Omicidio Sharon Verzeni, nuovi interrogatori. Compagno: “Penso assassino sia un estraneo”

Cronaca
©IPA/Fotogramma

I carabinieri si stanno concentrando sugli abitanti di via Castegnate. Finora sono state sentite oltre cento persone, tra famigliari, parenti, colleghi, vicini di casa e abitanti di Terno d'Isola. Sergio Ruocco: “Spero che i carabinieri trovino alla svelta l'assassino: noi non possiamo aiutarli più di tanto. Quello che sappiamo l'abbiamo già detto. Non penso comunque sia una persona che noi conosciamo”

ascolta articolo

A quattro settimane dall'omicidio di Sharon Verzeni non c'è ancora stata una vera svolta nelle indagini. Così, anche oggi, 26 agosto, proseguono al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo gli interrogatori di persone informate sui fatti, quindi non indagate (e senza avvocato). Ci si sta concentrando sui residenti di via Castegnate, la strada del delitto. Le indagini si sono inizialmente concentrate sul compagno della donna Sergio Ruocco, ma il suo alibi - essersi trovato in casa al momento del delitto - regge. "Siamo sicuri che non sia stato Sergio: è stato qualcuno che non la conosceva così bene", ha ribadito oggi Bruno Verzeni, padre della vittima, ad alcuni cronisti nei pressi della sua abitazione. Già in passato aveva detto che per la famiglia Ruocco è "come un figlio". In tutto sono oltre cento le persone sentite, tra famigliari, parenti, colleghi, vicini di casa e abitanti di Terno d'Isola. Chi ha accoltellato per quattro volte la donna, la notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi, però, non ha ancora un volto né un nome. Nelle riprese delle telecamere della zona del delitto si vede una persona in bicicletta che percorre contromano via Castegnate (è un senso unico), nella direzione opposta rispetto al punto in cui Sharon è stata uccisa, e pochi istanti dopo l'omicidio.

Ruocco: “Penso che l’assassino sia un estraneo”

Sergio Ruocco, il compagno di Sharon Verzeni, ha detto oggi: "Spero che i carabinieri trovino alla svelta l'assassino: noi non possiamo aiutarli più di tanto. Quello che sappiamo l'abbiamo già detto. Non penso comunque sia una persona che noi conosciamo”. Oggi si pensava sarebbe tornato a lavorare, ma Ruocco ha spiegato che "ci andrò domani". Oggi l'uomo, che non è indagato e che dall'indomani dell'omicidio della compagna si è trasferito a casa dei genitori di lei, non è stato sentito dai carabinieri.

La posizione del compagno

Ieri Ruocco non è stato convocato in caserma a Bergamo: il 24 agosto, invece, ci era dovuto tornare due volte, la mattina e il pomeriggio, per delle formalità legate ai due rapidi sopralluoghi nella casa che condivideva con Sharon, da dove tra giovedì e venerdì sono stati prelevati un computer (di lui, lei non l'aveva) e un altro cellulare in uso all'uomo. Non è chiaro perché non fosse stato acquisito agli atti d'indagine prima: probabilmente era un apparecchio non usato e la cui presenza in casa è saltata fuori in seguito, durante i colloqui con i carabinieri (Ruocco è stato interrogato in tutto tre volte).

Le indagini

Si lavora per ricostruire ogni sfaccettatura della vita privata di Sharon, per trovare eventuali ombre o aspetti che possano in qualche maniera far risalire al suo assassino. Oltre al lavoro al bar 'Vanilla Food' di Brembate, Sharon non aveva grandi amicizie o frequentazioni. Pochi contatti e poche chat sul cellulare, qualche libro preso in prestito alla biblioteca di Terno e, solo di recente, l'avvicinamento a un gruppo di Scientology di Gorle, i cui membri saranno a loro volta presto sentiti da chi indaga.

omicidio sharon verzeni

approfondimento

Omicidio Sharon Verzeni, sentito anche un super testimone

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI SKY TG24

Cronaca: i più letti