Santa Maria Capua Vetere, rientrati disordini all'interno del penitenziario

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A riferirlo attraverso un comunicato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria: "Apprendiamo che, grazie alla professionalità e all'inventiva del Reparto del Corpo di polizia penitenziaria e al tempestivo intervento del magistrato di sorveglianza, sono rientrati, dopo alcune ore, i gravissimi disordini di oggi pomeriggio presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere"

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Momenti di panico presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta questo pomeriggio, dove, secondo quanto reso noto attraverso un comunicato da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria: "Detenuti avrebbero asserragliato alcune sezioni detentive dopo averle vandalizzate e, sembrerebbe, aver temporaneamente trattenuto un paio di operatori del corpo di polizia penitenziaria. I disordini sarebbero da qualificare come vera e propria rivolta e interesserebbero l'intero reparto Volturno con circa 250 detenuti presenti". Dopo alcune ore la situazione è rientrata come comunicato dallo stesso segretario: "Apprendiamo che, grazie alla professionalità e all'inventiva del Reparto del Corpo di polizia penitenziaria e al tempestivo intervento del magistrato di sorveglianza, sono rientrati, dopo alcune ore, i gravissimi disordini di oggi pomeriggio presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere".

De Fazio: "Serve un decreto carceri per affrontare l'emergenza"

"In questi minuti - riferisce De Fazio - la Polizia penitenziaria è intervenuta per ripristinare l'ordine, anche con unità libere dal servizio e appositamente richiamate, e sul posto sono accorse varie autorità. Nella speranza, per quanto abbastanza utopistica, che alla fine di tutto i danni siano solo materiali, ribadiamo che non bastano le parole e i buoni propositi", sottolinea ancora nella nota il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. "Bisogna passare ai provvedimenti concreti. Servono - spiega - subito un decreto carceri che affronti l'emergenza deflazionando la densità detentiva e rinforzando tangibilmente gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18mila unità, e un progetto di riforma complessiva del sistema d'esecuzione penale, con anche la reingegnerizzazione del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Lo ribadiamo, il resto rischia di essere solo un palliativo, se non addirittura un placebo", conclude De Fazio.

Il furogne della polizia penitenziaria di Bergamo che trasporta Massimo Bossetti arriva in tribunale per l'udienza del processo per l'omicidio di Yara Gambirasio, Bergamo, 3 luglio 2015. ANSA/PAOLO MAGNI

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