Roma, caos nel Cpr di Ponte Galeria dopo suicidio di un 22enne: sassi contro il personale
CronacaCirca 60 ospiti hanno provato a sfondare una porta in ferro e hanno tentato di incendiare un’auto. Le forze dell'ordine sono così intervenute per placare le protese, anche con il lancio di lacrimogeni. Feriti due carabinieri e un militare dell'Esercito, trasportato in ospedale in codice giallo. Il giovane ha lasciato una scritta sul muro: "Se morissi vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa". La garante dei detenuti di Roma: "Questi posti disumani vanno chiusi"
Si è scatenato il caos nel Centro di permanenza per il rimpatrio di via Cesare Chiodi a Ponte Galeria, Roma, dopo che intorno alle 6 di oggi un 22enne originario della Guinea è stato trovato morto suicida. Una sessantina di ospiti hanno provato a sfondare una porta in ferro, hanno lanciato sassi e indumenti incendiati contro il personale della struttura e le forze dell'ordine e hanno tentato di dar fuoco a un’auto. Per placare le proteste la polizia è intervenuta anche con il lancio di lacrimogeni. Due carabinieri e un militare dell'Esercito sono rimasti lievemente feriti e sono stati trasportati in ospedale per precauzione. Duri i commenti della garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone, che dopo il suicidio ha fatto visita al Cpr: "Non c'è bisogno di aspettare le indagini per poter dire che luoghi come Ponte Galeria sono totalmente disumani. Non c'era bisogno di aspettare la morte di un giovane ragazzo per dire che questi posti vanno chiusi", scrive in un post.
Cosa è successo
Il giovane è stato trovato impiccato con un lenzuolo a una grata. Gli altri ospiti del Centro lo hanno liberato e poi è stato portato in infermeria dove i soccorritori hanno effettuato le manovre di rianimazione in attesa dell'ambulanza. All'arrivo del medico era però già deceduto. Il ragazzo era arrivato qualche giorno fa dal Cpr di Trapani, dove era entrato lo scorso ottobre. Lo ha fatto sapere il deputato e segretario di +Europa Riccardo Magi dopo una visita alla struttura romana, insieme alla garante dei detenuti e alla senatrice dem Cecilia D'Elia. Gli operatori gli hanno riferito che “venerdì era stato visto disperato” e che “piangeva, riferiva che voleva tornare nel suo Paese perché aveva lì due fratelli piccoli di cui occuparsi, altrimenti avrebbero sofferto la fame”.
Il messaggio del ragazzo
Il ragazzo ha lasciato su un muro “un ritratto di sé stesso, con sotto un testo in cui ha scritto che non resisteva più e sperava che la sua anima avrebbe risposato in pace”, ha detto Magi. "Se morissi vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa, mia madre ne sarebbe lieta" è la scritta in francese lasciata sul muro, probabilmente con un mozzicone di sigaretta. In un altro passaggio si legge: "I militari italiani non capiscono nulla a parte il denaro. L'Africa mi manca molto e anche mia madre, non deve piangere per me. Pace alla mia anima, che io possa riposare in pace".
Magi: "Cpr peggio del carcere, governo venga a vedere"
Magi ha poi parlato di “una fase di protesta molto forte” scoppiata nelle scorse ore nel Cpr. “I detenuti ci hanno parlato delle condizioni infernali che si vivono in questo centro, da un punto di vista sanitario, d'igiene e di alimentazione. Molti compiono atti di autolesionismo: quello che è più frequente è che si fratturano gli arti, le caviglie o le gambe, in modo da essere portati via per essere medicati". Definendo i Cpr “luoghi di afflizione peggiori di un carcere”, chiede al governo “di entrarci in questi luoghi, di vederli e di andare verso un superamento e una chiusura”. La senatrice Cecilia D'Elia sul Centro: "L'avevamo già visitato a fine luglio e avevamo denunciato le condizioni terribili. L'episodio di questo ragazzo suicida deve mettere la parola fine su questo Cpr".
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Le reazioni delle opposizioni
Molti esponenti delle opposizioni hanno commentato la vicenda, criticando il sistema dei Cpr. Così ha fatto ad esempio il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che parla di "luoghi terribili di degrado dove viene calpestata la dignità delle persone" e chiede al governo di chiudere "questi veri e propri lager". Sottolineando che "la magistratura ha finalmente aperto decine di inchieste, con arresti di persecutori e con il sequestro di aziende di approfittatori", definisce "i continui morti e i suicidi in questi luoghi di carcerazione" come "una macchia sul nostro Paese". Dello stesso avviso Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera: "I Cpr costringono essere umani a vivere in condizioni disperate, saranno sempre fonte di disordini e drammi. Mentre il Governo Meloni li apre in Albania, al riparo dalla nostra stampa e lontano dall'opinione pubblica, noi diciamo che i Centri di permanenza per il rimpatrio vanno chiusi".