In giornata l’esame autoptico sul corpo del 19enne egiziano che nella notte tra il 23 e il 24 novembre si è schiantato con lo scooter, guidato da un amico, mentre era inseguito dai carabinieri. L'inchiesta sull’incidente vede indagato il 22enne tunisino che guidava il motorino e l’agente che era alla guida della macchina di servizio. Il decesso del giovane ha scatenato un’ondata di disordini nel quartiere milanese. “Da gennaio 600 agenti in più” promette Piantedosi. Per Sala "nessun effetto banlieue”
È fissata per oggi l'autopsia sul corpo di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano che nella notte tra il 23 e il 24 novembre a Milano si è schiantato con lo scooter, guidato da un amico, mentre era inseguito dai carabinieri. Si tratta di un atto importante nell'inchiesta sull’incidente, che vede indagato per omicidio stradale in concorso, a garanzia per gli accertamenti, anche il carabiniere che era alla guida della macchina di servizio, oltre al 22enne tunisino che guidava lo scooter. Quest'ultimo arrestato anche per resistenza (i due non si sono fermati ad un posto di blocco e sono stati inseguiti per 8 km). La morte di Ramy ha scatenato un’ondata di disordini nel quartiere milanese di Corvetto, periferia sud di Milano.
Il padre di Ramy: “Mio figlio si sentiva italiano, basta violenza”
"Ramy non ricordava più la lingua araba, parlava italiano, si sentiva italiano”, ha detto Yehia Elgaml, il padre del 19enne deceduto. Come già fatto all'indomani dei disordini scoppiati nel quartiere, l’uomo ha mandato "un messaggio a tutte le persone che hanno fatto queste brutte cose, questi disordini: io non voglio che accada come l'altro ieri, basta casino, basta violenza. Basta fermare le strade, basta, questo non è bene per Ramy". “Io voglio solo la verità, grazie ancora al sindaco di Milano Giuseppe Sala, mi ha chiamato e mi ha fatto le condoglianze". Yehia ha poi raccontato com'era il figlio: "Ramy era contento, sempre sorridente, rideva sempre. Era arrivato qui a 8 anni, domenica è uscito dicendo che andava con amici, gli ho detto vai e non fare tardi". Parlando all'Ansa il genitore ha aggiunto: "Nostro figlio Ramy verrà sepolto in Italia, a Milano, che era la sua città. Si sentiva milanese. Che senso avrebbe portarlo in Egitto, dove noi che siamo lontani non potremmo nemmeno andarlo a trovare?".
Piano per il Corvetto, a Milano in arrivo 600 agenti
A Milano entro gennaio arriveranno 600 uomini e donne delle forze dell'ordine. Seicento aggiuntivi rispetto al turnover e quindi non per sostituire chi va in pensione o viene trasferito. La decisione era stata presa "da tempo", ha sottolineato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, quindi prima delle proteste nel quartiere di Corvetto scoppiate dopo la morte di Ramy Elgaml, ma è stata annunciata ieri al termine del vertice che si è tenuto in prefettura sugli avvenimenti degli ultimi giorni. Delineato un piano simile a quello già avviato a San Siro: con un mix di controlli, sgomberi e progetti sociali rivolti in particolare ai giovani e agli stranieri.
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Le parole di Sala e Piantedosi
Uno dei punti su cui Sala e Piantedosi si sono trovati d'accordo è che le rivolte delle banlieue parigine sono un'altra cosa rispetto alle proteste milanesi anche se i "segnali" non vanno sottovalutati. Certo Milano ha problemi, con una popolazione con il 20% di stranieri, cioè il doppio della media italiana, e un 65% di reati commesso da stranieri ma, come ha sottolineato il capo del Viminale, "non è fuori controllo". "Non va bene parlare di banlieue ma non va bene neanche chiudere gli occhi e far finta che va tutto bene. Non mi spingo a dire che Milano è una città sicura e non ha problemi, ma non serve a nulla crocifiggerla. Ci vuole tanta, tanta attenzione. Dobbiamo lavorare" ha osservato Sala, e questo tenendo conto che l'immigrazione è un fatto storico e Milano "ne ha bisogno" altrimenti "chi manda avanti la città nei lavori che i nostri figli non vogliono più fare?".
Le indagini
Intanto è stato messo ai domiciliari il 21enne montenegrino arrestato per gli incidenti della notte fra il 25 e il 26 novembre mentre è stata organizzata una raccolta fondi per aiutare il carabiniere che guidava l'auto all'inseguimento dello scooter da cui è caduto Ramy. Per ricordare il giovane morto, sui social sta girando la convocazione per sabato sera di una fiaccolata al Corvetto.