Papa all’Angelus: “Olimpiadi siano occasione per tregua nelle guerre”

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Il Pontefice questa mattina ha rinnovato il suo appello per la pace e per una “tregua” olimpica su tutti i conflitti in corso nel mondo. "Gli atleti siano messaggeri di pace”, ha riferito

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Durante l'Angelus di questa mattina, Papa Francesco ha rinnovato il suo appello per una “tregua” olimpica su tutti i conflitti in corso nel mondo.  
"Questa settimana inizieranno i Giochi Olimpici di Parigi, che saranno seguiti dai Giochi Paralimpici. Lo sport ha anche una grande forza sociale, capace di unire pacificamente persone di culture diverse. Auspico che questo evento possa essere segno del mondo inclusivo che vogliamo costruire e che gli atleti, con la loro testimonianza sportiva, siano messaggeri di pace e validi modelli per i giovani”, ha dichiarato. In particolare, ha aggiunto il Pontefice, ribadendo questa sua richiesta “secondo l'antica tradizione, le Olimpiadi siano occasione per stabilire una tregua nelle guerre, dimostrando una sincera volontà di pace".

Papa: “Preghiamo per la pace, la guerra è una sconfitta”

Ancora all'insegna della pace sono le parole del Papa. "Preghiamo per la pace. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, e tanti altri Paesi che sono in guerra. Non dimentichiamo: la guerra è una sconfitta”, ha sottolineato all’Angelus.

“Basta fretta e 'dittatura del fare', sapersi fermare”

Commentando il Vangelo del giorno, papa Francesco ha messo oggi in guardia da "un pericolo che può riguardare anche la nostra vita e il nostro apostolato, quando ad esempio l'entusiasmo nel portare avanti la missione o il lavoro, così come il ruolo e i compiti che ci sono affidati ci rendono vittime dell'attivismo, e questa è una cosa brutta, troppo preoccupati delle cose da fare e troppo preoccupati dei risultati". "E allora succede che ci agitiamo e perdiamo di vista l'essenziale, rischiando di esaurire le nostre energie e di cadere nella stanchezza del corpo e dello spirito”, ha avvertito. “È un monito importante per la nostra vita, per la nostra società spesso prigioniera della fretta, ma anche per la Chiesa e per il servizio pastorale: stiamo attenti alla dittatura del fare!".

“Solo se impariamo a riposare possiamo avere compassione"

Anche nelle famiglie, "il papà e la mamma dovrebbero avere il tempo per stare con i figli e non cadere nella dittatura del fare. Non avere tempo da passare con i figli è un'ingiustizia sociale". E "il riposo proposto da Gesù non è una fuga dal mondo, un ritirarsi nel benessere personale; al contrario, di fronte alla gente smarrita Egli prova compassione". "E allora dal Vangelo impariamo che queste due realtà, riposo e compassione, sono legate", ha spiegato il Pontefice: “Solo se impariamo a riposare possiamo avere compassione". Infatti, "è possibile avere uno sguardo compassionevole, che sa cogliere i bisogni dell'altro, soltanto se il nostro cuore non è consumato dall'ansia del fare, se sappiamo fermarci e, nel silenzio dell'adorazione, ricevere la Grazia di Dio". Il Papa ha quindi invitato i fedeli a chiedersi: “Io mi so fermare durante le mie giornate? So prendermi un momento per stare con me stesso e con il Signore, oppure sono sempre preso dalla fretta per le cose da fare? Sappiamo trovare un po' di 'deserto' interiore in mezzo ai rumori e alle attività di ogni giorno?".

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