Nipote del boss fondatore della 'ndrina di Rosarno, il 36enne è deceduto questa mattina dopo una lite con Andrea Beretta, storico capo ultrà dell’Inter. In gennaio era morto il padre Giulio, detenuto al 41 bis nel carcere di Opera
La lite, poi sparo e la coltellata fatale. Violenza questa mattina, 4 settembre, a Cernusco sul Naviglio, nell’hinterland Est di Milano. La vittima è Antonio Bellocco, 36 anni, pregiudicato per reati legati al crimine orgnizzato. Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti, l’omicidio si sarebbe consumato all’interno di una Smart parcheggiata fuori dalla palestra "Testudo", dove Bellocco si trovava insieme ad Andrea Beretta, 49 anni, storico capo ultrà dell’Inter. Il 36enne avrebbe sparato un colpo a Beretta ferendolo a una gamba. Questi lo avrebbe quindi accoltellato alla gola, uccidendolo. Indagano i carabinieri di Pioltello mentre Beretta, arrestato, è stato trasportato in codice giallo all'ospedale San Raffaele.
I legami con la 'ndrangheta
Come riporta Ansa, Antonio Bellocco era il nipote di un boss 'ndraghetista fondatore dell'omonima cosca con base a Rosarno, Reggio Calabria. Nel gennaio scorso il padre, Giulio Bellocco, era morto mentre era in carcere a Opera (Mi), detenuto in regime di 41 bis. La stessa vittima aveva precedenti penali per reati legati al crimine organizzato.
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Figura divisiva all'interno del direttivo ultrà dell'Inter
Stando alle prime ricostruzioni, l’omicidio sarebbe maturato nell’ambiente del tifo ultrà nerazzurro. Sempre secondo Ansa, l’arrivo pochi mesi fa di Bellocco nel direttivo del tifo organizzato aveva provocato malumori relativamente alla gestione della curva Nord dell'Inter. Dissapori che potrebbero aver contribuito a innescare la lite di stamattina con Beretta fuori dalla palestra, frequentata da ambienti della tifoseria nerazzurra, poi degenerata in un regolamento di conti.
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