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Antitrust, indagine su apparecchi acustici: in Italia poca trasparenza sui prezzi

Cronaca
©Getty

Secondo l'Autorità le informazioni per i consumatori sono poco chiare a livello tecnico e di prezzi. Nel nostro Paese il prezzo di vendita è tra i più alti d'Europa

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Prezzi più alti del resto d'Europa e scarsa trasparenza. E' quanto emerso dall’indagine conoscitiva, cominciata a settembre 2023, dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sugli apparecchi acustici nel nostro Paese. L’Antirust ha riscontrato una scarsa trasparenza nelle condizioni commerciali che vengono praticate nei confronti del pubblico. Nel frattempo in Borsa scivola nella mattinata del 9 aprile il titolo di Amplifon, azienda italiana produttrice di apparecchi acustici.

Il caso

Secondo l’indagine condotta dall’Autorità, i consumatori non riescono a ottenere informazioni chiare a livello tecnico e sul prezzo dell’apparecchio. Anche la parte dei servizi collegati è poco chiara: in genere sono venduti abbinati e senza distinzione. I servizi costituiscono la spesa principale del pacchetto, ma i consumatori non lo percepiscono. L’Antitrust ha perciò segnalato a Parlamento, ministero della Salute, ministero dell’Economia, Agenas, Regioni e Province Autonome la possibilità di garantire, anche a livello normativo, una precisa e distinta indicazione al pubblico del prezzo del dispositivo rispetto a quello dei servizi offerti all’utilizzatore. L’indagine si è poi concentrata sugli apparecchi acustici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale e sono emerse difficoltà nelle procedure di acquisto pubblico. Una normativa non molto chiara comporta problemi per l’effettiva attuazione dei livelli essenziali di assistenza, oltre a una forte opposizione dei principali operatori commerciali. Come si legge sul documento nel sito ufficiale dell’Antitrust, a fronte della possibilità che le forniture pubbliche tornino a un regime “a tariffa” - sulla base di modifiche legate all’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario dell’assistenza protesica -, l’Autorità ritiene che, a garanzia dell’efficienza della spesa pubblica e in un’ottica di rafforzamento dei meccanismi concorrenziali, le amministrazioni interessate possano svolgere gare. L’Antitrust ha anche sottolineato che è opportuno assegnare l’importo del rimborso direttamente all’assistito attraverso l’introduzione di un “voucher” o “buono-udito”, per sostenere una concorrenza tra fornitori di prodotti e di servizi che consenta di accedere a un’offerta appropriata e tecnologicamente aggiornata.

vedi anche

Indagine dell'Antitrust sui mercati degli apparecchi acustici

I numeri

Sono circa 7 milioni gli italiani, si legge sul documento che ha avviato l’indagine dell’Antitrust, quelli che soffrono di problemi di udito e di questi circa 2,5 milioni utilizzano apparecchi acustici. Nel report inoltre emerge che in Italia, rispetto alla Francia e ad altri Paesi comparabili, il prezzo medio per singolo dispositivo (tra 1.500 e 2.100 euro) è superiore, con minori sostegni pubblici per l’acquisto.