Morte della ristoratrice Giovanna Pedretti, la Procura chiede l’archiviazione

Cronaca

Le indagini hanno accertato che nessuno ha aiutato la donna nel suicidio e che la recensione del presunto cliente non era genuina. Ora, il fascicolo passa al vaglio del giudice delle indagini preliminari per eventuali opposizioni o per l'archiviazione definitiva

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La Procura della Repubblica di Lodi ha avanzato la richiesta di archiviazione dell'indagine per istigazione o aiuto al suicidio di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano trovata morta lo scorso 14 gennaio nelle acque del Lambro dopo le polemiche per la risposta a una recensione online di un cliente contro gay e disabili considerata falsa. Le indagini hanno accertato che nessuno ha aiutato Pedretti nel suicidio e che la recensione del presunto cliente non era genuina. Ora, il fascicolo passa al vaglio del giudice delle indagini preliminari per eventuali opposizioni o per l'archiviazione definitiva.

Le parole dell'avvocato della famiglia

Intanto l’avvocato della famiglia Simona Callegari ha detto che "non penso che la famiglia si opporrà all'archiviazione proposta dalla Procura di Lodi". "Il comportamento di marito e figlia non è mai stato 'in attacco' ma di attesa che tutto si potesse chiarire - aggiunge Callegari -. Sappiamo che la Procura di Lodi ha lavorato in maniera meticolosa e attenta. Valuteremo comunque, definitivamente, il da farsi dopo aver analizzato con calma gli atti. Ad oggi non c'è volontà di opporsi e chiedere ulteriori indagini. Vedremo una volta che avremo letto tutto nel dettaglio: non c'è fretta". Intanto, la famiglia Pedretti continua a chiedere massima privacy a chiunque, nel rispetto del proprio dolore.

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