Strage Nuoro, domani le autopsie. Ancora ignoto il movente

Cronaca

Il 14enne sopravvissuto sarà sentito nei prossimi giorni come testimone in modalità protetta. "A casa, stamattina, urlavano tutti", aveva detto il ragazzo ai carabinieri giunti in casa dopo gli omicidi. Previsti nuovi sopralluoghi nell'abitazione

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Il 14enne sopravvissuto alla strage familiare a Nuoro sarà sentito nei prossimi giorni come testimone, con il supporto di un tutore e di uno psicologo, in modalità protetta. "A casa, stamattina, urlavano tutti", aveva detto il ragazzo ai carabinieri giunti in casa dopo gli omicidi. Ancora sotto shock, è stato operato per rimuovere dalla mandibola alcune schegge. Intanto, gli inquirenti stanno scavando nel passato della famiglia di Roberto Gleboni, padre del ragazzo e autore della strage. Resta ignoto il movente. Sul luogo del delitto sono previsti nuovi sopralluoghi. Domani, sabato 28 settembre, le autopsie sui corpi.

La dinamica della strage

Dopo aver impugnato la sua semiautomatica calibro 7.65, detenuta regolarmente, l'uomo (un operaio forestale di 52 anni) ha iniziato a sparare verso la moglie e i tre figli. Li ha colpiti tutti: Giuseppina Massetti (43 anni) e la figlia Martina (di 25) sono morte sul colpo. Poi è toccato agli altri due figli, di 14 e 10 anni: il primo, sopravvissuto, è stato preso di striscio e ferito lievemente; il secondo è stato preso in pieno ed è morto. L'uomo si è poi diretto verso il pianerottolo e ha sparato contro Paolo Sanna, pensionato di 69 anni, il proprietario della casa che i Gleboni hanno in affitto nonché inquilino al terzo piano del palazzo, sceso al piano terra forse perché aveva sentito gli spari. Poi Gleboni è uscito di casa per andare nell'abitazione di sua madre, contro la quale ha sparato ferendola al viso, in maniera non grave, prima di togliersi la vita sparandosi un colpo alla tempia in cucina.

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