Adolescenti, più di uno su 2 ha subito comportamenti lesivi e violenti nella coppia
Emerge da un’indagine di Save the Children sulla violenza di genere in adolescenza, realizzata in collaborazione con Ipsos e diffusa alla vigilia del giorno di San Valentino insieme alla campagna social #chiamalaviolenza. Per il 43%, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale, il modo di sottrarsi lo può trovare. Il 29% ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire o di comportarsi
- Più di un adolescente italiano su due - il 52% - dichiara di aver subìto, almeno una volta, comportamenti lesivi o violenti nella coppia. È quanto emerge da un’indagine di Save the Children sulla violenza di genere in adolescenza, realizzata in collaborazione con Ipsos e diffusa alla vigilia del giorno di San Valentino insieme alla campagna social #chiamalaviolenza
- Come vivono le relazioni sentimentali gli adolescenti? Quanto sono considerati normali comportamenti violenti e di controllo e quanto pesano gli stereotipi di genere? Come interpretano il consenso al rapporto sessuale? Il rapporto “Le ragazze stanno bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”, inoltre, contiene i risultati di un’indagine qualitativa realizzata grazie alla collaborazione col Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità e col supporto delle Unità di Servizio Sociale per Minorenni e gli Istituti Penali per Minorenni
- Più di 1 adolescente su 2 ha detto di aver subito comportamenti violenti in coppia. Come telefonate insistenti per sapere dove ci si trovava (34%); linguaggio violento, con grida e insulti (29%); ricatti per ottenere qualcosa che non si voleva fare (23%); ricevere con insistenza richieste di foto intime (20%); essere spaventato da atteggiamenti violenti (schiaffi, pugni, spinte, lanci di oggetti, 19%); condividere foto intime con altri senza consenso (15%). Il 47% ha detto di avere avuto, almeno una volta, questi comportamenti verso il/la partner
- Agli e alle adolescenti sono state poste domande sulle forme di controllo nella coppia. Il 65% dice di aver subìto dal partner almeno un comportamento di controllo, come la richiesta di non accettare contatti da qualcuno/a sui social (42%); non uscire più con delle persone (40%); poter controllare i profili sui social (39%); non vestirsi in un certo modo (32%); fino al sentirsi dire, in un momento di difficoltà, che il partner avrebbe commesso un gesto estremo facendosi del male (25%). Il 63% dice di aver praticato almeno uno di questi comportamenti
- Dal report emerge che il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia è un segno di amore. Per il 21%, poi, condividere la password dei social e dei dispositivi con il partner è una prova d'amore. Il 17% delle ragazze e dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto. Al 26% degli adolescenti che hanno o hanno avuto una relazione è capitato che il/la partner creasse un profilo social falso per controllarlo/a
- Per il 43% degli adolescenti, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale il modo di sottrarsi lo può trovare. La percentuale di chi lo dichiara è più alta tra i ragazzi (46%), ma è elevata anche tra le ragazze. Il 29%, poi, ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire o di comportarsi. Il 24% pensa che se una ragazza non dice chiaramente "no" vuol dire che è disponibile al rapporto sessuale (26% tra i ragazzi e 21% tra le ragazze)
- Il 21% (senza differenza tra ragazze e ragazzi) è molto o abbastanza d'accordo col fatto che una ragazza, anche sotto l'effetto di stupefacenti o alcol, sia in grado di acconsentire o meno ad avere un rapporto sessuale. Quanto al consenso, il 90% ritiene necessario chiederlo sempre anche all'interno di una relazione di coppia stabile. Ma il 36% ritiene di poter dare sempre per scontato il consenso della persona con cui si ha una relazione e il 48% ritiene che in una relazione intima sia difficile dire di no a un rapporto se richiesto dal/la partner
- Riguardo agli stereotipi di genere, il pianto, le capacità relazionali e di cura vengono chiaramente associate all’universo femminile. Quasi il 69% degli adolescenti pensa che le ragazze siano più predisposte a piangere dei ragazzi, il 64% che siano maggiormente in grado di esprimere le proprie emozioni, il 50% di prendersi cura in modo più attento delle persone. Il 39% degli adolescenti (maschi e femmine) ritiene che le ragazze siano più inclini a sacrificarsi per il bene della relazione, la percentuale sale al 51% proprio tra le ragazze
- Dal report emerge che nel caso in cui si dovesse subire una violenza fisica da parte del/la proprio/a partner la prima persona con cui se ne parlerebbe è la mamma (60% tra chi ne parlerebbe con qualcuno), poi il papà (43%) e le forze dell'ordine (26%). A seguire gli amici e le amiche, le sorelle e fratelli, il personale scolastico e i numeri di aiuto
- Lo stesso ordine di priorità si riscontra quando si chiede a chi ci si rivolgerebbe se si fosse spettatori di un episodio di violenza fisica che vede coinvolta una persona conosciuta aggredita dal/la partner. L'82% degli adolescenti è sicuro che ne parlerebbe con altri, a fronte di un 8% che probabilmente o sicuramente non ne parlerebbe e del restante 8% che si dichiara incerto
- Nella vita relazionale degli adolescenti le dimensioni online e offline sono intrecciate in modo indissolubile. Il 73% dichiara di aver stretto amicizia online con persone prima sconosciute, il 64% di aver usato i social per conoscere o avvicinarsi a una persona che piace. L’ambiente digitale è parte integrante anche delle relazioni intime. Il 28% ha scambiato video e/o foto intime con il/la partner o con persone verso le quali aveva un interesse (si sale al 40% tra chi ha avuto o è in una relazione)
- Uno su tre (33%) riporta di aver ricevuto foto/video a sfondo sessuale da amici/che o conoscenti, si sale al 37% se si considera solo la fascia 16-18 anni. Preoccupante il fatto che 1 adolescente su 10 dichiara di aver condiviso, almeno una volta, foto/video intimi della persona con cui aveva una relazione senza il suo consenso esplicito e che l’11% abbia subìto una condivisione di proprie foto intime senza aver dato il consenso
- Più della metà degli intervistati (54%) pensa che chi invia foto intime accetta sempre i rischi che corre, compreso quello che le foto possano essere condivise con altri. Il 34% pensa poi che se qualcuno/a ti invia le sue foto intime che non sono state richieste, è un segno che le/gli piaci. Il 27% degli adolescenti pensa infine che non ci sia nulla di male nel richiedere foto intime al/la partner anche più volte al giorno
- Emerge il dato positivo dell’interesse crescente verso le tematiche di genere (stereotipi, violenza e aspettative sociali). L’82% dice di essere molto o abbastanza interessato/a e il 58% sostiene che la sua sensibilità su questi temi è aumentata. La cerchia più ristretta (famiglia, scuola e amici) è il contesto privilegiato in cui parlarne. Occasioni di approfondimento sono anche film, serie e documentari (45%) e le trasmissioni tv (41%). Il numero verde Antiviolenza 1522 viene correttamente indicato solo dal 22% degli adolescenti
- “Preoccupa l’accettazione diffusa di forme di controllo tra le coppie di adolescenti, la tolleranza verso pratiche violente e la persistenza di stereotipi di genere. Considerare gelosia, possesso e controllo ingredienti accettabili e segni di amore in una relazione o attribuire una responsabilità alla vittima di una violenza sessuale per il modo in cui è vestita non possono essere considerati retaggi del passato, ma sono opinioni e comportamenti diffusi tra i giovani oggi”, dice Antonella Inverno, Responsabile Ricerca e Analisi di Save the Children