Bologna, esplosione alla Toyota: giornata di sciopero dei metalmeccanici

Cronaca
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Questa mattina i lavoratori si sono ritrovati fuori dai cancelli della Toyota Material Handling, davanti allo stabilimento a Borgo Panigale: 8 ore di stop, senza presidi o cortei, per protesta dopo lo scoppio che mercoledì ha provocato la morte di due giovani lavoratori e il ferimento di altri 11. L’amministratore delegato Candiani: “Staremo vicini alle famiglie delle vittime”. Indagini proseguono: focus su scambiatore

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Braccia conserte per i metalmeccanici del bolognese, dopo l'esplosione che alla Toyota Material Handling di Borgo Panigale ha provocato la morte di due giovani lavoratori, Fabio Tosi, 34 anni e Lorenzo Cubello, 37, e il ferimento di altri 11, di cui uno ancora grave all'ospedale Maggiore di Bologna. Questa mattina tutti i lavoratori si sono ritrovati fuori dai cancelli della Toyota Material Handling, davanti allo stabilimento di via Persicetana Vecchia a Borgo Panigale, Bologna. Otto le ore di sciopero, senza presidi o cortei, come indetto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil per il comparto (mentre lo sciopero con il presidio è stato convocato da Usb). In base ai primi accertamenti coordinati dalla Procura, sembra che ad esplodere, danneggiando gravemente un capannone, sia stato lo 'scambiatore' di un sistema di condizionamento situato in un'area esterna. Intanto - mentre sono partite le autopsie sui corpi delle due vittime - il fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose (sono 11 gli operai rimasti feriti), affidato alla pm Francesca Rago, è ancora contro ignoti.

Sindacati: alta adesione sciopero

Nelle fabbriche metalmeccaniche bolognesi è stata alta l'adesione allo sciopero, dicono Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, riportando i dati di alcune delle maggiori aziende del territorio: 90% per Automobili Lamborghini produzione e Marelli Europe, 80% per Ducati Motor e Gaggia Apa, 90% per Guide Ducati, 95% per Bcube 95%, 85% per Ama, 90% per Emag, Ravaglioli e Marzocchi Pompe produzione. Oltre agli stabilimenti italiani, hanno scioperato anche gli stabilimenti Toyota di Svezia e Francia, in solidarietà dei colleghi morti e feriti. Ieri, ai rappresentanti dei lavoratori, la direzione Toyota ha comunicato la sospensione delle attività nello stabilimento.

Usb: "In Toyota la strage poteva essere ancora più grave"

Dopo il presidio, il sindacato Usb ha chiesto "che la magistratura faccia il prima possibile luce sull'accaduto", anche perché "in queste ore stanno emergendo particolari sull'esplosione che ci dicono che poteva essere una strage ancora più grave considerando che nelle immediate adiacenze si trova l'area fumatori che durante le pause è occupata da decine di persone". E ancora, in una nota il sindacato attacca: "Se anche nelle aziende considerate di 'eccellenza' del nostro territorio si verificano queste tragedie vuol dire che questo modello di sviluppo basato sull'iper produttività ha dichiarato guerra alle lavoratrici ed ai lavoratori e va contrastato con ogni mezzo".

Ad Toyota: “Staremo vicini alle famiglie delle vittime”

In mattinata, davanti ai cancelli dello stabilimento ha parlato anche Michele Candiani, ad di Toyota Material Handling: "Questi sono i giorni della commemorazioni di due ragazzi che non dovevano finire così. Ogni pensiero è per loro, per le due famiglie, questo è solo il momento del ricordo, l'azienda è vicina alle famiglie, continuerà ad esserlo praticamente. Collaboriamo con tutti gli organi investigativi, nella totale trasparenza e con il desiderio di comprendere quello che è successo". Una persona che si trovava nel capannone è stata salvata grazie alla squadra di primo intervento dell’azienda, ha aggiunto il dirigente: "Sono stati dei leoni, sono stati coraggiosi”. Poi, a proposito della decisione di chiudere lo stabilimento e mettere gli operai in cassa integrazione, ha aggiunto: "Noi vogliamo ripartire velocemente, ma dobbiamo lasciare il tempo a tutti gli organi investigativi di capire cosa è successo. Ci sarà tempo per capirlo".

esplosione toyota bologna

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Calderone: "Non abusare del dolore"

Su quanto successo è intervenuta di nuovo anche la ministra del Lavoro, Marina Calderone: "È ancora presto per capire che cosa è successo, se ci sono delle responsabilità. Io credo che noi abbiamo tutti quanti una responsabilità, quella di non abusare del dolore e soprattutto di fare ognuno il proprio dovere per fare in modo che eventi come questi non accadano più", ha detto intervenendo alla convention dei consulenti del lavoro a Bologna.

Il 29 ottobre incontro tra sindacati e vertici Toyota

Martedì prossimo 29 ottobre si terrà un incontro tra la dirigenza dello stabilimento bolognese di Toyota e i sindacati per discutere degli ammortizzatori sociali che verranno attivati in seguito alla decisione dell'azienda di fermare completamente le attività dopo l'incidente che mercoledì è costato la vita a due lavoratori. I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto all'azienda che integri la cassa integrazione ordinaria, portandola al 100% della retribuzione.

Le indagini

La Procura ha avviato nel frattempo gli accertamenti, che si concentrano su un apparecchio scambiatore nell'impianto di climatizzazione esterno al capannone dove è crollato un muro, in seguito all'esplosione. Un punto certo è che lo scoppio è stato esterno al luogo dove erano presenti i lavoratori. L'innesco sembrerebbe essere in un impianto di climatizzazione, in una zona dove si trova anche un deposito di materiale vario ad uso di aziende esterne che hanno un contratto di manutenzione con Toyota. Il focus è sullo scambiatore, un grosso apparecchio che a quanto pare serviva a regolare la temperatura ed era collegato all'impianto di condizionamento e riscaldamento. Gli accertamenti sono all'inizio e saranno disposte le autopsie, per ricostruire la direzione da cui si è propagata la micidiale onda d’urto.

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