Rozzano, gli amici di Manuel al funerale: "Un ragazzo speciale, buono e onesto"

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Alla chiesa evangelica Veritas di Rozzano si sono celebrate le esequie di Manuel Mastrapasqua, il 31enne ucciso da Daniele Rezza la notte tra il 10 e l'11 ottobre. Gli ex compagni e insegnanti di scuola lo hanno ricordato con una lettera, per poi far volare palloncini bianchi e azzurri in suo onore: "Come possiamo rassegnarci all'idea che tu non ci sia più?"

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“Non troviamo le parole per esprimere il dolore che affligge ognuno di noi”. L’ultimo saluto per Manuel Mastrapasqua, il magazziniere e cassiere 31enne ucciso a Rozzano da Daniele Rezza nella notte tra il 10 e l’11 ottobre, arriva dai suoi amici di sempre. Il funerale si è celebrato nel pomeriggio di lunedì 21 alla chiesa evangelica Veritas del paese milanese, dove i compagni e gli insegnanti delle elementari della vittima hanno deciso di ricordarlo con una lettera.

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“La verità è questa: tanti cervelli non riescono a mettere insieme qualche pensiero per dirti addio. Come possiamo rassegnarci all'idea che tu non ci sia più?", prosegue il messaggio letto da uno degli ex compagni di Manuel, accoltellato dal 19enne Rezza mentre rientrava a casa da lavoro. “Eri un ragazzo speciale, buono, onesto e molto riservato. Con la tua timida presenza, anche se inconsapevolmente ci hai aiutato a crescere. Solo ora, in questa tragica circostanza, abbiamo l'opportunità e il dovere di ringraziarti con tutto il cuore. Mi raccomando però, ogni tanto butta un occhio quaggiù per noi. Ti vogliamo bene Manuel. I tuoi compagni e i tuoi maestri delle elementari”.

Le esequie

Al termine della cerimonia delle esequie, i presenti hanno fatto volare dei palloncini bianchi e azzurri con cui era stato addobbato l’esterno della chiesa di Rozzano. È stato anche mostrato durante la celebrazione un video commemorativo per Manuel, con il brano Horizon dei Daft Punk in sottofondo. Il sindaco del paese, Gianni Ferretti, ha indotto il lutto cittadino per la giornata di oggi, 21 ottobre. Sospese anche tutte le attività pubbliche. 

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La confessione di Rezza

Le spiegazioni sulla morte di Manuel Mastrapasqua sono arrivate lo scorso 14 ottobre attraverso il racconto riferito dall’assassino al gip di Milano, Domenico Santoro. "Quando ho incrociato quell'uomo al buio, ho pensato di rapinarlo", ha raccontato Rezza, che dopo averlo ucciso gli ha rubato le cuffiette wireless. “Volevo prendergli tutto: soldi, cellulare, cose che potevo rivendere. Anche le cuffie le ho prese per rivenderle, ma non so quanto ci avrei fatto. Non mi sono accorto che il coltello fosse sporco di sangue. L'ho buttato perché mi è venuto d’istinto, era la prima volta che uscivo con un coltello”.

Il legale: "Un gesto occasionale"

Il gip Santoro ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Rezza, che resterà a San Vittore con le accuse di omicidio e rapina impropria aggravata. Nell’ordinanza di custodia cautelare, è stato scritto che “le modalità” dell’omicidio e lo “stile di vita” dell’assassino "denotano un quadro dimostrativo, allo stato, della insussistente capacità di autocontrollo". Il suo legale ha aggiunto che il 19enne aveva consumato alcolici nel pomeriggio dell’omicidio. “Non si era reso conto di averlo ucciso perché non l'ha visto cadere a terra e lo ha scoperto il mattino dopo. È stato un gesto occasionale. Non era uscito di casa con l'intento di compiere una rapina. Non ha fumato cannabis, anche se è un consumatore abituale".

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Il padre di Rezza: "Ho buttato le cuffie"

Dal padre di Daniele, Maurizio Rezza, sono arrivate ulteriori dettagli sulle ore e i giorni successivi all’assassinio. "Ho buttato le cuffie dove c’è l’Area 51 in via Lombardia in una pattumiera pubblica di colore verde”, ha spiegato agli inquirenti. Lo stesso figlio gli avrebbe riferito che "forse aveva tirato una pugnalata a un ragazzo, poi si è messo a ridere. Quando mi sono svegliato ho letto le cronache di Rozzano e dell'omicidio e ho iniziato a collegare con quello che mi aveva detto e non sapevo cosa dovessi fare. Vedevo mio figlio nervoso e gli ho chiesto se fosse stato lui, ha detto sì e poi no. Non capivo se scherzasse. Poi mi ha chiesto se lo accompagnavo alla stazione ferroviaria di Pieve Emanuele perché voleva andare via da qua e andare a trovare, non so se a Torino o Alessandria, un suo amico", ha concluso Maurizio Rezza.

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