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Arrestati capi ultras di Inter e Milan: "Infiltrazioni criminali". Piantedosi: preoccupato

Cronaca
©Ansa

Decine le misure cautelari e le perquisizioni nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni e altri gravi reati. Gli indagati sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie delle due squadre milanesi e i reati connessi al giro d'affari legato al calcio: fra loro anche Manfredi Palmeri, consigliere regionale lombardo eletto con la lista di Letizia Moratti

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Maxi blitz della Polizia e della Guardia di Finanza, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano, contro le tifoserie ultras di Inter e Milan. Sono decine le misure cautelari e i decreti di perquisizione nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere con l'aggravante mafiosa, estorsione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa e resistenza a pubblico ufficiale. Sono complessivamente una quarantina gli indagati: tra di loro non vi sono dipendenti o dirigenti delle società che, come spiegato dal procuratore di Milano Marcello Viola, risultano "persone offese". Tra i presunti traffici nel mondo delle curve, su cui la Procura di Milano stava indagando da tempo c'è anche la gestione degli affari dell'indotto dello stadio di San Siro, dai parcheggi alla vendita di gadget e panini, fino a quello dei biglietti per le partite. Tra gli indagati anche Manfredi Palmeri, consigliere regionale lombardo eletto con la lista di Letizia Moratti e consigliere comunale a Milano in una lista di centrodestra: è accusato di corruzione tra privati in una tranche per i suoi rapporti con un imprenditore interessato, si legge nell'ordinanza del gip, a "garantirsi l'aggiudicazione dell'appalto" per i parcheggi dello stadio di San Siro. "Adesso io a Manfred comunque gli ho comprato già il quadro è!! Sono 10.000 di quadro!!", diceva Gherardo Zaccagni, "gestore" di parcheggi e finito ai domiciliari per altre imputazioni. Si è già attivata anche la giustizia sportiva: il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, sta infatti chiedendo in queste ore - apprende l'Ansa - ai pm della Procura della Repubblica di Milano l'ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto. L'intento é verificare eventuali condotte "rilevanti" per l'ordinamento sportivo, da parte delle due società o di loro tesserati. "Ci ha detto la società che c'è un'indagine in corso e quindi non dire niente sull'accaduto", ha dichiarato il tecnico dell'Inter Simone Inzaghi durante la conferenza stampa alla vigilia della gara di Champions League contro la Stella Rossa.
Nessun commento ufficiale, ma totale disponibilità a collaborare con gli inquirenti per qualsiasi informazione e richiesta. È questa la posizione che filtra dall'Inter.

Gli ultras coinvolti

Diciannove le misure cautelari, 16 in carcere e tre ai domiciliari. Tra gli ultras coinvolti nel maxi blitz ci sono, tra gli altri, uno dei capi ultrà interisti, Marco Ferdico, legato ad Antonio Bellocco, lo 'ndranghetista ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta, anche lui al vertice della curva nerazzurra e in carcere per omicidio. E poi Luca Lucci, capo degli ultras milanisti, già condannato per droga e noto perché si fece fotografare nel 2018 con l'allora vicepremier Matteo Salvini alla festa per i 50 anni della Curva Sud. Poi Christian Rosiello, vicino al cantante Fedez. E ancora: Gianfranco Ferdico, padre di Marco, Mauro Nepi, anche lui della curva interista, Islam Hagag della curva milanista e vicino a Christian Rosiello, Francesco Lucci, fratello del capo ultrà milanista Luca, Alessandro Sticco, anche lui ultrà rossonero. E poi ancora Rosario Calabria, Antonio Trimboli, Nino Ciccarelli - storico capo ultrà interista - Domenico Bosa, Loris Grancini - capo ultrà della Juve, già con condanne alle spalle e da sempre vicino agli ambienti delle curve milanesi. Perquisita anche la casa a Pioltello di Antonio Bellocco.

Fedez e i rapporti con Lucci

Dall'inchiesta emerge "il rapporto tra Lucia Federico Leonardo (in arte Fedez)", che non risulta indagato, "e Lucci Luca", capo ultrà milanista e destinatario di ordinanza in carcere, e "con il gruppo di tifosi a questo facenti capo". Dall'ordinanza del gip Domenico Santoro vengono a galla intercettazioni su una richiesta di Fedez a Lucci su un "suo intervento per avere la possibilità di somministrare" una bevanda sponsorizzata dal cantante "all'interno dello stadio Meazza". "Ma se voi avete una società di consulenza o una società con la quale possiamo lavorare, ma se io vi appalto a voi la distribuzione di (nome della bevanda, ndr)? All'interno dello stadio…e vi prendete una percentuale…eh capito?", diceva intercettato Fedez, il 26 ottobre 2023, parlando con Lucci. E il capo della Curva Sud: "Se vuoi mi muovo anche con l'Inter, perché lui fa anche quelli dell'Inter…quindi…io se vuoi, te le faccio mettere in entrambe le partite …va bene…per dentro lo stadio...per dentro lo stadio, non c'è problema". Nel dicembre scorso, poi, Fedez parlava sempre con Lucci anche "di una persona fidata" che "potesse occuparsi della sicurezza sua e della sua famiglia". Si parla anche di incontri tra i due per "tessere preliminari accordi in ordine all'acquisizione, in società tra di loro, del locale denominato 'Old Fashion'", nota discoteca di Milano. In questo contesto, scrive il gip Santoro, "si inserisce una vicenda di indubbio interesse per le indagini, non certo per la presenza di Fedez quanto piuttosto perché l'episodio comprova come una frangia degli ultras del Milan si sia trasformata in una sorta di gruppo violento dedito a spedizioni punitive, anche su richiesta". Ed è il pestaggio al personal trainer Cristiano Iovino uno degli episodi contestati nell'accusa di associazione per delinquere a otto ultras milanisti, tra cui Luca Lucci e Christian Rosiello.

Gip: "Dagli ultrà servizi di bodyguard per vip e pestaggi"

Una "sorta di ulteriore settore di operatività" degli ultras, in particolare di quelli milanisti, arrestati nel maxi blitz di oggi, "riguarda il servizio di bodyguard nei confronti di soggetti noti nel mondo dello spettacolo". Lo scrive il gip di Milano Domenico Santoro che parla dell'aggressione dello scorso aprile "in danno di Cristiano Iovino, riguardo alla quale, per una lite insorta fra Fedez e lo Iovino (e connessa ad una diatriba sorta con l'altro cantante Tony Effe), si registrava il ruolo attivo" di Christian Rosiello, ultrà rossonero, "il quale fungeva da guardia del corpo di Fedez, che già aveva usufruito di analogo servizio da altro uomo della Curva Sud" e che aveva "un buon legame con Lucci Luca", capo della Sud milanista. Negli atti viene ricostruito passo passo tutto il noto episodio del presunto pestaggio ai danni di Iovino, a cui avrebbero preso parte lo stesso rapper e Rosiello e che era seguito a una precedente lite in discoteca. Nell'ordinanza, tra l'altro, viene anche riportata una lunga conversazione del 30 aprile scorso tra Fedez e Lucci. Fedez diceva: "Il tema è l'atteggiamento che loro hanno, e l'atteggiamento è: Onore! e va bene, bella lì, e basta! Ma tanto li becchiamo prima che vengano al bar!". Lucci: "Ma chi?". Fedez: "Tony e l'amico Jimmi palestra". Un riferimento, stando all'ordinanza, al cantante Tony Effe e a Iovino. Sempre stando agli atti e a una testimonianza, gli aggressori di Iovino gli avrebbero urlato quella notte: "Chiedi scusa…devi chiedere scusa, noi torniamo e ti ficchiamo una pallottola in testa".

Lucci: "Mi riabilitano ma io ho sete di sangue"

"Autorizzato dal giudice per riabilitare il mio cervello, capisci? Capisci che stasera mi portano allo stadio per riabilitare il mio cervello!? Allo stadio… fa parte del percorso (...) chissà cosa mi dicono durante la partita, che mi diranno: 'vedi? Devi viverla così' e io faccio: 'siii, che bello con la famiglia', ma vai a fare in c... che c'ho una sete di sangue che solo Dio lo sa!!!" diceva, intercettato, Luca Lucci nel novembre 2023, "poche ore prima della partita" di Champions Milan-Paris Saint Germain. Lucci, si legge nell'ordinanza, con altre persone si lascia "andare a commenti sdegnosi del percorso rieducativo che sta svolgendo con l'Ufficio del Giudice di Sorveglianza, in particolare irridendo il valore e l'efficacia sulla propria personalità del provvedimento autorizzativo", che "proprio quella sera gli avrebbe permesso di assistere alla partita di calcio unitamente alla propria famiglia, al suo difensore e alla dottoressa responsabile del percorso riabilitativo".

Luca Lucci, capo degli ultrà della tifoseria del Milan, ai funerali di Fabrizio Piscitelli al santuario del Divino Amore, Roma, 21 agosto 2019. In chiesa potranno entrare solo cento persone indicate dalla famiglia.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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Estorsioni sul catering a San Siro, "pizzo" e pestaggi 

Tra le presunte attività estorsive, contestate nella maxi inchiesta che ha delineato un'"alleanza" tra le curve degli ultrà interisti e milanisti nei traffici illeciti anche con infiltrazioni della 'ndrangheta, c'è principalmente quella sui servizi di catering relativi allo stadio di San Siro. In più, da quanto si è saputo, dalle indagini dei pm Paolo Storari e Sara Ombra sono emerse anche estorsioni e richieste di "pizzo" nei confronti degli ambulanti che vendono panini e cibo fuori dal Meazza, oltre a una serie di pestaggi e cosiddetti "reati da stadio". L'inchiesta non riguarderebbe, invece, traffici di droga. Come spiega il procuratore di Milano Marcello Viola in una nota si tratta di "una complessa indagine" delle Dda milanese "che ha riunito diversi filoni investigativi condotti da più articolazioni della Polizia di Stato, nonché dal Gico di Milano e dallo Scico della Gdf". Assieme "all'esecuzione delle misure cautelari sono state delegate ed eseguite decine di perquisizioni a carico di ulteriori indagati". Inoltre, la Divisione Anticrimine della Questura di Milano "ha applicato a più soggetti diversi divieti di accesso ai luoghi, ove si svolgono manifestazioni sportive", ossia dei Daspo, o "ha comunque avviato la relativa procedura nei confronti di numerose altre persone". Le indagini hanno consentito, secondo l'accusa, "di accertare l'esistenza di infiltrazioni criminali tra gli ultrà e hanno coinvolto i principali esponenti dei cosiddetti 'direttivi' delle tifoserie organizzate delle due principali squadre calcistiche milanesi".

Patto di non belligeranza tra curve Inter e Milan 

Dalle indagini emerge anche "il patto di non belligeranza fra le due tifoserie organizzate, a prima vista connesso ad una tranquilla gestione della vita di stadio ma, a ben vedere, caratterizzato da legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto, in un contesto in cui la passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito che la passione sportiva vera, quella dei tifosi di calcio, genera". In particolare, per quanto riguarda la Curva dell'Inter appare "un quadro fosco" nel quale "interessi di natura economica, speculazioni e condotte delittuose ascrivibili all'ordinaria dinamica degli stadi si coniugano con un fattore di recente emersione (ma già segnalato dalla relazione della Commissione Parlamentare Antimafia dell'anno 2017): le attenzioni della 'ndrangheta sul mondo del tifo organizzato".

La società interista in un rapporto di "sudditanza"

"Le indagini condotte hanno evidenziato che la società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur ob torto collo - scrive il gip - Le conversazioni e le attività di indagine qui di seguito riportate concernono gli anni 2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata)". Tra l'altro, nell'ordinanza si parla dell'attività "di bagarinaggio" sui biglietti con cui i capi della curva nord interista "hanno calcolato di trarre ingenti profitti illeciti". Per l'ultima finale di Champions dell'Inter dello scorso anno, come emerge dagli atti, i capi curva Marco Ferdico, Andrea Beretta e Antonio Bellocco (ucciso da Beretta il 4 settembre), puntavano su "1500 biglietti da porre in vendita per la sola curva". Tuttavia, "la società nerazzurra aveva messo a disposizione", si legge ancora, "un quantitativo più esiguo di titoli d'ingresso, corrispondente a 800 biglietti". Pertanto, Ferdico, "consapevole che gli introiti che avrebbe potuto acquisire dall'evento sportivo sarebbero stati ingenti, non aveva esitato ad esternare forti pressioni sullo Slo (Supporter Liaison Officer, ndr) dell'Inter", Claudio Sala, su giornalisti, "su vecchi calciatori (Materazzi, Zanetti-dirigente Inter), sull'allenatore (Inzaghi) chiedendo la ratio della scelta societaria". Dagli atti non risultano responsabili o dirigenti dell'Inter indagati. Poi, Ferdico avrebbe minacciato "la possibilità che il tifo organizzato da lui rappresentato, la Curva Nord, potesse decidere di non presenziare e non tifare la squadra, ventilando l'ulteriore eventualità che questo potesse accadere non solo alla finale di Champions ma anche a quella di Coppa Italia che si sarebbe disputata da lì a pochi giorni".

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Capo ultrà a Inzaghi: "Intervieni su Marotta per biglietti"

Marco Ferdico, il capo ultrà interista finito oggi in carcere, "ha esplicitamente chiesto a Inzaghi", l'allenatore dell'Inter, "di intervenire con la Società, o meglio direttamente con Marotta", presidente nerazzurro, "al fine di ottenere ulteriori 200 biglietti" per la finale di Champions di Istanbul dello scorso anno. Lo si legge nell'ordinanza cautelare sul blitz contro gli ultras, che fa riferimento ad intercettazioni del maggio del 2023. Nell'intercettazione del 26 maggio 2023 Ferdico spiega che "vista la situazione di stallo sulla vicenda biglietti" hanno "attuato uno 'sciopero del tifo' in occasione della finale di Coppa Italia". E dice a Inzaghi: "Te la faccio breve Mister...ci hanno dato 1.000 biglietti...noi ci siam fatti due conti...ne abbiam bisogno 200 in più per esser tranquilli...ma non per fare bagarinaggio mister (...) arriviamo a 1200 biglietti? Questa è la mia richiesta". E l'allenatore: "parlo con Ferri con Zanetti con Marotta ... parlo con quelli (...) verrò su...poi ti faccio sapere qualcosa...gli dico...che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti (...) Marco io mi...mi attivo e ti dico cosa mi dicono". Ferdico: "È il direttore Marotta...bisogna parlare con lui...perché lui ha l'ultima parola...tutto qua". Agli atti anche un incontro tra Ferdico e Mauro Nepi, altro ultrà interista finito in carcere, con Skriniar, ex calciatore nerazzurro, ora al Psg. "Gli tremava la voce", dicevano gli ultras intercettati, dopo quell'incontro che sarebbe servito per parlare, riassume il gip, "di vicende di 'calciomercato' (quali la possibile cessione del giocatore ovvero del mancato rinnovo del contratto), o comunque anche solo per acquisire tali informazioni, argomenti notoriamente di specifica competenza della Società calcistica". In quei giorni, risulta sempre dagli atti, anche un vocale "concordato" con Ferdico e inoltrato da Nepi a Inzaghi, nel quale l'ultrà diceva: "Mister noi avremmo bisogno di parlarti di persona quando hai tempo".

Ferdico: "Botte se non comprate biglietti a prezzo aumentato"

"Io entro in Curva con Debora, vado davanti allo striscione Boys Roma e mi guardo tutti i nomi che ho segnato, chi non è segnato con curva nord, avvisa tutti che piglia calate davanti a tutti". Così Marco Ferdico, uno dei capi della curva interista e da oggi in carcere, avrebbe minacciato "di picchiare tutti quelli che pur andando in Curva Nord, compravano i biglietti attraverso canali autonomi, senza corrispondere la maggiorazione di 10 euro", imposta appunto dai capi curva sui ticket da loro gestiti. Sul fronte dei parcheggi, come si legge ancora negli atti, dal 2020 in avanti uno degli arrestati, Giuseppe Caminiti, avrebbe versato ad Andrea Beretta, l'ex capo ultrà interista ora in carcere per l'omicidio di Antonio Bellocco, "parte del provento in nero derivante dalla gestione dei parcheggi gestiti dalle società di Zaccagni", imprenditore finito oggi ai domiciliari, "finanziando in tal modo l'attività della curva Nord". Ai domiciliari anche Debora Turiello, ultrà interista e accusata di far parte dell'associazione per delinquere con aggravante mafiosa. Nell'ordinanza con cui è stato disposto il carcere per i capi delle curve di Milan e Inter vi è anche un capitolo dedicato agli scontri per "accreditarsi" in Europa, in particolare relativo alla trasferta di Champions League dell'Inter a San Sebastian in Spagna. L'11 settembre del 2023 si erano "potuti intercettare i primi segnali dell'intenzione della Curva di realizzare scontri in occasione della trasferta nella penisola iberica - annota il gip - Nella circostanza, Marco Ferdico ha informato Bellocco Antonio (che è stato ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta) che, in vista dell'evento, aveva deciso che "...il pullman va fatto di gente giusta", cioè violenta, svelando di "...aver fatto fare dei doppifondi" per "mettere le armi dentro" in modo da superare agevolmente eventuali controlli di polizia, rendendo vane le perquisizioni". "Siamo andati dal carrozziere - afferma Ferdico - e gli abbiamo fatto fare dei doppifondi per mettere le armi dentro, così che quando fanno le perquisizioni non ce le trovano, ci siamo mossi...".

Dai pm "procedimento di prevenzione" per Inter e Milan

La Procura di Milano, che ha sgominato i traffici illeciti delle curve di Inter e Milan con 19 misure cautelari, ha avviato anche un cosiddetto "procedimento di prevenzione" nei confronti di Inter e Milan, società non indagate ma che dovranno dimostrare, in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti per le partite. Altrimenti si potrebbe arrivare, davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale, ad un provvedimento di amministrazione giudiziaria. Lo stadio di San Siro, si legge negli atti, "e le attività economiche connesse sono fuori da ogni controllo di legalità". Ciò è avvenuto, "almeno in parte, anche a causa di alcune carenze organizzative della Fc Internazionale nella gestione dei rapporti con la tifoseria: controlli assolutamente carenti per gli ingressi allo stadio; forniture di biglietti a soggetti appartenenti alla criminalità che poi effettuano enormi ricarichi in sede di rivendita; partecipazione ai guadagni da parte di soggetti indagati ovvero già condannati per associazione di tipo mafioso, che poi trasferiscono il denaro alla famiglia mafiosa di appartenenza". Nell'ordinanza si parla di "contatti agevolatori" e di vari episodi come "la corresponsione di 1500 biglietti alla curva nord, dopo pesanti pressioni, in occasione della finale di Champions League", della "corresponsione di ulteriori abbonamenti alla curva Nord in occasione della estromissione degli Irriducibili", un gruppo ultras. E ancora dei "continui rapporti con We Are Milano dietro cui si nasconde la gestione (occulta) di Andrea Beretta; il costante ingresso allo stadio di soggetti privi di tagliando, agevolato dalle pesanti intimidazioni nei confronti degli stewart, situazione che va avanti da anni e a cui nessuno pare essere in grado di porre rimedio".

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Gip: "Ci fu incontro tra capo ultrà Milan e capitano Calabria"

Nel corso delle indagini, in particolare nella parte degli accertamenti sviluppata dopo "l'omicidio di Vittorio Boiocchi", storico capo ultrà interista ucciso nell'ottobre 2022, "è stato documentato un incontro" di Luca Lucci, capo ultrà milanista e tra gli arrestati oggi, "con il capitano del Milan, il calciatore Davide Calabria", in un bar di Cologno Monzese, l'8 febbraio del 2023. Negli atti, però, non viene riportato il contenuto di questo presunto incontro, ma si dà atto, sulla base delle intercettazioni, che Luca Lucci sarebbe stato "informato, in modo criptico" da Giancarlo Capelli, detto 'il Barone' e storico capo ultrà rossonero, "dell'arrivo da lì a poco" di un "soggetto che avrebbe dovuto incontrarlo", senza svelare il nome. Sulla base "delle immagini captate dagli investigatori - si legge nell'ordinanza - si ritiene di poter asserire che il soggetto in questione, indicato nella conversazione telefonica di cui sopra, sebbene dal contenuto inequivocabilmente criptico, sia da identificare in Davide Calabria, calciatore e capitano" del Milan.

La ricostruzione dell'ingresso della 'ndrangheta

Stando alle indagini della Squadra Mobile il 12 novembre del 2022, qualche settimana dopo l'omicidio di Vittorio Boiocchi, capo storico della Nord dell'Inter, "si è avuto percezione dei cambiamenti in corso" nell'ambiente quando le intercettazioni fecero scoprire "la comparsa sulla scena di un soggetto, di origini calabresi, definito 'spacchioso (arrogante ndr) calabrotto'". Si trattava di Antonio Bellocco,. Per gli investigatori, "la presenza di soggetti di origine calabrese fu percepita" dal gruppo degli Irriducibili "come un chiaro segnale della volontà di Beretta e Ferdico di garantirsi un appoggio "esterno", una vera e propria protezione", e "il profilo criminale del personaggio e della famiglia rosarnese di appartenenza non poteva non essere sintomatica della possibilità che alle spalle vi fossero gli interessi della criminalità organizzata di matrice 'ndranghetista". "L'effetto intimidatorio generato nell'immaginario collettivo" dalla presenza di Bellocco è rivelato da alcune intercettazioni. Dice un "irriducibile" intercettato: "È inutile che ci diciamo cose che sappiamo entrambi ok?! ..sono entrati in cam ... cioè ci sono delle situazioni che non c'entrano niente con lo stadio che però adesso c'entrano con lo stadio che hanno portato anche alle questioni del gruppo unico e noi onestamente vogliamo rimanere puri sulla visione Ultras e quindi abbiamo fatto una scelta diversa".

Piantedosi: “Presidio attento a tifoserie”

"Noi ci stiamo attenti, a parte questa indagine ed il suo sviluppo, ma noi sul controllo di quelli che sono gli effetti negativi delle tifoserie stiamo facendo un presidio attento”, ha affermato Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno, a proposito dell'inchiesta. "Io sono solito essere molto cauto, con tutto il rispetto", perché "le indagini giudiziarie sono ancora in una fase preliminare", ha detto Piantedosi, a margine del Cosp a Firenze, "però è evidente che è uno dei tanti segnali delle preoccupazioni che girano intorno al mondo del calcio e della contaminazione di alcune tifoserie" che "talvolta si traduce in quei problemi che abbiamo anche di gestione dell'ordine pubblico, conseguente alla compromissione della tenuta della tifoseria per la contaminazione di persone che provengono da ambienti criminali".

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