Un anno da omicidio di Pierina Paganelli, l'unico indagato è Louis Dassilva: cosa sappiamo

Cronaca

Introduzione

La notte del 3 ottobre scorso la donna era stata uccisa con 29 coltellate nel garage di casa. Per l’omicidio l’unico indagato è, Louis Dassilva, il 34enne senegalese, vicino di casa della vittima, arrestato il 16 luglio e trasferito nel carcere di Rimini. A scoprire il corpo senza vita di Pierina Paganelli nel garage del comprensorio di via del Ciclamino era stata il mattino del 4 ottobre alle 8.30 la nuora della vittima, Manuela Bianchi, che aveva subito allertato i soccorsi. Arrivati sul posto i sanitari non avevano potuto far altro che constatare la morte della 78enne

Quello che devi sapere

L'autopsia

  • Secondo il referto dell'autopsia, all'anziana donna sono state inferte 29 coltellate. Dopo mesi di indagini, a luglio è stato iscritto nel registro degli indagati Louis Dassilva, il 34enne senegalese, vicino di casa della vittima.
  • La Procura di Rimini ritiene che il movente sia il timore che Paganelli scoprisse la relazione tra lui e la nuora, Manuela Bianchi, moglie di suo figlio, Giuliano Saponi. "La relazione - scrive la Procura - è stata ricostruita nelle indagini, anche grazie a plurime intercettazioni, sia per la fase antecedente l'omicidio che per quella successiva".

Per approfondireCaso Pierina Paganelli, arrestato il vicino di casa Louis Dassilva

Le aggravanti

  • Nel disporne l'arresto per omicidio volontario pluriaggravato, il Gip ha ritenuto la sussistenza delle tre aggravanti contestate, ritenendo che Dassilva abbia commesso il fatto per futili motivi, agito con crudeltà nei confronti della vittima e per avere approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa.

Per approfondire: Omicidio Pierina Paganelli, indagato vicino di casa

Le immagini

  • A portare alla svolta nelle indagini c’è il video di una telecamera di via Ciclamino che, alle 22,17, aveva ritratto un soggetto di carnagione scura ripreso di spalle mentre camminava in direzione del portone del civico 31 e l'unico abitante di colore nel condominio 31 (come in quelli limitrofi) era proprio l'indagato, mettendo in discussione la versione di Dassilva che aveva sempre sostenuto di essere rimasto a casa dalle 20 del 3 ottobre sino alle 8 del mattino successivo.

L'accusa

  • Il 16 luglio Dassilva è stato arrestato e trasferito nel carcere di Rimini. L'11 settembre il tribunale del Riesame di Bologna ha deciso di confermare la misura cautelare in carcere.
  • "Non voglio un presunto colpevole voglio il presunto colpevole. Le testimonianze si portano nelle aule di Tribunale non in televisione". Lo ha detto il Gip di Rimini, Vinicio Cantarini durante l'udienza per la nomina del perito che dovrà esaminare i dispositivi elettronici sequestrati al 34enne accusato dell'assassinio di Pierina Paganelli.

Per approfondire: Omicidio Pierina Paganelli a Rimini, registrata la voce del killer

Le indagini

  • Il Gip ha nominato come perito del Tribunale, l'ingegnere Giuseppe Ferraro e ha stabilito che gli accertamenti sui cellulari per quanto riguardano gli spostamenti, contapassi compreso quindi, saranno effettuati solo a cavallo del delitto, per la sera del 3 ottobre 2023.
  • Mentre dal primo maggio 2023 saranno esaminate le chat e i contatti dell'indagato, con particolare attenzione ai messaggi tra Dassilva e la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, con la quale aveva una relazione extraconiugale.

I dispositivi informatici

  • La Procura aveva chiesto che l'esame sui dispositivi informatici partisse dal 1 maggio, compreso gli spostamenti.
  • Di fatto in udienza, il gip Cantarini ha messo alle corde tutte le parti del procedimento, la pubblica accusa e le difese dell'imputato, perché ha sostenuto il giudice riferendosi in particolare alle uscite televisive dei consulenti, le testimonianze si portano in aula e "i dubbi vanno risolti ora con incidente probatorio".

Le prove

  • In particolare Cantarini è stato molto diretto riferendosi al video di "cam 3" della farmacia di via del Ciclamini, prova fondamentale per la Procura, contestata invece dalla difesa. Per il pm Daniele Paci e gli investigatori della squadra mobile, "cam3" inquadrerebbe Dassilva tornare in via del Ciclamino dopo aver gettato via l'arma del delitto.
  • Per la difesa invece l'uomo inquadrato sarebbe un condomino di via del Ciclamino. Lo stesso uomo, inoltre in tv avrebbe detto sì di riconoscersi nel video mentre interrogato dalla polizia ha detto di no. Proprio questo "dubbio" per il gip Cantarini va sciolto ora.
  • Come giudice terzo, garanzia di legalità nel procedimento, ha quindi invitato le parti a procedere con un duplice esperimento giudiziario; uno col condomino che dice di essersi riconosciuto e poi ha ritrattato, e un altro, se accetta, con lo stesso Dassilva.

I legali

  • Entrambi gli uomini dovrebbero prestarsi a ripassare, di sera, davanti a "cam3" per provare in via scientifica l'identità del soggetto inquadrato la sera dell'omicidio. Gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi che difendono il senegalese si sono riservati la decisione.
  • L'udienza quindi si è conclusa con la nomina da parte della procura del perito, Alessandro Perri. La difesa di Dassilva ha quindi nominato il consulente informatico Luigi Nicotera e il criminalista Davide Barzan che segue nuora Manuela Bianchi e il fratello Loris, ha nominato il professor Sandro Ferdinando Salvati di Modena. Gli avvocati Monica e Marco Lunedei che difendono i tre figli di Pierina si sono riservati.

La figlia di Pierina Paganelli

  • "Voglio che la persona che ha tolto la luce dagli occhi di mia madre ne risponda alla Giustizia. Ha agito come un vigliacco aggredendo al buio una donna anziana che non ha potuto difendersi". Sono state le dichiarazioni di Chiara Saponi, la figlia di Pierina Paganelli, dopo mesi di composto silenzio, in cui insieme ai fratelli Giuliano e Giacomo, ha affrontato il lutto per la perdita della madre.

Il movente

  • In carcere come unico indagato Louis Dassilva, legato alla nuora di Pierina, Manuela Bianchi, un legame che secondo gli investigatori della squadra mobile e il pm Daniele Paci sarebbe alla base del movente e avrebbe armato la mano del killer spinto a voler eliminare la suocera che aveva scoperto tutto.