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Chi erano i cinque operai morti per esalazioni a Casteldaccia, nel Palermitano

Cronaca
©IPA/Fotogramma

Le vittime facevano parte di una squadra che stava effettuando alcuni lavori fognari per conto dell'Amap: i sopravvissuti sono quattro, di cui uno ricoverato in gravissime condizioni. "Se fossero state prese tutte le precauzioni del caso tutto questo non sarebbe successo", ha detto il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Palermo Girolamo Bentivoglio Fiandra, confermando che a uccidere le vittime sono state esalazioni di idrogeno solforato

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Sono cinque i morti intossicati nella strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia, nel Palermitano, dove una squadra di operai stava effettuando alcuni lavori fognari per conto dell'Amap. I sopravvissuti sono quattro, di cui uno ricoverato in ospedale in gravissime condizioni. Un lavoratore rimasto illeso all'Adnkronos ha detto: "All’improvviso ho sentito i miei colleghi che gridavano, e ho dato subito l’allarme. Mi sento un miracolato. Sono sotto choc. Non voglio dire altro”.

Le vittime

Le vittime sono Epifanio Alsazia, 71 anni di Partinico, contitolare della ditta Quadrifoglio group srl che aveva vinto l'appalto dell'Amap, l'azienda di Palermo, per i lavori di manutenzione della vasca fognaria della zona orientale di Casteldaccia; Giuseppe Miraglia di 47 anni originario di San Cipirrello (Palermo), Roberto Raneri di 51 anni di Alcamo (Trapani), Ignazio Giordano di 59 anni e Giuseppe La Barbera, 26 anni, lavoratore interinale dell'Amap.

La vittima più giovane stava per festeggiare l'anniversario di matrimonio

Giuseppe La Barbera, il più giovane degli operai morti, è l'unico palermitano ed è originario del quartiere Albergheria dove sorge il popolare mercato di Ballarò. Si era sposato nel maggio 2019 e fra qualche giorno avrebbe festeggiato i 5 anni di matrimonio. Lascia la giovane moglie e due bimbi piccoli. Nel quartiere lo conoscono e lo ricordano in molti perchè la sua famiglia vende bombole di gas e gran parte delle abitazioni del quartiere non ha il metano e utilizza il gas nei contenitori metallici che viene portato a domicilio. E fino a qualche anno fa era proprio Giuseppe a portare le bombole a chi ne faceva richiesta. Il giovane per anni si era barcamenato come poteva con i lavori più disparati per aiutare la famiglia. Poi aveva trovato un impiego in una ditta ed era interinale dell'Amap. Chi lo conosceva lo definisce "un ragazzo bravo e buono, un gran lavoratore".

I sopravvissuti

Dei quattro sopravvissuti, un operaio della società Quadrifoglio group è ricoverato in ospedale in terapia intensiva al Policlinico di Palermo: Domenico Viola, di 62 anni, di Partinico. Le sue condizioni sono gravi. Gli altri tre sono Giovanni D'Aleo, di 44 anni, Giuseppe Scavuzzo, 39 anni, e Paolo Sciortino, 35 anni, sono stati portati nell'ospedale di Termini Imerese per precauzione, sono sotto shock ma senza particolari problemi.

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Cos’è successo

Secondo una prima ricostruzione i cinque operai sarebbero morti uno dietro l'altro calandosi in un tombino dell'impianto fognario. Dopo che il primo lavoratore è rimasto nel sottosuolo senza riemergere gli altri si sono calati per capire cosa stesse succedendo. Il settimo componente della squadra, non vedendo uscire i colleghi, ha dato l'allarme. "Ho visto i volti dei poveri operai, avevano un colore che da ex medico legale mi fa pensare a una intossicazione", ha detto all'Ansa l'assessore regionale al Lavoro, Nuccia Albano, lasciando il luogo della strage. "Se fossero state prese tutte le precauzioni del caso tutto questo non sarebbe successo", ha sottolineato il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Palermo Girolamo Bentivoglio Fiandra, confermando che a uccidere le vittime sono state esalazioni di idrogeno solforato.

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