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Inchiesta su furto banche dati, fra gli indagati Leonardo Maria Del Vecchio e Matteo Arpe

Cronaca
©Ansa

Rispondono di concorso nei presunti accessi abusivi. Secondo gli inquirenti, l'organizzazione formata da hacker, consulenti informatici e appartenenti a forze dell'ordine, avrebbe prelevato "migliaia" di informazioni riservate, tra cui dati sanitari, penali e fiscali dietro commissione di "clienti". Il procuratore nazionale antimafia Melillo: "Una vicenda allarmante". Il ministro Nordio: "Non siamo al sicuro"

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Sarebbero "migliaia" le informazioni prelevate dalle banche dati strategiche nazionali, stando alle indagini della Dda di Milano e della Dna che hanno portato a sei misure cautelari - tra cui i domiciliari per l'ex "superpoliziotto" Carmine Gallo - con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistema informatico. Tra gli indagati, che rispondono di concorso nei presunti accessi abusivi, ci sarebbero anche Leonardo Maria Del Vecchio e il finanziere Matteo Arpe. Uno dei presunti capi dell’associazione a delinquere, Nunzio Samuele Calamucci, ora arrestato, in un’intercettazione finita agli atti dice che "attraverso il sistema di dossieraggio illecito da lui congegnato" il "gruppo" sarebbe stato "in grado di tenere in mano il Paese", scrive il gip di Milano Fabrizio Filice nell'ordinanza di custodia cautelare. "Tutta Italia incul....", diceva Calamucci.

"Prelevati dati fiscali, sanitari e penali"

Secondo gli inquirenti, la presunta organizzazione - composta da hacker, consulenti informatici e appartenenti alle forze dell'ordine, con al centro pure intercettazioni abusive - avrebbe prelevato informazioni sensibili e segrete, anche di esponenti del mondo della politica, contenute nelle banche dati strategiche nazionali come lo Sdi, Serpico, e il sistema valutario legato alle cosiddette Sos di Bankitalia, per poi rivenderle su "commissione di clienti". I dati prelevati, stando agli inquirenti, sono informazioni su conti correnti, precedenti penali, dati fiscali, sanitari, evadendo su commissione e dietro compenso la richiesta dei "clienti", tra cui soprattutto grandi imprese, studi professionali e legali, interessati a condizionare le attività di loro concorrenti con questo "dossieraggio". Al centro dell'indagine, come emerso, c'è la società milanese Equalize di proprietà di Enrico Pazzali (indagato) e amministrata da Gallo (ai domiciliari). Gli indagati nell'inchiesta sono 60. La Procura aveva chiesto 16 misure cautelari per altrettante persone e il gip ha disposto i domiciliari per quattro e interdittive per due indagati, ossia sei misure in totale.

Scaroni tra gli spiati

Tra le persone "spiate", attraverso una raccolta di informazioni riservate da banche dati strategiche, figura Paolo Scaroni, ex ad di Eni e presidente del Milan. È quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare. Nel lungo elenco di nomi e di obiettivi dei presunti accessi abusivi ci sono anche il cantante Alex Britti, Ginevra Csillaghy Furstenberg, figlia di Virginia (anche lei "spiata"), la nipote di Gianni Agnelli, morta nel 2023. E ancora, tra gli altri, Giovanni Gorno Tempini, ex presidente di Fiera Milano e numero uno di Cassa Depositi e Prestiti. Anche Massimo Ponzellini, banchiere ex presidente di Bpm, tra gli obiettivi.

Pazzali chiese dati per "colpire" Letizia Moratti

L'ex poliziotto Carmine Gallo, spiega la Procura, avrebbe effettuato "accertamenti" anche su persone "vicine politicamente" a Letizia Moratti, quando era candidata alle Regionali lombarde del 2023. Lo avrebbe fatto su richiesta di Enrico Pazzali, che per i pm voleva "reperire qualche notizia" da banche dati "idonea a mettere in cattiva luce l'immagine di Letizia Moratti, favorendo così la candidatura di Attilio Fontana".

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Melillo (Antimafia): "Vicenda allarmante"

Come spiegato da Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia, questa indagine permette di "unire qualche puntino e comprendere meglio questo gigantesco mercato delle informazioni riservate" con "dimensione imprenditoriale" nella acquisizione delle informazioni riservate. Per Melillo emerge "un quadro molto allarmante, ma che esige grande prudenza nella valutazione. La mole di dati acquisiti dalle perquisizioni non solo in Italia, ma anche all'estero, rende evidente che questa indagine richiederà molto tempo per delineare i contorni della vicenda". Ha aggiunto che "è allarmante per la dimensione imprenditoriale dell'esercizio dell'attività abusiva di accesso clandestino alle informazioni riservate".

A Intesa Sanpaolo SpA logo above an entrance to an Intesa Sanpaolo bank branch in Brescia, Italy, on Tuesday Jan. 25, 2022. Intesa Sanpaolo will report earnings on Feb. 4. Photographer: Francesca Volpi/Bloomberg via Getty Images

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Nordio: "Non siamo al sicuro"

"Credo che non siamo al sicuro e non saremo al sicuro fino a quando la legge da una parte e la tecnologia a nostra disposizione non sarà riuscita ad allinearsi con la tecnologia a disposizione della criminalità", ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio a Casa Corriere in corso a Napoli, in merito all'inchiesta della Dda di Milano e della Dna. "In linea generale la tecnologia avanza sempre più in fretta rispetto alle leggi lo ha fatto in tutti i settori, a cominciare dalla bioetica. I male intenzionati sono sempre un po' più avanti rispetto agli Stati, sono riusciti ad hackerare anche il Cremlino. Noi dobbiamo attivare i nostri sforzi per allineare la normativa vigente, che stiamo già facendo, e lavorare di fantasia per prevedere, senza dover inseguire i male intenzionati", ha aggiunto. Sull'ipotesi di un complotto contro il governo, come ha denunciato la premier Giorgia Meloni, "guardando i risultati" delle ultime indagini sui presunti dossieraggi, "sono d'accordo con la presidente del Consiglio. C'è stato un dossieraggio mirato nei confronti di persone di alta caratura politica. L'intenzione era quella ma poi i risultati si sono rivelati controproducenti per chi" ha attivato quell'operazione, ha detto Nordio.

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