Femminicidio Tramontano, medico legale: "Giulia morta per emorragia dopo 37 coltellate"

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Nuova udienza a carico di Alessandro Impagnatiello per l'omicidio della fidanzata, incinta al settimo mese, uccisa lo scorso 27 maggio a Senago, nel Milanese. Sono stati sentiti i medici legali e i consulenti. I giudici della Corte d'Assise hanno stabilito che l'udienza venisse celebrata a porte chiuse durante la proiezione in aula delle immagini del cadavere della donna

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Nuova udienza a carico di Alessandro Impagnatiello per il femminicidio di Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, uccisa con 37 coltellate lo scorso 27 maggio a Senago, nel Milanese. Davanti alla Corte d'Assise di Milano, sono stati sentiti i medici legali e i consulenti. Giornalisti e pubblico, tra cui anche diversi studenti di un liceo milanese che si trovavano lì per assistere all'udienza, sono stati fatti uscire dall'aula quando è stato momento di mostrare le immagini del corpo della vittima. A deciderlo la Corte d'Assise di Milano su richiesta dell'avvocato di parte civile Giovanni Cacciapuoti, al quale poi si sono associate anche accusa e difesa. Ad ascoltare la prima parte della testimonianza del medico legale Nicola Galante, sono rimasti soltanto le parti e Impagnatiello.

Morte del feto successiva a quella della madre

Tramontano è morta "a causa di una massiva emorragia acuta" provocata da "lesioni vascolari cervico-toraciche" inflitte con un'arma da taglio, come ha spiegato in aula il medico legale Nicola Galante. "La morte del feto è successiva alla morte della madre, determinata da una insufficienza vascolare provocata dall'emorragia materna". Sul corpo della donna non vi erano "lesioni da difesa". Secondo quanto sottolineato dall'altro medico legale Andrea Gentilomo, "l'impressione" è che Giulia sia stata sorpresa "alle spalle". I tre tagli sul volto potrebbero essere "compatibili" con un tentativo di voltarsi e guardare in faccia il suo aggressore, mentre una "importante" ferita alla "laringe" potrebbe averle impedito di gridare.

Tossicologo: "A Giulia nell'ultimo mese aumentate dosi veleno"

Nell'ultimo mese di vita di Giulia Tramontano "sembra esserci stato un aumento" della somministrazione di bromadiolone, cioè un veleno per topi che, se assunto in dosi elevate, può portare alla morte "per emorragia", ha spiegato in aula il tossicologo Mauro Minoli. Secondo l'accusa, Impagnatiello avrebbe tentato di avvelenarla per mesi con il topicida prima di ucciderla. Per l'esperto "è impossibile dire quanto tempo è trascorso dalla prima somministrazione". Di certo, però, l'assunzione è risultata essere avvenuta "nell'arco di almeno due mesi e mezzo". Rispondendo alle domande del pm Alessia Menegazzo, il tossicologo ha spiegato che il topicida "ha un sapore amaro", non percepito dai roditori ma indispensabile per impedire che venga ingerito accidentalmente dall'uomo. Tra gli effetti collaterali del veleno, poi, vi è anche il "mal di stomaco", in quanto la sostanza può causare "piccole emorragie a livello gastrico". Stando a quanto emerso dalle indagini, già nel dicembre del 2022 Giulia si lamentava in chat del mal di stomaco e, a quanto testimoniato anche nella scorsa udienza dalla sorella Chiara, "Giulia diceva che tutto quello che mangiava aveva un sapore assurdo".

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Difesa: "Nel corpo di Giulia quantità irrisoria di topicida"

Il topicida rinvenuto sul cadavere di Giulia Tramontano "è molto vago - ha detto il difensore di Alessandro Impagnatiello, l'avvocato Giulia Geradini, fuori dall'aula -, nel senso che non sono in grado, visto che c'è poca letteratura scientifica sul topicida, di dire effettivamente quante dosi. L'elemento che è emerso è che la somministrazione è veramente irrisoria, cioè un quantitativo non in grado di provocare la morte di un individuo". Commentando la testimonianza del tossicologo Mauro Minoli, il legale Samanta Barbaglia, che difende con la collega l'ex barman, ha aggiunto che "l'elemento verrà valutato ai fini di stabilire se sussiste l'aggravante della premeditazione. Il dato certo è che è un quantitativo irrisorio e irrilevante".

La famiglia di Giulia: "Giustizia per lei e Thiago"

"Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora, affinché sia fatta giustizia. Giustizia per lei e Thiago", ha scritto Franco Tramontano, papà di Giulia, in una storia su Instagram pubblicata questa mattina. "Oggi ancora più forte: giustizia per Giulia e Thiago", scrive anche la mamma della 29enne, Loredana Femiano. "Continueremo a lottare ogni singolo istante della nostra vita - ha aggiunto poi il fratello Mario - , affinché sia tolta la libertà per sempre a chi ti ha negato di essere una madre, una figlia, una sorella e tanto altro". Nessuno dei familiari oggi è presente in aula.

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