Stupro Palermo, prima udienza del processo. Legali difesa vogliono riascoltare la vittima

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È iniziato il procedimento per la violenza di gruppo avvenuta il 7 luglio 2023 in un cantiere dismesso del Foro Italico. I difensori degli imputati chiederanno alla prossima udienza l'abbreviato condizionato a una nuova audizione della ragazza. La giovane si trova in una casa-rifugio fuori dalla Sicilia, dove è stata portata dopo l'aggressione subìta a Pasquetta, e secondo la sua legale "riceve continue minacce e aggressioni"

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È iniziato a Palermo il processo a porte chiuse per lo stupro di gruppo avvenuto il 7 luglio 2023 ai danni di una ragazza, allora 19enne, che per ore subì violenze in un cantiere dismesso del Foro Italico. Gli imputati sono sei dei sette giovani accusati di aver ripetutamente violentato la vittima e di aver filmato quanto accaduto. Il settimo, minorenne all’epoca dei fatti, è già stato condannato a 8 anni e 8 mesi dal Tribunale dei minori. L'udienza preliminare è stata rinviata al 29 aprile e i difensori degli imputati chiederanno l'abbreviato condizionato a una nuova audizione della ragazza, già ascoltata dal Gip di Palermo Clelia Maltese in incidente probatorio due mesi fa. Se il giudice non ammetterà l'abbreviato condizionato gli imputati dovranno scegliere se fare l'abbreviato "secco" o l'ordinario.

Gli imputati

La vittima non era presente all'udienza preliminare, si trova in una casa-rifugio fuori dalla Sicilia dove è stata portata dopo l'aggressione subìta a Pasquetta: a rappresentarla, oltre all'avvocato Carla Garofalo che la difende, anche una decina di associazioni che hanno chiesto al giudice Cristina Lo Bue di essere ammesse come parte civile e che prima dell'ingresso in aula hanno dato vita a un sit-in davanti al tribunale. Gli imputati sono Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnao, tutti in carcere e in collegamento video per l'udienza.

I video presentati dalla difesa

I difensori hanno consegnato un fascicolo ai magistrati con due video, uno dei quali girato nel quartiere della Vucciria che mostrerebbe la vittima mentre paga da bere e poi invita il gruppo di ragazzi a vedere sul suo telefonino alcune scene dove ha rapporti con altre persone. Nell'altro le immagini delle telecamere, piazzate lungo il percorso verso il Foro Italico, che secondo la difesa metterebbero in evidenza come la giovane si sarebbe messa in testa alla comitiva e, pur attraversando strade piene di persone, non avrebbe dato segno di paura, né avrebbe chiesto aiuto. Per questo motivo i sei sostengono che lei fosse d'accordo ad appartarsi con loro: una versione completamente opposta rispetto a quella della ventenne che invece ha sempre ribadito che il rapporto non è stato consensuale e di aver gridato "basta".

Una nuova audizione

I legali dei sei imputati vorrebbero che alla vittima venissero poste nuove domande sulla base di alcune acquisizioni, soprattutto audio, provenienti da terze persone. Il materiale raccolto dalla difesa già in un'udienza stralcio a marzo non era stato ammesso fra le carte del procedimento, ma i legali insistono: secondo gli avvocati dimostrerebbe che la giovane non si sarebbe ribellata lungo il percorso verso il luogo dove è poi avvenuto lo stupro e non avrebbe chiesto aiuto ai passanti incontrati per strada.

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La legale della vittima: "Circondata da un ambiente tossico"

"La ragazza vittima dello stupro di gruppo avvenuto il 7 luglio 2023 al Foro Italico di Palermo è circondata da un ambiente tossico. E non è una leggenda, tanto è vero che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita", ha detto prima dell'udienza preliminare l'avvocata Carla Garofalo, legale della giovane. "C'è stata anche una campagna denigratoria nei confronti della ragazza - prosegue - che è durata tutta l'estate. Io, purtroppo, sono arrivata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente". L'avvocata contesta poi la linea difensiva degli indagati: "La difesa mira a dire che ci fosse il consenso della giovane. Questa è letteratura, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io se ne difendessi uno, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. Questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano". "La giovane è in una casa rifugio ma non posso dire dove - conlude l'avvocata - Ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue. E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare. Riceve continue minacce e aggressioni".

Le parti civili

Sono dieci le associazioni che hanno chiesto la costituzione di parte civile nel processo: l'Associazione Millecolori onlus, l'associazione nazionale Donne in rete contro la violenza, l'Associazione 'Le Onde', 'Biblioteca delle Donne centro di consulenza', 'Associazione Insieme a Marianna Aps', Associazione 'Emily' e 'Mezzocielo', Associazione contro tutte le violenze, Associazione femminile 'La Casa di Venere' e Associazione Mete Aps. C'è anche il Comune di Palermo che ha chiesto di costituirsi parte civile con l'avvocato Roberta Saetta. Il gup Cristina Lo Bue si è riservata di decidere.

"Falla ubriacare, poi ci pensiamo noi". E' iniziata in questo modo, a Palermo, la notte da incubo di una diciannovenne, violentata da sette giovani, finiti in manette a oltre un mese di distanza dai fatti, avvenuti la notte del 7 luglio. L'invito a far bere la ragazza era rivolto da uno degli indagati all'oste, un ambulante che vendeva alcol nel quartiere della Vucciria, sede di uno dei mercati storici del capoluogo siciliano che a sera viene preso d'assalto dal popolo della movida. La ragazza, poco dopo, è stata condotta dai sette, tutti giovani di età compresa tra i 18 e i 22 anni ad eccezione di uno all'epoca dei fatti minorenne, in una zona appartata del Foro Italico e ripetutamente violentata.
ANSA/IGNAZIO MARCHESE

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