La vittima è una 79enne di Trastevere raggirata da un uomo che le si è presentato come impiegato della banca
Quasi 11mila euro spariti dal conto corrente in meno di tre giorni. Vittima di quello che è stato definito l’ “Arsenio Lupin del bancomat di Trastevere” è una 79enne romana colpevole di essersi fidata e di essere stata raggirata da quell’uomo “sui 35-40 anni, buona conoscenza dell'italiano, capelli corti, sbarbato, vestito in modo dimesso” che le si è presentato come impiegato della banca. "Sono stata vittima di un blackout, di una confusione mentale incredibile, al limite della dabbenaggine. Quel furfante ha approfittato della mia fragilità, ma mai avrei pensato di pagare un prezzo tanto salato!" ha raccontato la donna al Corriere della Sera.
La dinamica
Erano da poco passate le 19 di sabato 2 marzo quando la 79enne si è recata al bancomat di via Natale del Grande, a Roma, per prelevare 100 euro per fare la spesa e pagare il tecnico della televisione. “L’operazione tardava, c'era qualche intoppo, e così ho accettato l'aiuto che un tizio mi ha offerto”, ha raccontato la pensionata. Il truffatore è riuscito farsi dire il codice Pin ed è riuscito ad accedere illecitamente. "In un attimo di mia distrazione deve essersi impossessato della tesserina, che nel frattempo era uscita dall'apposita fessura, ma mi ha fatto credere che si era incastrata" ha raccontato la donna. L'uomo è riuscito anche a impossessarsi del cellulare della pensionata, oramai in confusione mentale, entrare nell’App della banca e chiedere un extra prelievo “attivabile solo attraverso la digitazione di un codice di sicurezza a otto cifre, che viene inviato al correntista in tempo reale via sms”. L’estratto conto evidenzia infatti un prelievo di 4.992 euro (il limite massimo per i ritiri di denaro straordinari) subito dopo il ritiro “regolare” dei primi 100 euro, pochi minuti dopo le 19 di sabato. Altri 4 prelievi risultano nelle ore successive: 1.900 euro il sabato sera, 2.000 la domenica e 2.000 il lunedì. Per un totale di 10.892 euro.
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Le parole della donna truffata
“Per carità, io mi assumo le colpe della mia sbadataggine - ribadisce la signora - ma ricordiamoci che quando sono nata si usava il calamaio! Non è giusto ritrovarsi in disgrazia, disperati, senza poter curarsi o mangiare, per qualcosa di prevedibile come le truffe a noi persone fragili, realizzate tramite gli aggeggi della tecnica e dell'informatica. Chiedo alle associazioni dei consumatori di impegnarsi per una maggiore tutela degli anziani nei loro rapporti con le banche, tutto qua. La mia speranza non è solo di essere in qualche modo rimborsata, ma anche che un tale incubo non capiti ad altri".