Inchiesta Liguria, Spinelli interrogato: "Ho detto tutto". Spunta frode sulle mascherine

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L'avvocato dell'imprenditore: "Si è sfogato". Il governatore Giovanni Toti e il capo di Gabinetto Matteo Cozzani sono indagati per falso: gli inquirenti sospettano che i numeri sui contagi Covid dell'aprile 2021 possano essere stati "ritoccati" al rialzo per ricevere più vaccini dallo Stato. Aperto anche un fascicolo, che riguarda altre persone, sui dispositivi sanitari venduti durante la pandemia

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Si apre anche un filone sanitario nell'inchiesta sul presunto sistema di corruttele in Liguria. Il presidente della Regione Giovanni Toti e Matteo Cozzani, capo di Gabinetto, sono indagati per falso dalla procura di Genova: gli inquirenti sospettano che i dati sui contagi Covid della primavera 2021 possano essere stati "gonfiati" per ottenere più vaccini dalla struttura del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. Ma l'indagine sul filone sanitario potrebbe anche essere archiviata, fa sapere Il Secolo XIX. Oltre a Cozzani, che è stato interrogato a La Spezia e ha negato gli addebiti, sono stati sentiti dagli inquirenti l'imprenditore Aldo Spinelli ("Ho detto tutto") e il figlio Roberto (anche lui ha risposto alle domande del gip). Intanto, spiegano gli inquirenti, dall'indagine è emersa una maxi-frode sulla commercializzazione delle mascherine contro il coronavirus: questo ennesimo filone coinvolge però altre persone. Intanto la difesa di Toti esclude che abbia consegnato le sue dimissioni, smentendo le voci in tal senso: "Ho parlato con il presidente Toti da pochissimo e escludo al 100% che si sia dimesso. Non so perché si mettono in giuro certe voci. Domattina fisseremo il giorno dell'interrogatorio, che spero di fare in settimana, poi vedremo", ha detto il suo legale (GLI INCONTRI INTERCETTATI: LE FOTO AGLI ATTI).

L'intercettazione sui dati Covid

Torniamo ad aprile 2021. In Liguria, ricorda Il Secolo XIX, si registrava un'insofferenza per le code e l'accessibilità, non semplice, agli hub vaccinali. In un'intercettazione, Cozzani racconta all'interlocutore: "Avevo già truccato i dati... Lui (il riferimento è a Toti, ndr) li ha presi, li ha riaumentati. Quando me li ha rimandati, ho guardato e gli ho scritto: 'Pres, ma sono fuori'. Lui (sempre Toti, ndr) allora ha detto: 'Ma no, li ho un po' aumentati'. Allora gli ho detto: 'Ma l'avevo già fatto io'. E lui (sempre Toti, ndr): 'E dimmelo...'". La procura di Genova potrebbe tuttavia archiviare. Gli ex componenti della struttura commissaria del governo hanno spiegato di aver inviato le dosi in base ai loro criteri e non facendo riferimento solo a quanto comunicato dalle Regioni.

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Il legale di Cozzani: "È sereno e tranquillo"

In procura a La Spezia, Cozzani ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee di fronte al gip Mario De Bellis. "È sereno e tranquillo di poter chiarire tutti gli addebiti, che contesta, pur vivendo una situazione non semplice. Al momento non è ancora in grado di rispondere nel merito - ha detto il suo avvocato Massimo Ceresa Gastaldo uscendo dal Palazzo di Giustizia -. Ha fatto presente che le esigenze cautelari, dal nostro punto di vista, non sussistono perché non ricopre da anni la carica di sindaco di Porto Venere e anche perché, in ragione del clamore mediatico della vicenda, non ricoprirà più il ruolo di capo di Gabinetto".

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La questione dei laboratori

Come scrive Il Secolo XIX, gli inquirenti stanno passando sotto la lente d'ingrandimento non solo la questione dei vaccini, ma anche sul "potenziale scambio di favori tra i titolari di alcuni laboratori privati e Toti". Gli istituti, spiega il quotidiano, sono stati finanziatori della fondazione e dei comitati elettorali del politico e talvolta "hanno ottenuto convenzioni o ampliato la loro presenza dalla Spezia a Ventimiglia" Ma anche in questo caso sono per ora ipotesi: nei fascicoli degli inquirenti si parla genericamente di finanziamento illecito, senza nomi precisi iscritti nel registro degli indagati (limitatamente al questo ulteriore filone). Sotto esame anche laboratori di analisi convenzionati.

Scoperta una maxi-frode sulle mascherine Covid

Indagando sul voto di scambio tra la comunità riesina e quella calabrese e la lista di Toti, gli investigatori hanno anche scoperto una maxi frode da un milione e 200mila euro sulle forniture sanitarie durante il Covid, in particolare le mascherine, introvabili in piena pandemia e preziose come l'oro nella fase due per scuole e luoghi pubblici. È quanto emerge dalle carte depositate nell'ambito dell'inchiesta. In questo nuovo e inaspettato filone, il nome del presidente della Regione non compare.

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Aldo Spinelli: "Ho detto tutto"

Oggi intanto è stato sentito anche Aldo Spinelli: "Ho detto tutto, tutto...", ha detto finito l'interrogatorio, confermando di aver risposto alle domande degli inquirenti. "Fate i bravi, mi raccomando", ha detto ai giornalisti che lo aspettavano al termine dell'udienza. A chi gli chiedeva se tornasse libero ha risposto "Penso di meritarmelo", specificando però di non sapere nulla di un'eventuale revoca della misura cautelare "perché è l'avvocato che fa 'ste cose qua". L'avvocato Andrea Vernazza, che assiste Spinelli, ha confermato che il suo cliente "ha risposto a tutte le domande" del gip "e si è sfogato", ma ha precisato di non voler dire altro perché "le indagini sono ancora in corso".

Spinelli su rifiuti: "Se manca solo ok Regione problemi non ne abbiamo"

Sempre riguardo a Spinelli, emerge come le pratiche “da fare passare in maniera rapida” non riguardassero solo il porto di Genova ma anche la gestione dei rifiuti. L’inchiesta include alcuni scambi con l’imprenditore Marco Capra, manager che si occupa proprio di gestione dei rifiuti, che - scrivono gli investigatori in una informativa – “stava per concludere con la Terminal Rinfuse Genova un contratto di esclusiva per l'esportazione di rifiuti di provenienza industriale". In un pranzo con Spinelli, Capra avrebbe esposto alcune problematiche legate all'iter burocratico necessario per le esportazioni, precisando tra l'altro, di ottenere alcune autorizzazioni da parte della Regione Liguria. Lamentava poi che queste procedure avrebbero comportato un “prolungamento delle tempistiche". E Spinelli a quel punto affermava: "Se manca solo la Regione, la sbrighiamo subito..." perché, se si tratta di Regione, "problemi non ne abbiamo...". 

Spinelli e il saldo di parte delle spese per le nozze della figlia di Signorini

E ancora, in un'intercettazione del 2022 tra Spinelli e l'ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini, l'imprenditore dice al suo interlocutore che avrebbe saldato il conto del matrimonio della figlia e fa il paragone con i regali che Karima El Marough - detta Ruby - riceveva ai tempi delle serate ad Arcore, nella residenza di Silvio Berlusconi. Signorini spiega a Spinelli di "avere un 'buco' da tremila e ottocento euro e io questi soldi non li ho piu!". "Non c'è problema Paolo, è un regalo che faccio a tua figlia...che discorso è?? ...è e mica un problema quello eh!..", assicura Spinelli. E Signorini: "adesso ti faccio una domanda (...)..ma se ti dicessero 'lo faresti a Toti?'. L'imprenditore replica: "e beh ma se fa...se si sposa sicuro che glielo faccio! ..si sposa tua figlia le faccio il regalo micaaa". L'ex numero uno dell'autorità portuale: "ti ricordi Ruby...col Rolex.." Ancora Spinelli :"Ma noo ma va bè ma belin...grazie un Rolex da cinquanta mila euro no, ma un regalo da tremila duecento euro lo può fare chiunque". Tra le varie utilità che, secondo l'accusa, Signorini ha ricevuto da Spinelli in cambio di pratiche pilotate e favori per i suoi affari attorno al porto, c'è anche il pagamento di una parte della festa di matrimonio di sua figlia.

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