Scuola, scatta aumento per i presidi: fino a 260 euro. Le novità del rinnovo contrattuale
Cronaca
Introduzione
Per i circa 6500 dirigenti scolastici d'Italia è in arrivo un aumento medio del 3,78% dello stipendio, parte dei quali destinati a retribuzione di risultato. Soddisfatti i sindacati, che però sottolineano come si tratti di fatto di circa 195 euro netti al mese.
Con la firma del contratto collettivo nazionale dell'Area dirigenziale Istruzione e ricerca (arrivata in ritardo, perché si riferisce al triennio 2019-2021), viene inoltre previsto il lavoro agile, si raddoppia dal 30 al 60% la percentuale dei posti riservati alla mobilità interregionale e si introduce la la clausola di salvaguardia della retribuzione, in caso di assegnazione ad istituzione scolastica di fascia inferiore a seguito del dimensionamento. Intanto in Cdm è stato approvato il disegno di legge di riforma dei contratti della ricerca
Quello che devi sapere
Scuola, scatta aumento per i presidi: fino a 260 euro (lordi)
- Buone notizie in arrivo per i circa 6.500 dirigenti scolastici italiani: è stato firmato il contratto collettivo nazionale dell'Area dirigenziale Istruzione e ricerca (un po’ in ritardo, triennio 2019-2021). Tra gli aggiornamenti principali c’è quello che riguarda lo stipendio dei presidi, con un aumento medio del 3,78% (parte dei quali destinati a retribuzione di risultato), che arriverà a 260 euro lordi al mese. Ma sono previste anche altre novità
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Le altre novità, dal lavoro agile al tutor esperto
- Nel contratto viene previsto il lavoro agile e spunta la figura di un tutor esperto per i dirigenti neoassunti nei primi due anni. Viene poi mantenuta la retribuzione di parte variabile per i dirigenti scolastici in servizio nelle scuole italiane all'estero ed eliminato l'automatismo del licenziamento in caso di recidiva alla sospensione
Mobilità interregionale e salvaguardia della retribuzione
- È stata inoltre raddoppiata dal 30 al 60% la percentuale dei posti riservati alla mobilità interregionale ed è stata introdotta la clausola di salvaguardia della retribuzione, in caso di assegnazione ad istituzione scolastica di fascia inferiore a seguito del dimensionamento
I sindacati: "Aumenti non soddisfacenti"
- Si dicono soddisfatti i sindacati, che però criticano la cifra degli aumenti degli stipendi. "Si tratta di 195 euro lordi effettivi al mese che i dirigenti avranno sullo stipendio. Aran inserisce nel computo anche le risorse che la finanziaria 2020 ha stanziato per consolidare il Fun dei dirigenti, in sofferenza a seguito della massiccia immissione in ruolo di circa 2000 dirigenti Nel 2019. Tali risorse sono già state utilizzate dal 19/20 per la retribuzione di parte variabile e risultato dei dirigenti quindi non rappresentano aumenti effettivi in busta paga". Si chiede al governo di mettere comunque subito mano alla trattativa per il nuovo triennio 2022-2024, sottolineano Flc Ggil e Cisl Scuola
La riforma dei contratti della ricerca
- Al di là del rinnovo del contratto, il Consiglio dei ministri - su proposta del Ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini – ha intanto approvato il disegno di legge di riforma dei contratti della ricerca. Nello specifico, fa sapere il dicastero, si prevedono forme di collaborazione da parte di studenti durante il corso di laurea o di laurea magistrale per un massimo di 200 ore l'anno. Gli studenti potranno fornire assistenza all'attività di ricerca in aggiunta alla collaborazione ai servizi universitari. Il compenso può arrivare a 3.500 euro all'anno
Le borse di assistenza alla ricerca
- Si introducono poi due tipologie di borse di assistenza all'attività di ricerca: una junior, destinata ai laureati magistrali o a ciclo unico per iniziare percorsi di ricerca sotto la supervisione di un tutor, e una senior per i dottori di ricerca che potranno svolgere attività di ricerca. In entrambi i casi la durata va da un minimo di un anno a un massimo di tre
Il contratto postdoc
- Arriva anche il contratto postdoc, che potrà essere sottoscritto dal dottore di ricerca. In questo caso potranno essere svolte attività di ricerca, nonché di collaborazione alle attività di didattica e terza missione. La durata va da un minimo di un anno a un massimo di tre. Rimangono comunque i contratti di ricerca, introdotti nel 2022, per i quali è in corso la contrattazione Aran-sindacati
Il professore aggiunto
- E ancora, nuova figura che viene introdotta è quella del Professore aggiunto (Adjunct professor): potrà svolgere nelle università specifiche attività di didattica, di ricerca e di terza missione. Il contratto potrà avere una durata minima di tre mesi fino ad una durata massima di tre anni. "Si tratta di una 'cassetta degli attrezzi' a disposizione di Università, Epr e istituzioni Afam”, spiega Bernini. La ministra parla di “un intervento con cui si intende superare il precariato storico che affligge da tempo il settore e iniettare nuova linfa con strumenti diversificati per attrarre e trattenere i migliori talenti nel circuito della ricerca e dell'innovazione scientifica"
Critiche le opposizioni: "Precariato e sfruttamento"
- Critiche le opposizioni. Il senatore Francesco Verducci, della Commissione Cultura, parla di una riforma che ha "un solo nome, precariato e sfruttamento". Sulla stessa scia Alfredo D'Attorre, responsabile Università nella segreteria nazionale del Pd: "La precarizzazione della ricerca è una scelta irresponsabile"
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