Roma, 3 detenuti evasi da carcere minorile Casal del Marmo. Due presi

Cronaca
©Ansa

I minori di nazionalità tunisina sono riusciti a scavalcare il muro di cinta della struttura penitenziaria. Secondo quanto emerso avrebbero approfittato del caos scatenato in seguito ad una rissa scoppiata tra diversi detenuti. Uno dei tre giovani è stato rintracciato a L'Aquila, un altro alla stazione di Roma Termini. Resta ricercato il terzo

ascolta articolo

Tre minori di nazionalità tunisina sono evasi ieri dal carcere minorile di Roma "Casal del Marmo", riuscendo a scavalcare il muro di cinta della struttura. Secondo quanto emerso avrebbero approfittato del caos scatenato in seguito ad una rissa scoppiata tra diversi detenuti e intorno alle 17.30 hanno eluso la sorveglianza scappando dal carcere.  Subito sono scattate le ricerche degli evasi. A darne notizia è stato Massimo Costantino, segretario generale Fns Cisl Lazio, riferendo che nell’istituto "ci sono circa 55 detenuti su una capienza di 45" e che quella in corso "sarebbe la seconda evasione dopo quella  nel 2013 con un'aggressione ad un operatore civile". In serata uno dei tre giovani è stato rintracciato a L'Aquila dalla Polizia di Stato. Poco dopo, un altro dei minori evai è stato arrestato alla stazione di Roma Termini. Ancora ricercato il terzo.

 

©Ansa

De Fazio: "Li prendiamo senza dubbi"

Come reso noto da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, uno dei tre ragazzi è stato individuato e arrestato a L'Aquila. "Per una serie di ragioni - ha detto - non avevamo e non abbiamo molti dubbi sul fatto che i fuggiaschi di ieri, tutti minori, vengano ripresi e ricondotti in carcere in breve tempo. Di solito questi ragazzi non godono di appoggi esterni e non di rado sono gli stessi familiari che li inducono a costituirsi. Questo, però, non cancella le falle del sistema le quali, al contrario, vengono ancor più evidenziate dalla certificazione che non si tratti di fughe organizzate. Insomma, basta deciderlo estemporaneamente e si può evadere con evidente facilità. Occorrerebbe poi interrogarsi su quanto costa un'evasione anche in termini di spese per le ricerche e tutto ciò che ne consegue. Somme che, evidentemente, sarebbe più proficuo investire in politiche di potenziamento della sicurezza, a partire dagli organici della Polizia penitenziaria mancanti di 18mila unità". E ha concluso: "Ma evidentemente, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo tutto, da cui non si sente una parola quando si verificano questi accadimenti, preferiscono pensare ad altro senza voler rendersi conto che la situazione, alle condizioni date, è destinata a sfuggire completamente di mano".

Carenza di personale e sovraffollamento

"A Casal Del Marmo ricordiamo che lo scorso 27 giugno c'è stata una maxi rissa tra detenuti magrebini, mentre nella notte del 7 luglio scorso due detenuti hanno incendiato un materasso in una sezione, che è stata fatta sgomberare, un agente della penitenziaria rimase ferito mentre si erano registrate già tre aggressioni", ha riferito ancora Costantino. "Nelle carceri minorili non esistono circuiti differenziati e ciò rende molto oneroso il lavoro, laddove detenuti con psicopatologie, problemi di dipendenza ed altre patologie e diverse etnie in spazi relativamente stretti contribuiscono ad alzare il livello di tensione. I pochi poliziotti rimasti sono costretti a turni massacranti senza turn over o assegnazione di nuove unità", ha ricordato. "Quella che si prospettava era una stagione estiva pesantissima, perché il sovraffollamento dei detenuti aumenta giorno per giorno e le carenze nelle dotazioni di personale di Polizia penitenziaria stanno toccando livelli difficilmente registrati". Secondo la Fns Cisl Lazio servono "ulteriori interventi da parte del governo, perché quelli già messi in campo dallo scorso anno con punte di nuove assunzioni – finalmente – mai viste prima in questi numeri, sono insufficienti a gestire quella che ormai è una grave emergenza". 

 

Un'immagine simbolica della cella di un carcere italiano . ANSA

approfondimento

Firenze, “Acqua calda non è diritto in cella”: verifiche del Garante

Cronaca: i più letti