Sotto inchiesta 13 persone con accuse di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Secondo le indagini dei carabinieri sono stati importati in Italia in otto mesi 21kg di shaboo e 3 di oppio
Droga, in particolare shaboo e oppio. È questo il contenuto delle scatole di biscotti che alcuni turisti iraniani, a quanto pare ignari di ciò che si nascondeva all’interno, hanno portato in Italia. Sequestrati oltre 3kg di shaboo e 1,5kg di oppio e contanti per 25.000 euro ritenuti provento dell'attività di spaccio.
13 persone sotto inchiesta
Nella giornata di mercoledì le indagini dei carabinieri di Roma hanno portato all'arresto di cinque persone e a un divieto di dimora. 13 le persone sotto inchiesta. Le accuse sono di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. A capo dell'organizzazione c'è un cittadino iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per reati analoghi. Sfruttando i permessi lavorativi che aveva come panettiere e avvalendosi di collaboratori a vari livelli, il giovane dirigeva da remoto i rapporti con gli acquirenti e quelli con i fornitori di shaboo in Iran.
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In otto mesi importati 21kg di shaboo e 3 di oppio
L'organizzazione aveva un complice in Iran e si avvaleva dell'inconsapevole “aiuto” di alcuni turisti diretti a Roma, che mettevano a disposizione una parte del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia i sapori della loro terra. Se scoperti e arrestati in Iran, avrebbero rischiato la pena capitale. Lo stupefacente era trasportato sotto forma di prodotti dolciari e una volta in Italia veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell'organizzazione. Stoccato in depositi veniva poi immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi. Con questo sistema sono stati importati in otto mesi 21kg di shaboo e 3 di oppio.