Al centro la compravendita dell’immobile del sociologo, acquistato due anni fa da Dimitri Kunz D'Asburgo, compagno della ministra Daniela Santanchè, e da Laura De Cicco moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, e poi rivenduto un’ora dopo il rogito a un milione di euro in più. L’ipotesi è che quei soldi in parte possano essere stati usati per coprire i debiti e salvare dalla crisi Visibilia
Potrebbero profilarsi altri problemi per Daniela Santanchè e il suo compagno Dimitri Kunz D'Asburgo. Dopo la notifica dell'atto di chiusura del filone in cui sono indagati con una terza persona e due società per truffa aggravata in merito a presunte irregolarità nella gestione della Cig nel periodo del Covid, trapela che anche la tranche di inchiesta sulla compravendita della villa del sociologo Francesco Alberoni - scomparso ad agosto - procede spedita. Due settimane fa, si è appreso, i pm di Milano titolari del 'pacchetto' di indagini che riguarda o sfiora la ministra di Fratelli d'Italia hanno formalmente incaricato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di approfondire il capitolo sull'operazione relativa all'immobile in Versilia che ha portato Kunz e Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, a realizzare una plusvalenza di un milione. Cifra, è la ricostruzione fatta finora, che avrebbero poi diviso in parti uguali.
Kunz e De Cicco: "Tutto alla luce del sole"
Una ricostruzione respinta da Laura De Cicco sottolineando che la compravendita di villa Alberoni "è avvenuta tutta alla luce del sole e la plusvalenza a me riferibile - assai inferiore a quanto si legge - è stata da me incassata ed è sempre rimasta nella mia disponibilità". Sulla stessa linea Dimitri Kunz D'Asburgo: "Posso tranquillamente affermare che è stato tutto trasparente e facilmente verificabile". L'inchiesta è stata aperta dopo la trasmissione di una segnalazione da parte dell'Antiriciclaggio di Bankitalia, e per mesi è rimasta sullo sfondo. Ora, però, con la delega alle Fiamme Gialle è iscritta per riciclaggio in modo da poter approfondire l'origine e la destinazione del denaro attorno a cui è ruotato l'affare.
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La villa rivenduta in un’ora
Affare che comincia con un preliminare, nel luglio di due anni fa, per l'acquisto da parte del compagno della senatrice e della moglie di La Russa della villa - 350 metri quadrati su tre livelli con giardino e piscina e oneri legati a lavori di manutenzioni e questioni ereditarie - per 2 milioni e 450 mila euro. Villa che il giorno del rogito, racconta il canovaccio su cui si sta lavorando, è stata rivenduta in meno di un'ora all'imprenditore Antonio Rapisarda ma a 3 milioni e 450 mila euro. Una plusvalenza su cui ora si vuol vedere chiaro: si vuole accertare la provenienza dei soldi usati per l'acquisto e dove siano finiti. Il sospetto è che in parte possa essere andato a coprire i debiti e salvare dalla crisi Visibilia, gruppo fondato da Santanché e dal quale è uscita due anni fa. Sul fascicolo c'è stretto riserbo. Si sa solo che si sta valutando di sentire Rapisarda.
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Le indagini su Visibilia e Ki Group
Ieri mattina, intanto, in Procura si è tenuta una riunione tra i due pm e l'aggiunto per fare il punto della situazione sui vari filoni di indagine. Quello che riguarda la truffa aggravata per la Cassa integrazione a zero ore chiesta e ottenuta per 13 dipendenti di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria quando in realtà hanno lavorato, vedrà ulteriori verifiche su presunti mancati versamenti di contributi previdenziali per oltre 120mila euro. Una cifra che potrebbe aumentare in quanto è stato chiesto all'Inps di accertare a quanto ammonti effettivamente l'importo dovuto. Qualora venga notificato un verbale di contestazione da parte dell'ente previdenziale, ci sarà tempo tre mesi per sanare la situazione, altrimenti saranno nuovi guai giudiziari. Dovrebbe, invece, slittare a dopo Pasqua la conclusione dell'indagine, sempre su Visibilia Editore, in cui la senatrice di FdI, il compagno, la sorella e altre persone rispondono di falso in bilancio. Quanto a Ki Group, società della galassia un tempo guidata dalla ministra e che da gennaio è in liquidazione giudiziale, i pubblici ministeri sono in attesa della relazione del curatore per poi eventualmente effettuare iscrizioni per reati fallimentari.