Ruby Ter, la Cassazione ordina un nuovo processo

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La Cassazione ha messo in discussione la sentenza del Tribunale di Milano, che il 15 febbraio dell'anno scorso aveva assolto tutti gli imputati, ordinando un nuovo processo sulla vicenda delle "ex Olgettine". E' stato quindi disposto il processo di appello davanti ai giudici di Milano per 22 persone, con l'accusa di corruzione in atti giudiziari

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Nuovo processo per il caso Ruby Ter. La Cassazione ha messo in discussione la sentenza del Tribunale di Milano, che il 15 febbraio dell'anno scorso aveva assolto tutti gli imputati, ordinando un nuovo processo sulla vicenda delle "ex Olgettine". I giudici della sesta sezione penale della Cassazione, dopo due ore di camera di consiglio, hanno disposto il processo di appello davanti ai giudici di Milano per 22 persone, con l'accusa di corruzione in atti giudiziari. Tra queste, Barbara Guerra, Francesca Cipriani e le sorelle Concetta ed Elenora De Vivo. Si tratta delle posizioni nei confronti delle quali era arrivata, in primo grado, l'assoluzione nel febbraio del 2023 dal tribunale milanese. 

La decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha poi dichiarato prescritta l'accusa di falsa testimonianza per tutti, mentre è definitivamente caduta quella di riciclaggio per Luca Risso, all'epoca dei fatti fidanzato di El Mahrough, per il quale è stato dichiarato inammissibile il ricorso. L'assoluzione in primo grado arrivò per una questione giuridica: le ragazze furono sentite nei due processi milanesi sul caso Ruby, più di dieci anni fa, come semplici testimoni e non come già indagate. Quel giorno venne assolto anche Silvio Berlusconi, morto il 12 giugno dello scorso anno, con la formula "perché il fatto non sussiste".

Il nuovo processo

Nel processo approdato all'attenzione dei Supremi giudici dopo il ricorso presentato dalla Procura di Milano, che aveva saltato l'appello, il rappresentate dell'accusa nel giugno scorso aveva chiesto l'annullamento delle assoluzioni e un nuovo processo per l'accusa prevista all'articolo 319 del codice penale. Nel motivare la richiesta, il procuratore generale Roberto Aniello aveva spiegato che, seppure l'audizione delle imputate in qualità di testimoni sia stata "illegittima, in quanto esse erano raggiunte da indizi di reato, ciò non incide sulla sussistenza del reato di corruzione in atti giudiziari, che rimane configurabile in quanto le funzioni di pubblico ufficiale sono state concretamente esercitate", ha detto Aniello. Queste "conclusioni valgono anche per gli imputati Luca Giuliante, al quale è contestato il reato di corruzione attiva quale intermediario e concorrente di Berlusconi". 

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Marysthell Polanco: “Ora il processo è mio”

Sulla decisione della Cassazione è intervenuta Marysthell Polanco, una delle ex showgirl coinvolte nel procedimento. "Non è ancora finita… Berlusconi è morto, ma adesso il processo è mio. Pensavo non andasse così, lui è assolto e io rischio di essere condannata. Com'è possibile?", ha detto Polanco. Il suo difensore, l'avvocato Paolo Cassamagnaghi, si dice "desideroso" di "leggere le motivazioni" di questa sentenza. "A oltre tredici anni dai fatti si ricomincia: senza alcuni pezzi, perché sono prescritti, e senza il presunto corruttore Berlusconi che è morto dopo essere stato assolto e l'assoluzione per lui è definitiva", ha dichiarato il legale.

Procura Milano: “Soddisfatti della Cassazione, fiduciosi sull'esito del nuovo processo”

Il procuratore generale Aniello ha poi menzionato una serie di sentenze della Cassazione secondo le quali - a suo dire - si è sempre ritenuto che la qualifica di testimone e "dunque di pubblico ufficiale, si acquisisce nel momento in cui il giudice dispone l'ammissione della testimonianza; qualora via sia stata una preventiva autorizzazione alla citazione, questa anticipa l'assunzione della qualità di testimone". In questo caso, ciò è avvenuto "il 23 novembre del 2011, data dell'ordinanza di ammissione delle prove nel processo Ruby uno". La decisione della Cassazione è stata accolta con soddisfazione dai pm di Milano. "Siamo soddisfatti della conferma così autorevole della correttezza della nostra interpretazione giuridica, così come siamo fiduciosi, con tali presupposti, sull'esito del nuovo processo che verrà celebrato", ha detto la procuratrice aggiunta di Milano Tiziana Siciliano, che con il pm Luca Gaglio ha coordinato le indagini. 

Legali Berlusconi: "Stupiti dalla Cassazione"

"La decisione della Corte di cassazione di oggi sul cosiddetto Ruby Ter" di disporre il processo d'appello "ci sorprende e ci stupisce": così hanno sottolineato i legali di Silvio Berluscini Federico Cecconi e di Giorgio Perroni, convinti però che "sarà confermata la verità dei fatti: e cioè che non esistono testimoni corrotti". Poi hanno aggiunto: "Confidavamo nella conferma della sentenza di primo grado del febbraio 2023, un'assoluzione piena, 'perché il fatto non sussiste', che a nostro avviso era perfettamente motivata e priva di vizi". Siamo comunque certi - hanno assicurato gli avvocati - che nel procedimento che adesso si aprirà presso la Corte d'appello di Milano sarà confermata la verità dei fatti: e cioè che non esistono testimoni corrotti".

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