Inchiesta in Liguria, Toti si farà interrogare. Indagine della procura: "C'era una talpa"

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Dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere, il presidente della Regione ha chiesto di essere ricevuto dai pm. Emergono intanto alcune frasi del colloquio dell'imprenditore Spinelli con gli inquirenti: "Io preso in giro da Toti. Ho sempre finanziato i partiti legalmente". La procura di Genova indaga su una possibile rivelazione del segreto d'ufficio: "Un uomo avvisò i Testa dell'indagine"

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Il presidente della Liguria Giovanni Toti, indagato nell'inchiesta sul presunto sistema di corruttele, si farà interrogare. Lo comunica l'avvocato Stefano Savi, difensore del governatore, che ha richiesto ufficialmente l'interrogatorio per il suo assistito. Ora i pm dovranno fissare una data. Lo stato d'animo di Toti, aggiunge il legale, "è quello di voler spiegare una serie di fatti". Il presidente della Regione è agli arresti domiciliari per corruzione da una settimana. Ricevuto la scorsa settimana dal gip, si era avvalso della della facoltà di non rispondere (GLI INCONTRI INTERCETTATI: ECCO LE FOTO).

L'imprenditore Spinelli: "Preso in giro da Toti"

Emergono intanto i primi dettagli dell'interrogatorio dell'imprenditore Aldo Spinelli, anche lui indagato. "Sono stato preso in giro da Toti", ha detto al giudice e al pm della procura di Genova, che gli contestano di aver pagato in tre anni tangenti per 75mila euro al governatore per ottenere favori e delibere. "Ho dato finanziamenti sempre rispettando la legge a tutti, perfino alla Bonino che nemmeno conoscevo", ha però risposto Spinelli. E lo avrebbe fatto contro il parere del figlio Roberto, scrive il Corriere della Sera, che non condivideva la gestione imprenditoriale "di versare soldi alla politica". Questa posizione emergerebbe anche da un'intercettazione depositata agli atti.

Il figlio di Spinelli: "Ha fatto tutto mio padre"

"Ho detto tutto, tutto", aveva sottolineato ieri Spinelli al termine dell'interrogatorio, aggiungendo di non essere preoccupato e di ritenere "di meritarsi la libertà". Come poi aveva spiegato il suo legale, Andrea Vernazza, "si è sfogato". Uno sfogo di cui nulla è stato detto ufficialmente, anche se sui giornali sono trapelate alcune frasi. Spinelli, nel quadro da lui tracciato, si sarebbe difeso dicendo di aver sempre avuto a cuore gli interessi del porto e di aver "agito solo per quegli interessi" che sono poi anche della città. Ha quindi ribadito che i finanziamenti erano "regolari". Il figlio Roberto - anche lui con una misura interdittiva - ha ripetuto quello che emerge dalle intercettazioni agli atti del fascicolo, ossia che non era d'accordo con il padre. In sostanza si sarebbe chiamato fuori: "Ha fatto tutto lui", avrebbe detto.

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Testa: "Non capisco perché mi accusano"

Si difende anche Arturo Angelo Testa, uno dei due fratelli ex Forza Italia indagati per corruzione elettorale aggravata dall'aver agevolato il clan mafioso Cammarata del mandamento di Riesi. "Facevo solo campagna elettorale tramite comunità riesina, non capisco perché mi accusano", ha detto poco prima di essere interrogato dal gip Paola Faggioni.

Cianci: "Piena fiducia nella giustizia"

"Ho dato ampia disponibilità e la continuo a dare alla magistratura. Sono a completa disposizione. Se ci sono stati degli errori non lo so: sono certo che tanta gente millanta. Aspetterei la sentenza, ho piena fiducia nella giustizia", ha detto Domenico Cianci, il consigliere regionale (Lista Toti) indagato nell'inchiesta. "Ho avuto una visita a casa da parte della guardia di finanza, persone molto gentili e corrette. Mia moglie, non avendo persone in casa così presto, si era molto spaventata, ma voglio ringraziare gli agenti della guardia di finanza della loro correttezza e cortesia - ha continuato Cianci -. Hanno verbalizzato che nella mia abitazione non è stato trovato niente e nell'elenco delle aziende che hanno avuto rapporti con la mia attività di amministrazione di condomini non c'è un'azienda che abbia mai lavorato in 45 anni con il mio studio".

Ministro Santanchè: "Non credo che Toti debba dimettersi"

"Io non credo" che Toti debba dimettersi, ha detto il ministro del Turismo Daniela Santanchè. "Non conosco le carte, ma penso che Toti dovrà difendersi. Non penso sia la magistratura a decidere chi fa il governatore o chi fa il ministro. Io mi auguro che la cosa si chiarisca al più presto", ha aggiunto.

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Aperto un fascicolo per una presunta "talpa"

La procura di Genova ha anche aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per rivelazione di segreto d'ufficio. La decisione è stata presa alla luce di quanto emerso da alcune intercettazioni ambientali. Il 30 settembre 2020, spiegano gli inquirenti, i fratelli Testa vanno a Genova per incontrarsi con alcune persone della comunità riesina. A quell'incontro, racconta chi indaga, si è avvicinato un uomo con la felpa e il cappellino. "Viene riconosciuto in Umberto Lo Grasso (consigliere comunale totiano)", che dice ai Testa: "Stanno indagando, non fate nomi e non parlate al telefono". Secondo il gip Paola Faggioni, tale condotta "appare integrare il delitto di favoreggiamento personale, avendo il predetto fornito un aiuto in favore" dei Testa. Ma chi avrebbe avvisato Lo Grasso? Un'ipotesi è che vi sia appunto una talpa. Da qui il fascicolo.

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Il filone sanitario

Intanto, nel corso dell'inchiesta sono emersi nuovi fronti d'indagine: la sanità privata, i laboratori convenzionati e le forniture di mascherine e dispositivi di protezione in epoca Covid. Insomma, stando agli inquirenti nelle mire di presunti illeciti non c'erano solo il porto di Genova, le grandi opere come il tunnel subportuale e la diga foranea, il paradiso patrimonio Unesco di Palmaria o le spiagge pubbliche dove costruire lussuosi resort. Ma anche altro. E sempre legato alla pandemia c'è l'ipotesi del falso circa i dati sui contagi, per la quale sono indagati per falso Matteo Cozzani, ex capo di Gabinetto, e lo stesso Toti. Per la procura avrebbero mentito sui dati degli anziani per ottenere più vaccini. Dalla struttura commissariale se ne accorsero però e riuscirono ad allineare i numeri mandando il numero corretto di dosi.

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