Torino, tassista lo lascia a piedi prima del trapianto: rintracciato

Cronaca
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Il cliente non aveva denaro sufficiente per pagare la corsa. Il tassista è stato individuato dalla polizia che indaga sull'accaduto

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 A Torino un muratore è stato lasciato a piedi, in mezzo alla strada, da un tassista che doveva portarlo in ospedale per un trapianto di rene. Il cinquantenne, originario del Mali,  non aveva con sé i soldi sufficienti a pagare la corsa. Venti euro. Ma lui in tasca ne aveva solo 14, sei in meno di quanto segnava il tassametro quando se ne è accorto. 

L’episodio

Il fatto è accaduto all’alba del 3 marzo scorso. Kanda, così si chiama il muratore 50enne, da mesi aspettava la telefonata per il trapianto che è arrivata quella notte. Doveva raggiungere l’ospedale Molinette di Torino. Quando stava per arrivare a destinazione, si è accorto che non gli bastava il denaro che aveva nel portafoglio per pagare la corsa. Ha chiesto un favore al tassista: di portarlo lo stesso in ospedale visto che doveva sottoporsi ad un intervento, ma il tassista probabilmente non l’ha creduto e lo ha fatto scendere prima di arrivare a destinazione. L’uomo nella fretta di uscire dal taxi ha lasciato il suo zaino sul sedile posteriore dell’auto con dentro tutta la documentazione medica necessaria per il trapianto. Materiale che poi è stato ritrovato dalla municipale il giorno dopo. 

Il tassista è stato individuato

 

Il tassista è stato individuato e le sue generalità sono state fornite dal presidente della cooperativa Taxi Torino, Roberto Sulpizi, alla polizia municipale, che indaga su quanto accaduto. Non è stato facile per la cooperativa, che conta circa 1.460 soci su 1.600 tassisti presenti nell'area metropolitana di Torino, risalire al conducente, perché, come spiega Sulpizi "il cliente è stato caricato a piedi, in un parcheggio e non dopo una chiamata via radio". Alla fine Kanda è stato sottoposto al trapianto ed è ricoverato in dialisi. "Ci siamo sentiti - racconta Sulpizi - gli ho chiesto scusa per quanto accaduto. Dovevamo incontrarci, ma i medici lo hanno sconsigliato. Nelle sue parole non c'era rabbia, ma tanta umanità".

 

 

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