Torino, scoperte due false fabbriche di componenti per auto: sequestrati 500mila ricambi

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Secondo quanto emerso dalle indagini, i falsi ricambi per auto venivano prodotti in capannoni industriali nel Torinese, al cui interno sono state scoperte 13 linee di produzione, pienamente operative e professionali, con diversi macchinari per lo stampaggio, la pressatura, la verniciatura, la serigrafia e la tampografia dei prodotti realizzati

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A Torino maxi operazione della Guardia di Finanza che ha sequestrato circa 500mila parti di ricambio per auto con le effigi contraffatte delle più note case automobilistiche nazionali e internazionali  e numerosi macchinari e stampi utilizzati per la produzione. Venti gli indagati che dovranno rispondere, in concorso, di fabbricazione e commercio di prodotti contraffatti, con l'aggravante di averli commessi in modo sistematico e attraverso l'allestimento di mezzi e attività organizzate, e di ricettazione.

Le indagini

Le indagini, svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, coordinato dalla procura del capoluogo piemontese, hanno portato alla scoperta dell'intera filiera produttiva e commerciale del falso, consentendo di individuare, oltre alle aziende produttrici dei pezzi di ricambio, numerose imprese per la distribuzione anche attraverso piattaforme dell'e-commerce. Perquisizioni in Piemonte, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata Lombardia e Toscana.

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Cosa è stato sequestrato

Tra i ricambi sequestrati copricerchi, coprimozzo, stemmi, elementi ornamentali e tuning per carrozzeria, riproducenti i marchi delle case automobilistiche. Secondo quanto emerso dalle indagini, i falsi ricambi per auto venivano prodotti in capannoni industriali nel Torinese, al cui interno sono state scoperte 13 linee di produzione, pienamente operative e professionali, con diversi macchinari per lo stampaggio, la pressatura, la verniciatura, la serigrafia e la tampografia dei prodotti realizzati. Sequestrati 28 macchinari industriali e 449 stampi utilizzati per riprodurre i marchi. 

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Controvalore commerciale di circa 8 milioni di euro

Nel corso delle perquisizioni è stata individuata un'area di stoccaggio che veniva utilizzata da una delle imprese coinvolte, scoperta nei magazzini di una società di logistica, estranea ai fatti, dove erano stati affittati spazi per oltre 700 mq per depositare i ricambi contraffatti realizzati e copricerchi destinati alla illecita marchiatura. I pezzi di ricambio e le linee di produzione hanno un controvalore commerciale stimabile in oltre 8 milioni di euro. 

Droga, in particolare shaboo e oppio, nascosta nelle scatole di biscotti, che turisti iraniani inconsapevoli del loro vero contenuto portavano in Italia. In tutto con questo sistema sono stati importati in otto mesi 21 chili di shaboo e 3 di oppio, secondo le indagini dei carabinieri sfociate oggi a Roma nell'arresto di cinque persone e in un divieto di dimora. Traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, le accuse nei loro confronti, 13 le persone sotto inchiesta . A capo dell'organizzazione c'era un cittadino iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per reati analoghi: sfruttando anche i permessi lavorativi che aveva come panettiere, il giovane dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i "galoppini" ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran. Iraniani, filippini e bengalesi gli altri arrestati . L'organizzazione aveva un complice in Iran e si avvaleva dell'inconsapevole apporto di alcuni turisti diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia i sapori della loro terra. Se scoperti e arrestati in Iran, avrebbero rischiato la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell'organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi. Sequestrati oltre 3 kg di shaboo e 1,5Kg di oppio e contanti per 25.000 euro ritenuti provento dell'attività di spaccio.
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