Smantellata ad Ancona la “Chinese Underground Bank": utilizzava sportelli occulti per gestire e trasferire denaro riciclato. Emesse anche 9 misure cautelari
Frode fiscale internazionale da circa 116 milioni di euro, riciclaggio e sportelli abusivi. È così che operava ad Ancona una banca clandestina cinese, chiamata col nome fittizio “Chinese Underground Bank” e smantellata nella giornata di venerdì 25 ottobre.
Sequestro da 116 milioni e nove misure cautelari
Oltre ai sequestri economici, che si aggirano intorno ai 116 milioni di euro, sono state emesse nove misure cautelari da parte del comando provinciale della guardia di finanza. La Gdf ha operato su delega delle sedi di Milano e Bologna della Procura europea (Eppo), che si occupa – tra le altre cose – di indagare e perseguire truffe fiscali ai danni del bilancio dell’Unione europea.
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Gli sportelli falsi
Tra gli strumenti della Chinese Underground Bank rientrano degli sportelli bancari occulti, che venivano utilizzati per collezionare, stoccare e riconsegnare i soldi riciclati. Per lavorare sull’operazione, tra attività di indagine e ricognizione, sono stati coinvolti 250 finanzieri, 80 autovetture, un elicottero quattro unità cinofile e degli scanner che rilevano intercapedini.