La 21enne di Traversetolo è agli arresti domiciliari per omicidio premeditato e soppressione di cadavere: è stata accusata dopo il ritrovamento dei corpi di due neonati, entrambi partoriti da lei, nel giardino della sua casa. Rimane la convinzione che nessuno, né i genitori né il fidanzato, fosse al corrente delle gravidanze
È stato fissato per giovedì 26 settembre l’interrogatorio di garanzia di Chiara Petrolini davanti al Gip del tribunale di Parma. La 21enne di Traversetolo, agli arresti domiciliari per omicidio premeditato e soppressione di cadavere, è stata accusata dopo il ritrovamento nel suo giardino di casa, il 9 agosto, del cadavere di un neonato, poi risultato da lei partorito due giorni prima. Le indagini sono proseguite e in seguito sono state trovate, sempre nel giardino, le ossa di un altro bimbo nato a maggio 2023, anche questo figlio della ragazza.
L’arresto
La Procura di Parma ha chiesto e ottenuto l’arresto della 21enne sulla base della convinzione che fin dall'inizio della gravidanza avesse avuto in mente di uccidere il proprio figlio, prima, durante o dopo il parto del 7 agosto. Lo dimostrerebbero i suoi comportamenti, mirati a nascondere a tutti il proprio stato, la scelta di non sottoporsi mai ad accertamenti medici, ma di affidarsi a ricerche online per capire come abortire o indurre il parto. La misura richiesta era il carcere, il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per l'omicidio premeditato di agosto e la soppressione di cadavere del 12 maggio 2023: Chiara Petrolini ha il divieto di comunicare con persone diverse da chi abita con lei, i genitori e il fratello minore.
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La ricostruzione
"Finalmente" è l'unico commento all'arresto fatto dalla madre del fidanzato della ragazza e padre, hanno confermato gli esami del Dna, di entrambi i bambini morti. Quando il 9 agosto è stato trovato il primo corpo, la famiglia Petrolini era appena partita per gli Stati Uniti. Sono stati avvisati, è stato spiegato in conferenza stampa dal procuratore Alfonso D'Avino, ma hanno preferito non tornare subito. Sono rientrati come previsto il 19, nel frattempo gli esami del Dna hanno rivelato che la 21enne, studentessa in scienze dell'educazione e baby sitter, era la madre, il suo fidanzato il padre.
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Nessuno sapeva, nemmeno i genitori
Se inizialmente gli inquirenti pensavano a una messa in scena concordata da parte di tutta la famiglia, via via che le indagini sono proseguite si è arrivati alla consapevolezza che nessuno, né i genitori, né il fidanzato, sapesse della gravidanza. I genitori inizialmente sono stati anche loro indagati, per svolgere, con le garanzie, gli esami medico legali. Poi la loro posizione è stata stralciata e presumibilmente usciranno dall'inchiesta quando gli accertamenti saranno conclusi. Hanno sempre dimostrato meraviglia e sorpresa per quanto successo, anche quando sono stati intercettati. Agli atti c'è un'intercettazione che scagiona la madre, quando chiese conto alla figlia, dopo il primo neonato morto, se era incinta anche la volta precedente che aveva avuto una emorragia simile: era maggio 2023. La ragazza infatti anche ad agosto 2024 ha giustificato il sangue dicendo di aver avuto un ciclo mestruale abbondante. Alla domanda della madre, la risposta è stata no.
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Il racconto della ragazza
Chiara Petrolini ha negato la seconda gravidanza anche durante l’interrogatorio, almeno fino al ritrovamento delle ossa dell'altro figlio. A portare i carabinieri a trovare questi resti è stata un'intuizione, legata a una frase della ragazza. "Aveva detto che ha nascosto il corpo del neonato nel giardino perché lo voleva vicino a sé", ha spiegato il comandante provinciale Andrea Pagliaro. E allora, quando si è ipotizzata la possibilità di una precedente gravidanza, "si è pensato che se veramente ci fosse stato un altro bambino lo avrebbe sepolto sempre lì, vicino alla sua camera". Quando sono state trovate le ossa "eravamo increduli", ha detto l'ufficiale. Chiara alla fine ha ammesso anche questo parto, ma ha negato di aver ucciso i bambini. Ha detto di aver pensato che entrambi fossero nati morti. "Sulle modalità del parto di agosto è stata evasiva", ha spiegato il procuratore. E se sui resti di maggio 2023 ancora le risposte scientifiche non sono complete, su quelli del secondo figlio gli esiti smentiscono le dichiarazioni dell'indagata. Era nato vivo, aveva respirato, e la morte è stata dovuta a uno shock emorragico da recisione del cordone ombelicale.