Il bancario che spiava i conti di Meloni (e non solo), la storia dall’inizio: cosa si sa

Cronaca
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Introduzione

Il dipendente del gruppo Intesa San Paolo - licenziato ad agosto - lavorava nella filiale di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani). Da lì, fra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024, ha effettuato un totale di 6.637 accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti fra cui anche la presidente del Consiglio, sua sorella Arianna, alcuni ministri e presidenti di Regione e il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo.

 

L’uomo è indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato: ufficiali di polizia giudiziaria incaricati dalla Procura di Bari gli hanno perquisito la casa e sequestrato smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici. Ai pm ha detto di aver agito da solo, per curiosità, ma secondo il decreto di perquisizione del 10 ottobre l'ormai ex impiegato agiva "verosimilmente in concorso e previo concerto con persona/e da identificare" ritenuti "mandante/i degli accessi abusivi".

Quello che devi sapere

Spiati oltre 3mila correntisti

  • Una spy story o la semplice curiosità di un dipendente bancario? È questa la domanda - per ora senza una risposta certa - che aleggia sulla vicenda dell’ex lavoratore del gruppo Intesa San Paolo che in 26 mesi ha spiato i conti correnti di oltre 3mila clienti, compresi quelli della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di altri politici e di personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. L’uomo è ora indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato e ieri ufficiali di polizia giudiziaria incaricati dalla Procura di Bari gli hanno perquisito la casa e sequestrato smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici. Ecco cosa sappiamo finora dell’inchiesta rivelata dal quotidiano Domani

Per approfondire:

Bari, perquisizioni a casa del bancario che spiava i conti di Arianna e Giorgia Meloni

I primi accessi nel 2022

  • Tutto inizia il 21 febbraio 2022 nella filiale di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), dove l’uomo lavora e, per qualche motivo, decide di iniziare a ispezionare i conti correnti di migliaia di persone. Un’attività che va avanti fino al 24 aprile 2024, quando ormai - ha riferito la Procura di Bari - il 52enne ha effettuato un totale di 6.637 accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti di 679 filiali del gruppo bancario Intesa Sanpaolo

Le verifiche interne e la denuncia

  • Ma chi si è accorto di quanto stava accadendo? L'indagine è partita quasi per caso, grazie al lavoro della sicurezza della banca che ha rilevato alcuni accessi anomali al conto di un cliente, un imprenditore di Bitonto. "Il comportamento del dipendente non in linea con le procedure interne e la normativa di settore è emerso - spiega l’istituto- nel corso delle ordinarie attività di controllo". A quel punto il correntista ha sporto denuncia. Tuttavia fonti della Procura di Bari sostengono che Intesa Sanpaolo non avrebbe comunicato tempestivamente agli inquirenti i dati degli accessi abusivi: la comunicazione della banca sarebbe arrivata solo dopo l'acquisizione degli atti

Il licenziamento e le parole del bancario

  • Dopo l’apertura di un procedimento disciplinare, l’uomo è stato licenziato lo scorso 8 agosto e nei suoi confronti è stato avviato un procedimento penale. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, davanti ai pm avrebbe detto di aver agito solo per curiosità, senza alcun complice, di non aver mai scaricato alcun documento e di essere "un maniaco del controllo". Secondo il decreto di perquisizione del 10 ottobre, però, l'ormai ex impiegato agiva "verosimilmente in concorso e previo concerto con persona/e da identificare" ritenuti "mandante/i degli accessi abusivi al sistema informatico del Gruppo Intesa San Paolo e destinataria/e delle informazioni acquisite". Per questo entrambi i reati contestati - accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato - vengono contestati in concorso con una persona da identificare

Chi è stato spiato

  • Il bancario nei 26 mesi di accessi illegali ha consultato i dati di molti personaggi del mondo politico, dello spettacolo e dello sport. Tra questi, oltre alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche suoi familiari  come la sorella Arianna - capo della segreteria politica di FdI - e l'ex compagno Andrea Giambruno. Poi i ministri della Difesa Guido Crosetto, degli Affari europei Raffaele Fitto e del Turismo Daniela Santanché, oltre ai governatori della Puglia Michele Emiliano e del Veneto Luca Zaia. E ancora il procuratore della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, il procuratore di Trani, Renato Nitti, e ufficiali dell'Arma e della Guardia di Finanza

Le prossime tappe

  • Adesso, oltre alla magistratura, della vicenda si occuperà anche il Garante per la privacy, dove pende una denuncia della banca. Sul fronte delle indagini è ancora presto per dire con certezza che ci sia stata un'attività di dossieraggio: i magistrati stanno cercando di capire - con perquisizioni, acquisizioni di documenti e file e con l'ascolto di testimoni - il perché di questi accessi illegali. Semplice voglia di voyeurismo? Forse, ma la mole degli accessi è enorme e, a differenza di quanto accaduto per l'indagine di Perugia, non si tratta di segnalazioni di operazioni sospette della Uif o di dati di inchieste giudiziarie, ma di informazioni private e delicate

Le reazioni

  • "Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano", ha scritto su X Giorgia Meloni allegando una foto che la ritrae con sua sorella Arianna e il titolo della pagina on line del quotidiano Il Giornale sulla vicenda. "Le domande legittime sono molte - ha detto il ministro della Difesa Crosetto - Quanti dossier hanno costruito in questi anni? Quanti sono quelli che non conosciamo ancora? E poi: perché, su richiesta di chi, con che finalità?". "pensare che ci sia una persona, da quel che ho capito, che fa seimila accessi vuol dire che i sistemi di controllo permettono di farli, in generale. "Penso che sarebbe utile per noi correntisti essere loggati in maniera tale che in ogni momento nel quale qualcuno entra nella tua posizione vieni avvisato, con il nome e cognome di chi entra, magari anche con le motivazioni. Son sicuro che ripulirebbero subito questi questi furboni che entrano nei conti correnti per guardare - ha detto Zaia - Speriamo che poi non si riveli che questa attività fosse tutt'altro che dettata dalla follia, ma non fosse magari alimentata da qualcuno che aveva bisogno di fare dossier o altro"

Per approfondire:

Bancario spiava i conti di Meloni e altri politici. La premier: “Dossieraggio quotidiano”