Dopo 11 mesi, a ridosso della data di commemorazione, arriva la chiusura delle indagini che di norma anticipa la richiesta di processo. Il portavoce di CasaPound: "Non faremo mai passi indietro, al di là di denunce, sentenze e condanne"
I Pm di Roma hanno chiuso le indagini in relazione al saluto romano effettuato il 7 gennaio scorso, da una trentina di partecipanti, alla commemorazione per Acca Larentia nel quartiere tuscolano a Roma. Nell'indagine, coordinata dal procuratore capo Francesco Lo Voi, si contesta la violazione di legge Mancino e Scelba. Le indagini del procedimento erano state affidate alla Digos della Questura di Roma e al Nucleo Informativo dei Carabinieri di Roma. I trenta, tutti di CasaPound, rischiano il processo.
La Suprema Corte
L'atto di chiusura delle indagini arriva alcuni mesi dopo la decisione della Cassazione, che è intervenuta sulla questione del saluto romano. In particolare, la Suprema Corte afferma che per valutare se il gesto implichi reato, vanno considerati il contesto ambientale, la valenza simbolica del luogo, l'immediata o meno connessione al periodo storico, il numero dei partecipanti, la ripetizione dei gesti idonea al pericolo di emulazione. I giudici inoltre sottolineano che il carattere commemorativo non implica automaticamente una neutralizzazione del reato.
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La reazione di CasaPound
Il portavoce di CasaPound, Luca Marsella al riguardo ha affermato: “Sono stati convocati in questi giorni da carabinieri e polizia di stato alcuni nostri militanti a cui è stato notificato un procedimento penale per la commemorazione di Acca Larenzia, tenutasi a Roma lo scorso 7 gennaio. Attendiamo di leggere gli atti, ma riteniamo assurdo e strumentale che tutto ciò accada dopo 11 mesi, a ridosso della data dell'appuntamento, che chiaramente si terrà anche quest'anno. Non possono essere né denunce, né condanne a impedirci di ricordare una strage che a distanza di 46 anni è ancora senza giustizia”. Continua Marsella: “Paradossale è poi, che la Procura continui ad accanirsi nonostante la sentenza della Cassazione che esclude ogni ipotesi di reato in casi come quello di Acca Larenzia e, sulla base della quale, gli imputati di diversi processi per i saluti romani, a partire dalle commemorazioni di Sergio Ramelli a Milano, sono recentemente stati assolti. Non vorremmo che gli ennesimi procedimenti penali a nostro carico e il relativo spreco di soldi pubblici, non si trasformino soltanto in un pretesto per sollevare l'ennesima polemica politica e mediatica attorno a un momento per noi sacro, solenne e di ricordo su cui esigiamo rispetto e su cui, soprattutto ribadiamo, non faremo mai passi indietro, al di là di denunce, sentenze e condanne”.