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Strage di Nuoro, oggi le autopsie sui corpi della moglie e del figlio di 10 anni

Cronaca
©Ansa

Secondo le prime indiscrezioni, Roberto Gleboni avrebbe ucciso la consorte con quattro colpi di pistola, due alla tempia e due al torace: un dettaglio che potrebbe rivelare una sorta di accanimento, forse a confermare le voci secondo cui negli ultimi mesi Giusy Massetti avrebbe maturato la decisione di separarsi. Gli inquirenti hanno anche già avviato gli accertamenti bancari e patrimoniali

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All’ospedale Brotzu di Cagliari è il giorno delle autopsie sui corpi di Giusy Massetti e Francesco Gleboni, la moglie e il figlio di 10 anni di Roberto Gleboni, l’uomo morto suicida dopo aver quasi sterminato la famiglia a Nuoro. Ieri l’esame sui cadaveri dell’omicida e delle altre due vittime, la 25enne Martina Gleboni, figlia maggiore della coppia, e Paolo Sanna, il vicino di casa 69enne ucciso solo perché mentre stava salendo nel suo appartamento al terzo piano si è trovato di fronte l'operaio forestale con la pistola in mano.

L’accanimento sulla moglie

Secondo le prima indiscrezioni, Roberto Gleboni avrebbe ucciso la moglie con quattro colpi di pistola, due alla tempia e due al torace: un dettaglio che potrebbe rivelare una sorta di accanimento, forse a confermare le molte voci che girano in città secondo cui negli ultimi mesi Giusy Massetti avrebbe maturato la decisione di separarsi e l'operaio non avrebbe sopportato questa scelta.

La madre di Giusy: "Basta foto e post su social"

"Sono la mamma di Giusy. So che ci siete tutti vicini e vi ringrazio tanto di cuore ma vi chiedo un grande piacere: smettere di postare foto e commentare su motivi ed altro su questa terribile tragedia", ha scritto intanto in un post su Facebook, Carmela Capelli, la madre di Giusy Massetti. "Io sono una mamma distrutta ma ho un nipote da tutelare e proteggere e tutto quello che vedo e leggo su Fb non ci aiuta e perciò vivete il vostro dolore privatamente: se veramente le volevate bene non fate a gara a dimostrare chi l'amava e la conosceva di più - si legge nel post che arriva dopo giorni di commenti, soprattutto nei gruppi social che parlano della città - io so che era amata da tutti e io e la mia famiglia ne siamo fieri ma pensate a mio nipote. Vi prego condividete per favore questo mio desiderio. È molto importante. Di nuovo vi ringrazio tutti e ricambio i vostri abbracci".

(ANSA) - NUORO, 25 SET - Un uomo ha compiuto una strage familiare, in due diverse abitazioni, questa mattina a Nuoro e poi si è tolto la vita. Il bilancio - secondo le primissime informazioni - è di tre morti e quattro feriti. A sparare sarebbe stato il capo famiglia che ha ucciso la moglie e la figlia e ferito altri due figli piccoli, più un vicino di casa. L'uomo sarebbe poi andato nell'abitazione della madre sparandole contro e ferendola gravemente alla testa, poi si è tolto la vita. Sul posto le ambulanze del 118, Polizia e Carabinieri che stanno ricostruendo la dinamica dell'accaduto. (ANSA).

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L’ipotesi del movente economico

Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, gli inquirenti hanno già avviato gli accertamenti bancari e patrimoniali per capire la situazione della famiglia Gleboni. Secondo un’amica di Giusy Massetti intervistata dal quotidiano, "da un po’ di tempo lei faceva anche dei lavoretti: ricamava, vendeva prodotti alle erbe e altro ancora. Insomma, si dava da fare per integrare lo stipendio del marito".

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Sopravvissuti il figlio 14enne e la nonna

Sono sopravvissuti alla strage il figlio 14enne dell'omicida - preso di striscio dall'arma e ricoverato nel reparto di Otorinolaringoiatria - e la madre 84enne dell'uomo, colpita gravemente alla testa dal figlio (ricoverata in Rianimazione ma fuori pericolo) prima che lui stesso si togliesse la vita nella cucina dell'anziana. La donna, secondo quanto si è appreso, in un primo momento - ferita ma cosciente - avrebbe nascosto la pistola usata dal figlio in un cassetto, forse per proteggerlo. Venerdì il 14enne - che il giorno della tragedia ha chiamato i carabinieri dicendo "Qui sono tutti morti" - è stato sentito per tre ore in audizione protetta dagli investigatori. Avrebbe risposto a tutte le domande e confermato la versione data ai Carabinieri nei momenti successivi alla strage: "A casa urlavano tutti", aveva già spiegato. Il contenuto dell'audizione protetta - alla quale hanno partecipato anche una psicologa e un tutore legale nominati dalla Procura - rimane sotto stretto riserbo.

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