Toti ai domiciliari per finanziamento illecito. Opposizioni chiedono dimissioni subito

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Il governatore è ora accusato di finanziamento illecito per la vicenda degli spot elettorali pagati, secondo l'accusa, sottobanco da Esselunga e proiettati sul maxi schermo di Terrazza Colombo. A Genova 2mila i leader dell'opposizione hanno portato in piazza 2mila manifestanti per chiedere di andare al voto

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Nuova misura cautelare agli arresti domiciliari per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Il governatore è ora accusato di finanziamento illecito per la vicenda degli spot elettorali pagati, secondo l'accusa, sottobanco da Esselunga e proiettati sul maxi schermo di Terrazza Colombo. Indagati, per lo stesso reato, anche l'ex braccio destro di Toti Matteo Cozzani, l'ex senatore e proprietario di Primocanale Maurizio Rossi e l'ex consigliere di Esselunga Francesco Moncada. Toti è ai domiciliari ad Ameglia, nella sua villetta.

Il Gip: "Esselunga ha pagato 55 mila euro lo spot per Toti"

Secondo l'accusa, Francesco Moncada (ex consigliere del Cda di Esselunga) avrebbe finanziato 5.560 passaggi elettorali pubblicitari (Toti per Genova e Candidato sindaco Marco Bucci) sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo. Per gli investigatori, Esselunga avrebbe pagato circa 55.600 euro. I passaggi, in vista delle elezioni comunali del 2022, sarebbero "stati materialmente erogati da Ptv spa ma offerti dal colosso dei supermercati in modo occulto e cioè senza alcuna delibera da parte dell'organo sociale competente, senza una regolare iscrizione a bilancio e senza procedere ad alcuna dichiarazione congiunta", è emerso.  In particolare, "Moncada, in accordo con Rossi, Cozzani e Toti, prometteva di concludere e poi concludeva un contratto di pubblicità con Maurizio Rossi che formalmente avrebbe dovuto pubblicizzare solo Esselunga ma che, in realtà, avrebbe coperto i costi anche dei passaggi pubblicitari per la campagna elettorale della lista Liguria al centro Toti  per Bucci".  

"Toti potrebbe commettere ancora reati" 

Secondo il giudice per le indagini preliminari, Paola Faggioni, c'è "il pericolo attuale e concreto che Giovanni Toti commetta altri gravi reati della stessa specie e, in particolare, che possa reiterare analoghe condotte di finanziamenti illeciti in favore del proprio partito e movimento politico". Queste esigenze, ha riferito ancora il giudice "sono desumibili dalle modalità stesse della condotta e dalla personalità dell'indagato, così come emergente anche dai comportamenti accertati nell'ambito della presente indagine". Toti, inoltre, avrebbe "pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, svenduto e messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati abdicando ai propri importanti doveri istituzionali, in cambio di finanziamenti, promessi e concretamente erogati". 

Esselunga: "Mai effettuati pagamenti sottobanco"

Nel corso della giornata, poi, è arrivata la precisazione di Esselunga. "Con riferimento alle ultime notizie divulgate sui media relative ad accuse di presunto 'finanziamento illecito per la vicenda di spot elettorali' nonché di presunta 'violazione della legge sul finanziamento ai partiti riguardo i 50 mila euro versati da Esselunga per spot pubblicitari della catena di supermercati sulla TV genovese Primo Canale", l'azienda afferma che "con la massima fermezza, che si tratta di affermazioni totalmente infondate, che non è stato effettuato alcun pagamento sottobanco, che la pubblicità sul maxi schermo è stata regolarmente pagata per il tramite del centro media, Media Italia Spa, che il prezzo pagato è congruo ed in linea con il mercato, che, per quanto emerge da prove documentali, il contratto è stato pienamente eseguito e che alcuna prestazione destinata ad Esselunga è stata effettuata in favore di altri". "Parimenti  - prosegue l'azienda - infondata è l'accusa relativa ai 50 mila euro versati per gli spot pubblicitari televisivi sulla TV genovese Primo Canale: il prezzo corrisposto, la cui congruità è attestata da audit specifici, è il medesimo che è stato praticato a tutte le altre società che hanno sottoscritto lo stesso genere di spot pubblicitari. Le pubblicità commerciali in televisione per promuovere il marchio Esselunga - prosegue ancora - sono state concordate ed effettuate mediante 10 campagne pubblicitarie, tutte tracciate, in virtù di un contratto stipulato il 28 luglio 2022, per un totale complessivo di 50 mila euro con la prima campagna avvenuta in data 4 agosto 2022. Tutto ciò è dimostrato da ineccepibili evidenze documentali e qualsiasi diversa interpretazione è totalmente destituita di fondamento". La Società ha dato mandato ai suoi legali "per avviare le azioni necessarie a tutela dell'immagine dell'azienda". 

L'interrogatorio. E salta l'incontro con Salvini

Nel frattempo è stato fissato per domani, alle 13, l'interrogatorio dello stesso Toti dopo la nuova misura cautelare per finanziamento illecito. Il presidente sarà in video collegamento in caserma a Spezia mentre il suo avvocato Stefano Savi sarà collegato da Genova. Con ogni probabilità Toti si avvarrà della facoltà di non rispondere. "Le esigenze relative al nuovo interrogatorio di garanzia, fissato per domani, ci costringono a rivedere il calendario degli incontri Previsti dal Presidente, in particolare quello con il Vice Presidente del Consiglio, che sarà posticipato ovvero, data la fittissima agenda di impegni istituzionali, potrebbe svolgersi in remoto, ove i magistrati lo consentano tenuto conto degli impegni dell'Alta Carica Istituzionale". Così Stefano Savi, avvocato di Toti.


Il legale di Toti: "Stupisce la tempistica"

"La nuova misura cautelare notificata oggi al Presidente Toti non modifica, a nostro avviso, lo stato di fatto e di diritto relativo all'inchiesta. In particolare stupisce la tempistica della stessa, visto che non incide sullo stato di Toti, già agli arresti domiciliari da oltre due mesi". Queste le parole dello stesso legale del governatore. "Nel merito, le nuove accuse appaiono corollario all'interpretazione accusatoria della precedente ordinanza, senza aggiungere nulla di nuovo: gli "interessamenti" di cui si reiterano le accuse, come emerge dagli stessi atti investigativi, altro non sono - sottolinea Savi - che legittima attività poltica di collegamento tra una azienda e gli uffici preposti di Regione al fine di meglio comprendere le esigenze dell'Ente e le relative integrazioni. Nessun favoritismo e nessuna pressione risulta nelle informative e la pratica in questione, correttamente istruita e processata, è stata approvata in Regione in assenza del Presidente, già sottoposto a misura cautelare". Quanto alla consistenza dei contratti pubblicitari, ha concluso il legale, "l'analisi della stessa, sulla quale ovviamente ci riserviamo approfondimenti risulta parziale e non tenenti conto le politiche commerciali dei soggetti erogatori il servizio. Resta la difficoltà di comprendere l'esigenza di questo ulteriore provvedimento, proprio oggi, a distanza di oltre due anni dai fatti contestati ed in presenza di misure cautelari già in essere". 

 

 

Il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, in una foto d'archivio. Genova, 07 maggio 2024.
ANSA/LUCA ZENNARO

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Le opposizioni portano 2mila persone in piazza

 

Intanto, l'opposizione è scesa in piazza per diventare "un'alternativa". Lo ha detto espressamente la leader del Pd, Elly Schlein che, insieme al presidente del M5S Giuseppe Conte e ai leader di Sinistra Italiana e Alleanza Verdi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, è riuscita a portare in piazza a Genova oltre 2000 persone. A pochi passi dal palazzo della Regione, tra striscioni, sit in con cori e applausi, hanno chiesto di "togliere la Liguria dai domiciliari a cui Toti la sta condannando". Il campo largo ha chiesto, insieme a comitati e associazioni, di tornare subito al voto: "Liguria, diritto al futuro" è lo slogan che campeggia sul palco. Crosetto risponde con un post sul social X parlando di una manifestazione "contro il diritto di ogni cittadino di essere ritenuto innocente fino a sentenza e, quindi, di fatto, contro la nostra Costituzione e la democrazia". "Duemila persone - si legge nel post - hanno parlato per sostenere che i cittadini non hanno diritti e che non sono tutti uguali di fronte alla legge. Duemila persone, molti dei quali parlamentari eletti per rappresentare il popolo e difendere la democrazia, che invece, in questo modo, diventano strumenti, consapevoli, della sua distorsione". 

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