Ponte Morandi, Mattarella: "Accertare responsabilità". Parenti vittime: "Vogliamo verità"

Cronaca
©Ansa

Sei anni fa il crollo a Genova e la morte di 43 persone. Il Capo dello Stato: "Le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischi a tutti gli utenti, tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese”. Meloni: "Dovere morale accertare le colpe"

ascolta articolo

Alle 11.30 del 14 agosto 2018 cede un tratto di 200metri del Ponte Morandi, viadotto sul torrente Polcevera, a Genova, snodo fondamentale per la parte ovest della città e per il traffico tra Francia e Italia: le vittime sono 43, gli sfollati 566. Oggi, nel giorno del sesto anniversario della tragedia, arrivano le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di Giorgia Meloni, di Egle Possetti, portavoce del Comitato ricordo Vittime di ponte Morandi e del sindaco Bucci. "Desidero unirmi alla commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi, a Genova. Le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischi a tutti gli utenti, tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese”, ha scritto Mattarella in un messaggio indirizzato al sindaco di Genova. “Le responsabilità devono essere definitivamente accertate e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con l'efficacia e la prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia: il tempestivo processo di ricostruzione del collegamento tramite il Ponte Genova San Giorgio non costituisce, infatti, attenuante per quanto accaduto". Oggi, "in questa giornata di cordoglio e di memoria”, conclude Mattarella nella lettera a Marco Bucci, “la Repubblica esprime vicinanza ai familiari delle 43 vittime, unitamente a un profondo sentimento di solidarietà alla città".

Meloni: "Dovere morale accertare le colpe"

"Memoria, rinascita, giustizia. Sono trascorsi sei anni dalla catastrofe del crollo del Ponte Morandi, che il 14 agosto 2018 ha sconvolto Genova, la Liguria e la nazione intera.  Oggi onoriamo le 43 vittime di quella tragedia e ci stringiamo, con la mente e con il cuore, ai loro famigliari e ai loro cari. Oggi ci sentiamo un po' tutti genovesi, figli di una città fiera e orgogliosa che è stata moralmente piegata e fisicamente spezzata in due, ma che da allora ha saputo anche rialzarsi e andare avanti". Questo il pensiero della premier Giorgia Meloni. "Ma quel Ponte ricorda alla nazione le tante, troppe, domande rimaste ancora senza risposta. Fare giustizia e individuare le responsabilità per ciò che è accaduto, accertando una volta per tutte colpe e omissioni, è un dovere morale, oltre che giudiziario". 

Possetti: "Vogliamo la verità processuale"

"In questi sei anni di importante è accaduto che sono state fatte le indagini in modo molto approfondito e il processo è partito con grande impegno di tutti, e questo è un dato che non era scontato". Queste le parole di Egle Possetti, portavoce del Comitato ricordo Vittime di Ponte Morandi, che quel giorno di sei anni fa perse la sorella, il cognato e il nipote. "Ovviamente speriamo si possa giungere, quanto prima, ad una sentenza di primo grado per poi arrivare alla fine di questo calvario processuale”, ha sottolineato. “Purtroppo in Italia i processi sono così lunghi e noi abbiamo bisogno di avere certezza su ciò che in cuor nostro è già certo, che sono le motivazioni di questa tragedia. Dobbiamo avere una verità processuale definita, delle condanne, perchè non è stato un meteorite, la bobina, il fulmine o quant'altro hanno cercato di inventare. Risulta chiaro dalla documentazione, da tante cose, ma vogliamo che diventi verità processuale. Non cambia nulla, i nostri cari non torneranno, ma sarà un passo importante per tutto il Paese". Tra l’altro, ha poi concluso, proprio nell'ambito del procedimento per il crollo del ponte, "è la prima volta che un comitato diventa parte civile in un processo e questo è un dato storico che farà giurisprudenza".

Bucci: "Città mai in ginocchio"

"Ci sarà sempre un 14 agosto, ci sarà finchè sarò sindaco e ci sarà con tutti i sindaci a venire, perchè questa è una data che non si dimentica". Lo ha detto il primo cittadino di Genova, Marco Bucci, durante la cerimonia di commemorazione per il crollo di Ponte Morandi. "Quello che è accaduto e quel giorno non verranno dimenticati mai e siamo qui per confermare questo dopo sei anni. Abbiamo tanti investimenti in infrastrutture, non dobbiamo commettere gli errori del passato, dobbiamo costruire bene e costruire infrastrutture, che servono, sicure. Non devono succedere più tragedie di questo tipo". Poi, ancora, ricordando il giorno del crollo: "La prima immagine che ho di quel giorno è la telefonata che ho ricevuto. Ero in macchina, stavo andando in Comune e ho ricevuto la telefonata da un vigile, credo il capo pattuglia, che mi ha detto 'attenzione è crollato un pezzo del ponte Morandi'. Pensavo fosse crollato un guardrail o un new jersey, mi hanno detto che erano crollati 200 metri di ponte ed è stato il panico. Abbiamo aperto il Coc di emergenza poco dopo e abbiamo iniziato a lavorare. Due ore dopo, la prima conferenza stampa in protezione civile dove, in un'atmosfera terribile, ho avuto il coraggio di dire che Genova non era in ginocchio". 

approfondimento

A sei anni dal crollo del ponte Morandi, la ferita è ancora aperta

Cronaca: i più letti