I file sono stati concessi da Pietro Orlandi in esclusiva a FQ Magazine. Sono le prime telefonate ricevute a casa Orlandi a luglio del 1980 dopo la scomparsa di Emanuela. I presunti rapitori: "In Vaticano? Ma lei è un prete?"
Nuovi elementi emergono attorno a uno dei più famosi cold case italiani degli Anni 80, la scomparsa della 15enne Emanuela Orlandi. Il fratello, Pietro Orlandi, da sempre impegnato a non fare scendere l'attenzione sul caso, ha concesso in esclusiva a FQ Magazine dei file audio contenenti alcune registrazioni di conversazioni telefoniche avute dalla famiglia Orlandi con i presunti rapitori. Pierluigi e Mario sono i primi due personaggi che hanno telefonato e potrebbero essere i primi grandi depistaggi in questa storia.
La proposta dello zio di Emanuela di incontrarsi in Vaticano
La prima chiamata è di Pierluigi, il 25 giugno del 1983. Avrebbe rivelato importanti dettagli sulla sparizone della quindicenne vaticana, ma non ha voluto collaborare con le forze dell'ordine al suo ritrovamento. Alla terza telefonata, Pierluigi dice di avere 16 anni e di trovarsi con i suoi genitori al ristorante, e aggiunge che Emanuela sarebbe stata in compagnia di tale Barbara, che le aveva chiesto di suonare il flauto per il matrimonio di sua sorella. Lo zio di Emanuela Orlandi propone un incontro in Vaticano per parlare di persona e l'interlocutore, colto di sorpresa, risponde: "In Vaticano? Ma lei è un prete?". Lessico e voce degli audio, che FQ Magazine riporta in esclusiva, non sembrano però quelli di un sedicenne.