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Papa all'Angelus: “Basta guerra in Medioriente, non soffocate la pace”

Cronaca
©Ansa

Durante il suo discorso in piazza San Pietro, Papa Francesco ha condannato “gli attacchi, anche mirati”, i quali “non possono mai essere una soluzione” perché "generano ancora più odio e vendetta". Il pontefice ha poi espresso "preoccupazione" per il Venezuela: "Ci vuole un accorato appello a tutte le parti a cercare la verità e ad esercitare moderazione, ad evitare ogni tipo di violenza, a comporre i contenziosi con il dialogo", ha detto

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Papa Francesco, durante l'Angelus della domenica, è tornato a parlare della guerra in Medioriente. "Basta fratelli e sorelle, basta. Non soffocate la parola di Dio, la guerra è una sconfitta", ha detto il pontefice al termine del suo discorso in piazza San Pietro. "Bisogna avere il coraggio di riprendere il dialogo perché cessi subito il fuoco a Gaza e si liberino gli ostaggi, si soccorra la popolazione con gli aiuti umanitari", ha sottolineato il Papa. 

Papa: “Gli attacchi mirati generano più odio e violenza”

All'Angelus, il pontefice ha anche condannato “gli attacchi, anche mirati”, i quali “non possono mai essere una soluzione” perché "non aiutano a percorrere il cammino della giustizia e della pace" ma anzi, al contrario, "generano ancora più odio e vendetta". Evidente il riferimento del Papa all'attacco israeliano a Teheran per uccidere il capo di Hamas e al rischio di un'imminente rappresaglia iraniana. Durante il suo discorso domenicale, Papa Francesco ha sottolineato il fatto che il conflitto in corso in Medioriente, "già particolarmente violento e sanguinoso, non si estenda ancora di più”. 

Papa: "Preoccupato per il Venezuela, appello al dialogo"

Il Papa ha poi espresso "preoccupazione" per il Venezuela "che sta vivendo una situazione critica. Ci vuole un accorato appello a tutte le parti a cercare la verità e ad esercitare moderazione, ad evitare ogni tipo di violenza, a comporre i contenziosi con il dialogo, ad avere a cuore il vero bene della popolazione e non interessi di parte", ha detto il pontefice.  

Papa: "Le cose materiali non riempiono la vita, solo l'amore può farlo"

Il pontefice ha affrontato anche il tema dell'eredità familiare. "Le cose materiali non riempiono la vita: solo l’amore lo può fare. E perché ciò accada la strada da imboccare è quella della carità che non tiene nulla per sé, ma condivide tutto", ha detto il Papa. Il pontefice ha sottolineato quanto sia "triste" vedere fratelli che "litigano per l'eredità, ho visto tanti casi, è triste”. Poi ha aggiunto: “E magari non si parlano, per i soldi, per anni! Il messaggio del papà e della mamma, il loro lascito più prezioso, non sono i soldi, ma l'amore con cui donano ai figli tutto ciò che hanno, proprio come fa Dio con noi, e così ci insegnano ad amare". Il Papa si è poi rivolto ai fedeli in Piazza San Pietro: "Chiediamoci, allora: io che rapporto ho con le cose materiali? Ne sono schiavo, oppure le uso con libertà, come strumenti per donare e ricevere amore? Io so dire 'grazie' a Dio e ai fratelli per i doni ricevuti e condividerli con gli altri?".  

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Durante il discorso, Papa Francesco ha ricordato l'esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020, esattamente quattro anni fa. "Anche oggi il popolo libanese soffre tanto. In particolare penso alle famiglie delle vittime dell'esplosione del porto di Beirut. Auspico che si faccia presto giustizia e verità. Il nuovo beato - ha detto il Papa riferendosi al patriarca Stefano Douayhy recentemente beatificato in Libano - sostenga la fede e la speranza della Chiesa in Libano e interceda per questo amato paese".  

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"Un applauso al nuovo beato". Lo afferma il Papa, dopo l'Angelus, ricordando la beatificazione di Stefano Douayhy in Libano. "Maestro di fede e pastore sollecito, fu testimone di speranza sempre accanto alla gente", sottolinea il Papa. "Anche oggi il popolo libanese soffre tanto, penso alle famiglie delle vittime dell'esplosione del porto di Beirut: auspico si faccia presto giustizia e verità - conclude - Il nuovo beato sostenga la fede e la speranza della chiesa in Libano e interceda per questo amato Paese".

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Papa Francesco ha ricevuto ieri in Vaticano i familiari del missionario padre Matteo Pettinari, morto in Costa D'Avorio qualche mese fa a causa di un incidente stradale. Come riferisce riferisce il portale marchigiano “Qdm”, all'incontro era presente anche don Giovanni Rossi, parroco di Cupramontana (Ancona) e zio del missionario scomparso. Nato a Monte San Vito, padre Matteo, 43 anni, era un missionario della Consolata della diocesi di Senigallia e dal 2007 viveva in Costa d'Avorio. Al Regina Coeli dello scorso 21 aprile Papa Francesco lo aveva ricordato come "il missionario instancabile, che ha lasciato una grande testimonianza di generoso servizio".