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Femminicidio Cecchettin, Turetta ammette premeditazione. In aula il papà di Giulia

Cronaca
©Ansa

L'assassino reo confesso della ragazza di Vigonovo è in tribunale davanti alla corte d’Assise di Venezia, per la seconda udienza del procedimento per l’omicidio avvenuto l’11 novembre 2023. Depositata una memoria. L'imputato: "Volevo rapirla e ucciderla". Già dal 7 ha iniziato a scrivere appunti su quello che stava progettando. "Ero confuso, io volevo stare ancora assieme a lei". Presente anche Gino Cecchettin, papà della vittima. Assente invece la sorella Elena: "Da 11 mesi ho incubi"

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Filippo Turetta ha ammesso la premeditazione nell'omicidio di Giulia Cecchettin. A Venezia si sta svolgendo oggi la seconda udienza del processo per il femminicidio. Nell’aula del tribunale, per la prima volta, c'è anche l'assassino reo confesso della ragazza di Vigonovo. Non era mai uscito dal carcere - è rinchiuso da quasi un anno a Verona - dopo l'arresto avvenuto in Germania il 19 novembre 2023. Scortato dalla polizia penitenziaria, è arrivato in aula vestito con pantaloni neri e una felpa grigia con cappuccio, in mano una cartellina con alcuni documenti. Ha esordito con risposte incerte, sguardo basso, con frasi brevi. È sembrato confuso e ha tenuto lontano lo sguardo dai banchi e dal pubblico. “Voglio raccontare tutto quello che è successo”, ha detto davanti alla corte d’Assise. Ha depositato uno scritto di circa 40 pagine, memorie per “mettere per iscritto le cose che mi venivano in mente, alcune cose non me la sentivo di descriverle sul momento”.

Turetta: "Ho pensato di rapire Giulia e di toglierle la vita"

"Ho pensato di rapirla, e anche di toglierle la vita, ero confuso, io volevo stare ancora assieme a lei". Così ha risposto Filippo Turetta alle prime domande del pm Andrea Petroni, in avvio di udienza. "Ero arrabbiato, era un bruttissimo periodo, volevo tornare assieme a lei e per quello ho ipotizzato questo piano per quella sera". Il pm gli ha quindi chiesto quando avesse iniziato a scrivere appunti su quello che stava progettando: "Ho iniziato a farlo il 7 novembre 2023, perchè ho cominciato a pensare, avevo tanti pensieri sbagliati". L'omicidio della studentessa avvenne tre giorni dopo, l'11 novembre. Turetta ha quindi spiegato di aver scritto la memoria depositata oggi al processo e le lettere precedenti "in più volte nel tempo, ricostruendo quanto era accaduto, per mettere ordine. Ho cominciato a febbraio-marzo, e ho proseguito tutta l'estate, fino a questi giorni. Prima ho scritto di getto, poi ho riletto e messo in ordine quelle parti che di getto non avrei potuto scrivere".

Turetta ammette la premeditazione: "Ho detto bugie"

Turetta ha ammesso in aula di aver detto "una serie di bugie" nel primo interrogatorio con il pm Andrea Petroni. Oggi, anche alla luce dei memoriali fatti avere alle parti, ha dunque ammesso di aver premeditato l'omicidio di Giulia Cecchettin così come gli viene contestato dalla procura. Turetta ha ammesso che da alcuni giorni precedenti il delitto aveva stilato la famosa "lista delle cose da fare", compreso prelevare contante con il bancomat, da gettare per far perdere le proprie tracce, così come aveva studiato in internet come evitare che la propria auto fosse individuata durante la fuga. Nel primo interrogatorio davanti agli inquirenti, Turetta aveva affermato che lo scotch era stato acquistato per "appendere manifesti", i coltelli perché "pensava di suicidarsi". Dalle ammissioni ora emerge la conferma delle tesi di accusa secondo cui lo scotch serviva per legare Giulia e che i coltelli erano stati messi in auto ben prima dell'11 novembre, giorno del delitto. Di fatto, è emerso che tutta la vicenda è supportata - come da indagine - da una serie di atti preparatori, alcuni dei quali non messi in atto all'ultimo momento, ad esempio l'acquisto di altro materiale.

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Turetta: "Comprai 2 coltelli per sentirmi più sicuro"

"Nella lista scrissi che avevo bisogno di due coltelli per avere più sicurezza". Tra lunghe pause e con fatica, Turetta ha risposto alle domande del pm sulla lista di oggetti che comprò prima del sequestro e dell'omicidio. "Perché ho comprato un badile? Non so, non mi ricordo tanto, potrebbe essere per occultare il corpo". E sempre sull'elenco, ha aggiunto: "Pensando al fatto che fosse un bruttissimo periodo, ho iniziato a scrivere questa lista per sfogarmi, questa cosa mi tranquillizzava. In un certo senso pensavo che le cose potessero cambiare".

Turetta non pronuncia mai il nome di Giulia in aula 

Filippo Turetta non hai mai pronunciato il nome di Giulia Cecchettin. Il pm Petroni cerca di formulare le domande in modo semplice e diretto, incalzando il giovane che, nonostante le memorie messe agli atti, balbetta, tentenna, risponde con dei "non ricordo" anche di fronte all'evidenza di immagini e oggetti, ogni tanto con voce strozzata. Durante una breve pausa, ha parlato Nicodemo Gentile, avvocato di parte civile per Elena Cecchettin, sorella di Giulia, dicendo che Turetta "ha punito Giulia perché non voleva tornare con lui. È un omicidio premeditato, dove un uomo senza empatia ha colpito". Poi Turetta ha pianto dicendo: "È difficile in questo momento. Volevo tornare assieme a lei, soffrivo molto e provavo risentimento verso di lei. Avevo rabbia perché soffrivo di questa cosa, e questo mi ha sconvolto. Volevo che il nostro destino fosse lo stesso per entrambi. In macchina abbiamo litigato perché volevo tornare insieme, così come avevo fatto nei giorni precedenti, anche in chat".

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C'è anche Gino Cecchettin

Anche Gino Cecchettin, il papà di Giulia, è presente in aula per l’udienza. Il padre della vittima aveva presenziato anche all'udienza di apertura del dibattimento e c'era incertezza sul fatto che potesse intervenire alle successive udienze. La giornata si preannuncia carica di tensione emotiva. Per la prima volta dopo l’assassinio, avvenuto l'11 novembre 2023, e la cattura di Turetta in Germania, il padre di Giulia può incrociare lo sguardo del giovane accusato dell'omicidio della figlia.

Elena Cecchettin non è in aula

Questa mattina Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ha spiegato con alcune storie su Instagram che oggi e il 28 ottobre non sarà presente in aula. “Non per disinteresse ma per prendermi cura di me stessa. Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi, il mio sonno è inesistente o irrequieto. La mia salute mentale e fisica ne hanno risentito. Ho perso il conto delle visite mediche che ho dovuto fare nell’ultimo anno. Seguirò a distanza anche tramite i miei legali, tuttavia non parteciperò. Sarebbe per me una fonte di stress enorme e dovrei rivivere nuovamente tutto quello che ho provato. Semplicemente non ne sono in grado”. Ieri invece aveva dedicato alla sorella alcune storie corredate da alcune fotografie inedite che le ritraggono insieme, in momenti diversi della loro vita. E il messaggio: "Piccolina, non sai quanto vorrei che mi dicessi che corri a casa ora. Mi manchi tanto".

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