Omicidio Bellocco, fermo convalidato e carcere per capo ultrà dell'Inter Beretta

Cronaca

Le accuse sono di omicidio aggravato, perché Beretta era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, e detenzione illegale di arma da fuoco

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Il gip di Milano Lorenza Pasquinelli ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Andrea Beretta, il capo ultrà dell'Inter che mercoledì scorso ha ucciso Antonio Bellocco, anche lui esponente della curva Nord e erede della 'ndrina di Rosarno. Le accuse sono omicidio aggravato, perché Beretta era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, e detenzione illegale di arma da fuoco. Per il giudice il carcere è la sola misura idonea dati i gravi indizi di colpevolezza e la gravità del fatto e per consentire alle indagini di chiarire il contesto della vicenda e il movente ancora tutti da accertare.

Il gip: "Se libero prò proseguire la faida"

Sempre per il gip Pasquinelli c'è un "serio e concreto pericolo che" Beretta, qualora fosse libero, "possa influenzare eventuali testimoni o trovare nuove occasioni per commettere altri delitti di matrice violenta per proseguire la faida che ha dato origine alla presente vicenda". Per il giudice inoltre il quadro indiziario è "solido", i fatti sono di "gravità estrema". Pasquinelli, che ha condiviso l'impostazione dei pm Paolo Storari e Sara Ombra, titolari dell'inchiesta con il procuratore Marcello Viola, ha spiegato che il carcere al momento è la misura più idonea anche "in attesa dei prossimi sviluppi investigativi" - compreso l'esito dell'autopsia fissata per dopodomani e che dirà se i colpi di pisola sono stati uno o due - in modo da chiarire, grazie gli accertamenti operati dai carabinieri del Nucleo Investigativo, il contesto e il movente in cui si inserisce il delitto.

Approfondimenti in corso sulle ragioni dell'accoltellamento

Insomma, vanno effettuati approfondimenti in merito alle ragioni per cui Beretta, ha accoltellato Bellocco: par di capire che dietro i dissapori legali agli utili sul merchandising del negozio di Pioltello ci sia qualcosa di più pesante, al punto che Beretta, come lui stesso ha detto, sapeva che volevano "eliminare" lui e la sua famiglia. Motivo per cui avrebbe cominciato a girare armato di pistola e coltello, gli stessi sequestrati la mattina dell'omicidio. A bordo dell'auto della vittima, la feroce discussione e le minacce, ricostruisce la Procura, poi la colluttazione e infine, dopo il tentativo di usare la pistola, l'accoltellamento: come mostrano le immagini delle telecamere di sorveglianza della palestra Beretta avrebbe "infierito" anche quando il 36enne calabrese era già morto al punto che il titolare della "Testudo" e un frequentatore lo hanno fermato a forza.

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