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Omicidio Alice Neri, processo a Mohamed Gaaloul: difesa chiede nullità rinvio a giudizio

Cronaca
©Ansa

La 32enne è stata trovata carbonizzata nella sua Ford Fiesta la notte del 18 novembre 2022 a Concordia sulla Secchia. Imputato è il 30enne tunisino arrestato in Francia, che risponde di omicidio volontario e distruzione di cadavere. “Anche se non possiamo processarlo per reati diversi da quelli per i quali è stato chiesto il mandato di arresto europeo, siamo nell’ambito del femminicidio”, dice la pm Natalini. La difesa ha presentato istanza di nullità del rinvio a giudizio: la Corte deciderà nella prossima udienza

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È partito in Corte di assise a Modena il processo per l'omicidio di Alice Neri, 32enne trovata carbonizzata nella sua Ford Fiesta la notte del 18 novembre 2022 a Concordia sulla Secchia. L’imputato è il 30enne tunisino Mohamed Gaaloul, arrestato a dicembre 2022 in Francia. Gaaloul risponde di omicidio volontario e distruzione di cadavere, reati per i quali si è chiesto il mandato di arresto europeo, mentre Parigi deve ancora esprimersi sull'estensione della consegna per violenza sessuale nei confronti di Neri, di tentata estorsione a un'altra donna e di cessione continuata di stupefacenti. La difesa ha presentato istanza di nullità del rinvio a giudizio: la Corte deciderà nella prossima udienza (il 21 febbraio).

La ricostruzione

Secondo le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dalla pm Claudia Natalini, l'uomo avrebbe ucciso Alice Neri a coltellate, distruggendo il cadavere, mettendolo nel vano bagagli dell'auto della donna e dandovi fuoco. La vittima aveva passato la serata con un collega di lavoro in un bar, dove poi avrebbe incontrato Gaaloul. I due non si conoscevano prima. La Procura di Modena non ha dubbi: l'unico responsabile dell'omicidio e della soppressione del cadavere sarebbe Gaaloul, che si è sempre detto innocente. Nonostante il processo non possa basarsi sul reato di femminicidio (in quanto manca l’ok della Francia), per la pm Claudia Natalini, titolare del fascicolo insieme a Giuseppe Amara, non ci sono dubbi: “A undici metri dall’auto bruciata viene trovata la spallina del reggiseno di Alice. È notte, è freddo. Nell’originaria chiusura delle indagini era contestata l’aggressione a scopo sessuale eliminata per principio di specialità: non puoi processare una persona per un reato diverso rispetto a quello per cui la persona è stata estradata, ovvero omicidio e distruzione di cadavere. Finché la Francia non darà l’ok è un reato per cui non possiamo procedere ma siamo nell’ambito del cosiddetto femminicidio”.

La posizione della difesa

L'avvocato Roberto Ghini, che rappresenta Mohamed Gaaloul, ha chiesto alla Corte di assise di Modena di annullare il decreto di citazione a giudizio, a causa della nullità dell'interrogatorio del suo assistito. Lo stesso difensore ha anche sollevato un'eccezione relativa agli atti contenuti nel fascicolo del dibattimento, di cui ha chiesto lo stralcio. Su quest'ultimo punto si sono opposti sia i pm Giuseppe Amara e Claudia Natalini che l'avvocato Cosimo Zaccaria, che rappresenta la madre della vittima. Sullìistanza di nullità la Corte deciderà nella prossima udienza: le parti si ritroveranno il 21 febbraio alle 11. In vista di quella data l'avvocato Ghini ha annunciato che chiederà tre nuove perizie: l'esame di alcuni frammenti trovati nei pressi dell'auto su cui ci sarebbero tracce rosse, un esame di un circuito elettronico e poi un accertamento su come è bruciata la vettura. "Non è vero - ha detto - che le fiamme sono state innescate da olio, ma con benzina e questo cambia radicalmente la dinamica dei fatti di quella tragica sera". 

La costituzione di parti civili

Il processo, dove non sono consentite foto e riprese, è iniziato oggi tra le polemiche per gli spazi angusti dell'aula inizialmente scelta per il dibattimento, a cui ha fatto seguito lo spostamento in aula 5, ovvero nell’ex cinema di via Gherarda. La presidente della Corte Ester Russo ha ammesso come parti civili la madre, il fratello, il marito e la figlia della vittima, oltre che l’Udi (Unione donne italiane) e la Casa delle donne. L’approvazione di quest’ultime è stata discussa dall’avvocato dell’imputato, che ha evidenziato come il processo non fosse per femminicidio. "Siamo contente di essere qui. La parola d'ordine per noi è 'per ogni donna offesa siamo tutte parte lesa' che è la ragione fondamentale per cui chiediamo di costituirci parte civile. Ogni volta che viene commessa una violenza contro una donna, questa cosa espone tutte e di nuovo", ha dichiarato Serena Ballista, presidente Unione donne italiane di Modena. Non è stata invece ammessa la costituzione della associazione La Caramella Buona, perché da statuto la lotta principale portata avanti è contro la pedofilia.

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