Crollo Firenze, recuperato il corpo del quinto operaio. Si indaga sulla trave spezzata

Cronaca
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La procura del capoluogo toscano parla di un cantiere con "diverse criticità". Sulla dinamica che ha causato il cedimento della trave - o di un suo elemento specifico che non sarebbe stato ancora ben fissato - si ipotizza un dente, un mozzo o uno snodo non stabilizzato. Al momento non ci sono indagati. Il bilancio definitivo è di 5 morti e 3 feriti. Giani: "La Toscana si stringe nel dolore"

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È stato trovato e, in tarda serata, recuperato dalle squadre dei Vigili del fuoco il corpo dell'ultimo operaio disperso nel crollo nel cantiere del supermercato Esselunga a Firenze. Secondo quanto appreso, la salma è stata affidata all'autorità giudiziaria per l'identificazione e il riconoscimento. Un carro funebre della Misericordia ha portato i resti all'istituto di Medicina legale a Careggi dove ci sono le salme degli altri quattro lavoratori deceduti nel crollo del 16 febbraio. Con quest'ultimo ritrovamento, il bilancio definitivo è di cinque vittime e tre feriti. Intanto la procura di Firenze indaga su un cantiere con "diverse criticità". L'obiettivo è accertare cause e responsabilità del cedimento strutturale di via Mariti. Secondo il procuratore capo del capoluogo toscano, Filippo Spiezia, "il dato molto empirico che ci siamo fatti da un primo sopralluogo è che vi fossero diverse criticità, che abbiamo constatato nel momento in cui ci siamo portati nel cantiere". Al momento non ci sono indagati, ma il procuratore - mantenendo la linea del "massimo riserbo" sulle indagini - ha detto che gli uffici stanno per ricevere le prime relazioni dai vari organismi di polizia giudiziaria dopodiché potrebbero esserci le eventuali iscrizioni di garanzia. Domani sciopero di due ore a livello nazionale proclamato da Cgil e Uil, con le categorie degli edili e dei metalmeccanici.

La dinamica e le indagini

Sulla dinamica che ha causato il crollo della trave - o di un suo elemento specifico che non sarebbe stato ancora ben fissato - si ipotizza un dente, un mozzo o uno snodo non stabilizzato, ma "è prematuro, non possiamo dire nulla", ha affermato il procuratore. Spiezia ha rivendicato però che l'ufficio "ha adottato da subito tutte le iniziative per assicurare all'inchiesta immediatamente le principali fonti di prova" anche se "il lavoro di acquisizione di tutte le fonti non è ultimato però possiamo dire che abbiamo messo al riparo i principali dati probatori che ci serviranno per le ricostruzioni, anche di tipo tecnico". I documenti di cantiere e anche i progetti possono darsi per acquisiti (ci sono quelli depositati presso gli uffici comunali che danno i permessi a costruire), così come ci sarebbero già i verbali di primi testimoni - progettisti e tecnici - sentiti a sommarie informazioni. L'opera coinvolge decine di ditte nelle varie fasi di costruzione: tre quelle a cui appartenevano gli otto tra vittime e feriti. La polizia postale è andata a cercare documenti alla sede centrale della Rdb a Atri, in provincia di Teramo, l'industria che produce le travi prefabbricate che poi vengono montate per organizzare lo scheletro di edifici come questo a uso commerciale o industriale. Anche altre aziende hanno avuto richiesta di documenti da organismi investigativi.

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Quinto giorno di ricerche tra le macerie 

Durante il quinto giorno di ricerche nel cantiere è stato trovato l'ultimo degli otto operai travolti il 16 febbraio. Si tratta di Bouzekri Rachimi, 56 anni, marocchino. Il corpo è stato rinvenuto dopo 108 ore di ininterrotte ricerche da parte dei vigili del fuoco. Nel cantiere i vigili del fuoco hanno scavato con un piccolo mezzo fatto arrivare apposta per rimuovere il cemento in un'area circoscritta, dove il progetto prevedeva i posti auto nel sottosuolo. E alla sera del quinto giorno di ricerche il cadavere è stato infine trovato. Dall’inizio delle operazioni, oltre al comandante provinciale, il vice comandante vicario e ai vari funzionari del comando di Firenze, si sono alternate diverse centinaia di unità di vigili del fuoco con varie specializzazioni. 

L’identificazione delle vittime

La grande trave crollata è stata rimossa la notte tra domenica e lunedì. Si muoveva ancora ed è stata tolta. Resta sequestrata, è corpo di reato. Su quattro stranieri (quattro morti; la quinta vittima è l'italiano Luigi Coclite) due sono irregolari col permesso di soggiorno, ha confermato il procuratore rivelando un altro sforzo in atto negli accertamenti: quello sulle identificazioni delle salme. "C'è il problema di abbinare i nomi ai corpi - ha detto Spiezia - perciò è iniziata anche una complessa attività di identificazione su ciò che resta di questi poveri operai, avviata con l'ausilio di esperti e che richiede competenze specifiche, anche di tipo genetico perché questi corpi sono davvero in condizioni drammatiche".

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Il fratello di una vittima: "Accertare responsabilità"

"Aveva soltanto 19 anni quando era partito dalla Tunisia per venire in Italia. Ricordo quel giorno quando si lasciò alle spalle la nostra città, salutando i nostri genitori, era contento di partire, voleva un futuro diverso, s'imbarcò su quella nave e se ne andò, a quel tempo si poteva viaggiare liberamente tra una sponda e l'altra del Mediterraneo". A parlare, come riporta Il Corriere Fiorentino, è Sarhan, il fratello di Mohamed Toukabri, 54enne tunisino rimasto vittima del crollo. Seduto nel corridoio di Medicina legale, all'ospedale di Careggi, in attesa del riconoscimento della salma del fratello, Sarhan è arrivato da Napoli, dove vive e lavora come pizzaiolo, insieme a sua nipote Rim, la figlia della vittima. "Ancora non ci hanno fatto vedere il corpo, ci sono ancora le indagini in corso", dice. "Ho sentito mio fratello l'ultima volta una settimana fa, l'ho visto in videochiamata, mi ha detto che tra pochi giorni sarebbe venuto a Napoli a trovarmi - racconta Sarhan - In quella videochiamata mi disse che aveva trasferito pochi giorni prima 500 euro sul conto dei nostri genitori in Tunisia, mandava i soldi a casa di tanto in tanto e stavolta li aveva mandati per sostenere la nostra famiglia nel periodo del Ramadan". Lavorava duro tutti i giorni, aggiunge, "viveva a Bergamo, mi raccontava che partiva ogni mattina con un furgone guidato da altri per raggiungere il cantiere di Firenze, poi la sera tornava a casa, per poi ripartire la mattina dopo. Era un lavoro duro, così diceva, non guadagnava tanto, metà soldi glieli davano regolarmente, l'altra metà invece erano in nero". "È andato a trovare i nostri genitori a Natale dell'anno scorso, dopo 33 anni da quando era partito - ricorda ancora - È stato terribile informarli che mio fratello era sotto quelle macerie. Lui si impegnava tutti i giorni per lavorare duramente, non per andare a morire, non si può morire lavorando dentro un cantiere, ci sono senz'altro delle responsabilità che mi auguro siano accertate".

Un operaio: "Ho visto trave crollare ma tornerei"

"Venerdì eravamo a lavorare, ho visto" crollare la "trave. Se tutto è risultato sempre in regola? Sì, non abbiamo visto niente di strano. Se tornerei a lavorare qui? Sì. È normale che mentre si sta facendo una gettata di cemento ad un terzo piano sottoterra, in corrispondenza, ci siano altri operai che stanno lavorando? Sì, lavoriamo così. Eravamo" non vicini dal luogo della strage "ma quando abbiamo sentito quel rumore siamo scappati tutti". Lo racconta uno degli operai che venerdì si trovava a lavoro: ha detto di avere "28 anni e di provenire dall'Egitto". Il giovane, uscito all'esterno dell'area, ha anche detto ai cronisti: "Conoscevamo le vittime, sono arrivati 10 giorni fa. La nostra ditta si chiama Ancora" di Signa (Firenze), "lavoro qui da un anno. Pure il nostro capo adesso è qui. Come sto? Male".

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Le norme di sicurezza nel prossimo Cdm

Intanto al Consiglio dei ministri della prossima settimana si parlerà di nuove norme sulla sicurezza. I tecnici del governo ci stanno lavorando, ci vorrà tempo per metterle in pratica ma si parla di una stretta convinta, anche per dare un freno al far west dei subappalti dove è più alto il rischio di illegalità. La revisione della normativa riguarda il sommerso, i contratti di lavoro, la formazione alla safety. Resterebbero tuttavia al momento fuori dalle misure ipotizzate, il reato di omicidio sul lavoro e l'attivazione di una superprocura. 

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