sbarcare i minori. La nave intanto continua a navigare verso Lampedusa e non smette di chiedere a Malta e all'Italia di poter entrare in porto. Contro il muro di Roma, la ong ricorre al Tar del Lazio: alla vigilia di Ferragosto viene sospeso il divieto di ingresso. Poi la Open Arms presenta un esposto alla Procura di Agrigento sostenendo che, contrariamente alla decisione del giudice amministrativo, Salvini continua a negare l'ingresso. Il 20 agosto il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sale sulla nave. Sequestra l'imbarcazione superando lo stallo. A bordo, degli iniziali 164 soccorsi in acque Sar libiche, dopo i trasferimenti per motivi medici, sono rimasti in 88. La Procura di Agrigento avvia accertamenti.
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Dalle indagini al processo contro Salvini
Salvini viene iscritto nel registro degli indagati. Le ipotesi di reato: sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio, in concorso con il suo capo di Gabinetto Matteo Piantedosi. Per competenza le carte vengono trasmesse ai pm di Palermo - il capoluogo siciliano è sede del tribunale dei ministri - che formula l'imputazione per Salvini (archiviando allo stesso tempo per Piantedosi). Nel 2020 il Senato, a differenza di quanto succede per il caso della nave della Marina Diciotti, dà il via libera. Il 17 aprile 2021 il gup Lorenzo Jannelli dispone il rinvio a giudizio. Il 15 settembre 2021 comincia il processo: va avanti oltre tre anni, per 24 udienze. Tra i testimoni l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro degli esteri Giuseppe Di Maio e l'attuale ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Il 14 settembre la Procura chiede la condanna di Salvini per "l'intenzionale e consapevole spregio delle regole e diniego consapevole e volontario verso la libertà personale di 147 persone".