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Strage Bologna, confermato l'ergastolo in appello per Paolo Bellini

Cronaca

La Corte d'Assise di Bologna ha ribadito la condanna per l'ex terrorista nel processo sulla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Confermati anche 6 anni a Segatel e 4 a Catracchia. Gioia tra i familiari delle vittime: "Non è ancora finita ma questo è un tassello importante"

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Confermato l’ergastolo per Paolo Bellini, tra i responsabili della strage di Bologna. La Corte d'Assise d'Appello del capoluogo dell'Emilia-Romagna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha convalidato la condanna per l’ex terrorista di Avanguardia Nazionale al carcere a vita nel processo sulla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio: le motivazioni della sentenza saranno disponibili entro 90 giorni. Bellini era accusato in concorso con gli ex Nar già condannati, Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. E con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, tutti morti e non più imputabili, ma ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell'attentato. 

Sei anni a Segatel e 4 a Catracchia

La Corte di Assise di Appello di Bologna, oltre a confermare l’ergastolo per Bellini, ha ribadito la colpevolezza anche degli altri due imputati. Si tratta dell'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio e condannato nuovamente a sei anni, e di Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, condannato a quattro anni. 

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Bellini: "Se implicato, avrei confessato"

Bellini, prima che la Corte si ritirasse per deliberare, ha rilasciato dichiarazioni spontanee. "Se fossi stato implicato nella strage lo avrei confessato - ha dichiarato - non mi sarebbe cambiato nulla, il marchio di stragista mi era già stato affisso dai giornali e dalla comunicazione giudiziaria. L'influenza della stampa su fatti eclatanti è questo, il marchio a fuoco me lo hanno messo". E ha aggiunto: "Io nei nove mesi di collaborazione con la giustizia ho confessato reati che altrimenti non avrebbero mai scoperto. Io ho collaborato spontaneamente e nessuno sapeva, e parto dal primo reato commesso, quello di Alceste Campanile, che tiro fuori per liberarmi la coscienza e potevo anche non dirlo". Più avanti nel suo discorso, durato circa 3 ore, Bellini ha aggiunto: "Condanna o no non me ne frega niente, la gente deve sapere". L'ex di Avanguardia nazionale non era invece presente alla lettura del verdetto perché, come lui stesso ha dichiarato durante il dibattimento, "devo sostenere degli interrogatori e devo prendere un farmaco". 

Bellini: "Il 2 agosto c'erano Kram e Mossad"

Nelle sue dichiarazioni spontanee Bellini è tornato a parlare delle altre persone, a suo dire, coinvolte nella strage. "Io non ho mai detto che siano stati i palestinesi a fare il bum di Bologna. Io ho detto quello che ho vissuto, che Ugo Sisti (allora Procuratore capo di Bologna, ndr) venne informato che c'era l'allarme per un imminente attacco al carcere dove era rinchiuso Abu Saleh (rappresentante in Italia dell'Fplp, ndr). Saleh era coccolato da tutti, amico di questo e di quell'altro, e uomo supportato dai servizi segreti italiani e in particolare dal colonello Giovannone. Ma tutte queste cose non le dobbiamo dire, io sono ancora collaboratore di giustizia e non mi posso permettere di dire barzellette". E ha aggiunto: "Sisti era già stato informato di questo attacco. E ci si chiedeva come mai a Bologna il 2 agosto c'era Kram, con altri personaggi, e il Mossad".

Parenti vittime: "Tassello importante"

Gioia per la sentenza tra i parenti delle vittime. "Questo è un tassello molto importante per confermare la verità che è emersa durante questi due gradi di giudizio. Non è finita, sappiamo benissimo che ci sarà il ricorso alla Cassazione, ma questo è un tassello importante per noi familiari delle vittime. Perché è la parola agli 85 che non possono parlare, questi sono i fatti, sappiamo chi sono stati i mandanti, sappiamo chi è stato. Cercheremo di non fermarci qui". Lo ha detto Anna Pizzirani, vicepresidente dell'associazione delle vittime del 2 agosto 1980. "E questo nonostante il delirio di questa mattina - ha detto riferendosi alle dichiarazioni spontanee dell'imputato - i fatti sono questi, nella foto è lui.