Strage di Fidene, a giudizio Claudio Campiti. L'Avvocatura chiede "non luogo a procedere"

Cronaca
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All'uomo che ha sparato e ucciso quattro donne nel corso di una riunione di condominio vengono contestati l'omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e il tentato omicidio di altre cinque persone. Lo Stato è chiamato a rispondere dei risarcimenti nei confronti delle vittime per omessa vigilanza

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Il gup di Roma ha rinviato a giudizio il 58enne Claudio Campiti per la strage avvenuta l'11 dicembre 2022 durante una riunione di condominio nel quartiere di Fidene della Capitale, in cui morirono quattro donne. Il pm Giovanni Musarò gli contesta le accuse di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, tentato omicidio di altre cinque persone sedute al tavolo del Consiglio di amministrazione del consorzio e di lesioni personali derivate dal trauma psicologico subìto dai sopravvissuti. Giallo sull'intervento dell'Avvocatura dello Stato: secondo quanto riferito da altri avvocati di parte civile, nel corso del suo intervento avrebbe chiesto il "non luogo a procedere" per l'imputato. Il processo è stato fissato per il 5 febbraio 2024 davanti alla prima Corte d'Assise.

Cosa è successo

Secondo l'accusa, Campiti "dopo aver fatto ingresso all'interno del gazebo del bar dove era in corso un'assemblea del consorzio Valleverde, impugnando una pistola Glock si dirigeva direttamente verso il tavolo dietro cui erano seduti i componenti del Consiglio di amministrazione del consorzio e i revisori contabili". Dopo aver detto "Vi ammazzo tutti", Campiti ha sparato "all'indirizzo di Sabina Sperandio, Nicoletta Golisano e Fabiana De Angelis colpendole in punti vitali" e uccidendole sul colpo. La quarta donna, Elisabetta Silenzi, è morta qualche giorno dopo per le ferite riportate.

La premeditazione

Secondo l'accusa, si tratta di un omicidio premeditato nei primi giorni di novembre 2022, dopo che Campiti aveva ricevuto la convocazione dell'assemblea. Stando a quanto accertato dai carabinieri, l'imputato ha rubato l'arma a un poligono di tiro di Tor di Quinto. Nell'ordinanza cautalare si parla di un "piano omicidiario organizzato nei dettagli" con un movente da ricondurre a un contenzioso "con il consorzio Valleverde che durava da diversi anni.

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L'Avvocatura chiede il "non luogo a procedere"

Nel procedimento compariranno come responsabili civili, per omessa vigilanza, il ministero degli Interni, quello della Difesa e anche il poligono di tiro dove Campiti prese la pistola. Lo Stato è chiamato a rispondere dei risarcimenti nei confronti delle vittime, e attraverso l'Avvocatura chiede il "non luogo a procedere" per l'imputato. "Una sorta di corto-circuito tra pm, che rappresenta la pubblica accusa e ha chiesto il rinvio a giudizio, e l'Avvocatura dello Stato, che rappresenta i ministeri della Difesa e dell'Interno chiamati come responsabili civili - ha affermato l'avvocato Massimiliano Gabrielli, uno dei legali di parte civile nel processo per la strage di Fidene -. Davvero inaccettabile per i familiari e che grida vendetta dal punto di vista morale. Come dire: se devo pagare i danni allora assolvetelo!". E aggiunge: "Basti pensare che neanche il difensore ha fatto una richiesta così sfrontata, limitandosi a chiedere il rinvio del suo cliente, un reo confesso, davanti alla corte d'assise di Roma per essere giudicato".

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