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Il Papa prima della Via Crucis: come reagire alla follia della guerra?

Cronaca
©Getty

"In preghiera con Gesù sulla Via della Croce": è il tema delle meditazioni del venerdì santo che, per la prima volta in questo pontificato, sono state scritte direttamente da Papa Francesco

 

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Il Papa, nelle meditazioni scritte di suo pugno per la Via Crucis al Colosseo, che si svolgerà stasera alle 21, nel Venerdì Santo, interpella le coscienze: “La mia preghiera sa piangere? Mi commuovo davanti a te, crocifisso per me, davanti al tuo amore mite e ferito? Piango le mie falsità e la mia incostanza? Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie? Come reagisco alla follia della guerra, a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare? Tu, Gesù, hai pianto su Gerusalemme, hai pianto sulla durezza del nostro cuore. Scuotimi dentro, dammi la grazia di piangere pregando e di pregare piangendo”.  

"Come reagisco alla follia della guerra?

Le meditazioni per le quattordici stazioni si intitolano ‘In preghiera con Gesù sulla via della croce’. Nell’introduzione, il Pontefice scrive: “ Signore Gesù, guardiamo la tua croce e capiamo che hai dato tutto per noi. Noi ti dedichiamo questo tempo. Vogliamo trascorrerlo vicini a te, che dal Getsemani al Calvario hai pregato. Nell’Anno della preghiera ci uniamo al tuo cammino di preghiera”. La riflessione del Papa si concentra anche sulle croci del mondo: “Gesù, portiamo anche noi delle croci, a volte molto pesanti: una malattia, un incidente, la morte di una persona cara, una delusione affettiva, un figlio che si è perso, il lavoro che manca, una ferita interiore che non guarisce, il fallimento di un progetto, l’ennesima attesa andata a vuoto… Gesù, come si fa a pregare lì? Come fare quando mi sento schiacciato dalla vita, quando un peso mi grava sul cuore, quando sono sotto pressione e non ho più la forza di reagire? La tua risposta sta in una proposta: ‘Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro’. Venire a te; io, invece, mi chiudo in me: rimugino, rivango, mi piango addosso, sprofondo nel vittimismo, campione di negatività”.

 

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