Inchiesta Liguria, lo stop della manager a Spinelli: “No soldi a Toti, sarebbe corruzione”

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Da quanto emerge, la manager Ivana Semeraro del fondo Icon Infrastructure si sarebbe rifiutata con l'imprenditore Aldo Spinelli di finanziare per 40mila euro il comitato elettorale del presidente ligure, perché a suo avviso "questi pagamenti possono essere visti come corruzione". Intanto, nei prossimi giorni prenderanno il via gli accertamenti tecnici irripetibili su telefoni, tablet, pc e altri dispositivi informatici degli indagati

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Continuano le indagini sull'inchiesta sulle presunte tangenti in Liguria che ha coinvolto anche il governatore Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio per corruzione. Da quanto emerge, la manager Ivana Semeraro del fondo Icon Infrastructure si sarebbe rifiutata con l'imprenditore Aldo Spinelli di finanziare per 40mila euro il comitato elettorale del presidente ligure, perché a suo avviso "questi pagamenti possono essere visti come corruzione". A scriverlo sono alcuni quotidiani, come Repubblica, Corriere della Sera e Fatto Quotidiano.

La conversazione tra Spinelli e Semeraro

Secondo la ricostruzione riportata dai quotidiani, Spinelli è socio della Icon nel porto di Genova e avrebbe chiesto al Fondo di accollarsi un finanziamento da 40mila euro. L’imprenditore, sarebbe la tesi, voleva usare come schermo il fondo di investimento inglese per evitare di comparire tra i finanziatori di Toti. I giornali pubblicano anche uno stralcio di conversazione tra Aldo Spinelli e Ivana Semeraro, avvenuta il 20 settembre 2021. "Ciao Aldo – dice la manager –. Abbiamo un po' di problemi ad approvare quel pagamento di... la donazione, alla... al comitato di Toti..". Spinelli è sorpreso: "Perché?". "Perché è un problema di reputazione – risponde la manager –, perché comunque nelle regole della nostra policy non possiamo fare donazioni a partiti politici, perché può essere vista come...". "Ma noi l'abbiamo fatto sempre tutti gli anni", insiste l'imprenditore. E Semeraro: "Prima di noi. Ma non da quando siamo arrivati noi, Aldo. Perché i partiti politici ovviamente fanno parte delle varie istituzioni e quindi questi pagamenti possono essere sempre un po'... visti come corruzione". Spinelli allora dice: "Lo so, ma gioia, sai cosa...". Semeraro dice ancora: "Lo so, io capisco che per te è importante supportare a livello locale...".

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La posizione del figlio di Spinelli

Sempre secondo quanto emerso e riportato dalla stampa, il figlio di Spinelli, Roberto, sarebbe stato sollevato dal no di Semeraro: "Quando Semeraro mi ha detto che non poteva autorizzare il pagamento io ero l'uomo più felice del mondo – avrebbe detto davanti ai magistrati Spinelli junior –. Mio padre poi ci dribblava, dava l'ordine diretto. Io ho fatto Legge e ho anche studiato negli Stati Uniti, non posso chiedere a un fondo di schermarmi. Sarei come mio padre, sarei uno scemo totale. Io ho chiesto all'Ivana di autorizzarmi, sperando che non mi autorizzasse".

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Continuano le indagini

Intanto, all’inizio della nuova settimana prenderanno il via gli accertamenti tecnici irripetibili su telefoni, tablet, pc e altri dispositivi informatici degli indagati. Già da lunedì dovrebbero essere effettuate le copie forensi dei dispositivi del governatore Toti, che saranno poi analizzate per acquisire messaggi, email o altro di utile per le indagini. Fino a lunedì alle 23.59, inoltre, gli indagati (Toti compreso) avranno tempo per presentare ricorso al Riesame sulle misure cautelari. Al momento risulta aver presentato appello solo Mauro Vianello. Toti, da quanto emerso, non dovrebbe ricorrere al Riesame e attende, come ribadito dal legale Stefano Savi, di essere interrogato dai pm: questi ultimi, però, vogliono prima approfondire i punti dell'inchiesta con gli ascolti di altri testimoni, tra cui il sindaco di Genova Marco Bucci, che andranno avanti in settimana. Già da lunedì, infine, i pm potrebbero riascoltare il file della registrazione dell'interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, e in particolare le parole trascritte come "finanziamenti illeciti", riferendosi a quelli che "voleva" Toti. Il figlio del patron, con comunicazione dei legali, ha sostenuto di aver detto "finanziamenti leciti". Per gli inquirenti allo stato fa fede la trascrizione e comunque, hanno spiegato, non cambia il quadro dell'imputazione di corruzione: versamenti, anche se tracciati, al Comitato elettorale in cambio dei quali il presidente della Liguria avrebbe messo a "disposizione" la sua "funzione" a favore del gruppo.

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