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"Fa male, basta": in un nastro del 1983 la voce di Emanuela Orlandi

Cronaca

La famiglia non ha dubbi, è della ragazza scomparsa 41 anni fa la voce registrata sul lato B di un nastro che il 17 luglio del 1983 era stato spedito all’Agenzia Ansa. A pubblicarne parte dei contenuti è Il Fatto Quotidiano, che li ha ricevuti dal fratello di Emanuela, Pietro Orlandi. Si tratta, ha comunque specificato l'uomo, di un "audio che circola già da 8 anni"

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“Fa male, basta, mi sento male”. E poi, ancora “Dio, perché?”. Sarebbe di Emanuela Orlandi la voce registrata sul lato B di un nastro che il 17 luglio del 1983, a meno di un mese dalla scomparsa della ragazza, era stato spedito all’Agenzia Ansa. A pubblicarne parte dei contenuti è FqMagazine, dopo che gli stessi sono stati concessi dal fratello, Pietro Orlandi, da decenni ormai impegnato per tentare di far luce sulla misteriosa scomparsa della ragazza. In realtà però, ha confermato lo stesso Orlandi all'Ansa, si tratta di un audio che circola da 8 anni, un "audio pubblico che consegnai per la prima volta a 'Chi l'ha visto' di Federica Sciarelli nel 2016" e quella che si sente "è la voce di Emanuela".

Tre minuti di audio

Nell'audio, che dura poco meno di tre minuti, si sentono "queste voci, questa sorta di tortura e su cui io fin dal primo giorno del 2016 - prosegue Orlandi - dissi che in alcune frasi di senso compiuto come quella 'per favore, mi lasci dormire', o quella 'oddio, che è sangue', c'è la voce di Emanuela". Nell'83, sottolinea ancora il fratello di Emanuela, "lo sentì mio padre, però pochi giorni dopo gli dissero 'stia tranquillo, perché sono soltanto spezzoni di un film porno, quindi sicuramente è un brutto scherzo di qualche mitomane'. Allora mio padre si tranquillizzò, perché era devastato quando era tornato a casa quella prima volta che lo aveva sentito". Ma c'era una frase nella quale sembrava esserci proprio la voce di Emanuela, racconta ancora Pietro. "Dopo che allora mio padre era stato tranquillizzato, io ho lasciato perdere. la cosa. Soltanto a fine 2015, quando è stata chiusa l'inchiesta, ho voluto recuperare l'audio per risentirlo. E io ripeto anche adesso, quella frase 'per favore, mi lasci dormire', per me quella è la voce di Emanuela. Non dico tutte le altre voci, perché a me sembrano spezzoni vari, tipo un collage di voci, sembrano anche voci di altre ragazze. Però in un paio di frasi, secondo me quella è la voce di Emanuela". Dal 2016, Orlandi sta anche "cercando quell'audiocassetta originale, che non è stata mai trovata, perché con la tecnologia di oggi potrebbe far venir fuori altre cose". La speranza, ha concluso il fratello di Emanuela, "è che quell'audiocassetta esca fuori. L'ho chiesto in Commissione, l'ho chiesto alla Procura di Roma, lo chiesi in Vaticano. Di quella cassetta nel 2016 si è persa totalmente traccia".      

 

 

Il rapporto del Sismi

La voce che si sente, stando anche ad un rapporto curato dal Sismi, sarebbe quella di una ragazza che sta subendo delle violenze, “sottoposta a stimolazioni dolorose di intensità variabile e progressivamente crescente”. Proprio secondo Pietro Orlandi sarebbe emerso che in quei giorni, nel corso del 1983, quello stesso nastro ascoltato da esperti del Sismi avrebbe confermato che quella voce “corrisponde a quella di Emanuela”. Di recente lo stesso Pietro Orlandi, aveva concesso, sempre in esclusiva a FQ Magazine dei file audio contenenti alcune registrazioni di conversazioni telefoniche avute dalla famiglia Orlandi con i presunti rapitori. 

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