Giulia Cecchettin, Gip: da Turetta inaudita ferocia. Germania: consegna "in alcuni giorni"
CronacaNell'ordinanza con cui è stato disposto l'arresto, poi diventato mandato europeo di cattura, il ragazzo viene definito "imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all'insegna di un'apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato". L’ex fidanzato della vittima è al momento nel carcere di Halle: l'accusa è di omicidio volontario, ma si indaga sugli elementi a sostegno della premeditazione
La Procura tedesca ha fatto sapere che Filippo Turetta, accusato di aver ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin prima di fuggire in Germania, potrebbe essere consegnato all’Italia "in alcuni giorni", dopo la richiesta di estradizione fatta dal nostro Paese. Intanto, emergono dettagli sull'ordinanza - poi diventata mandato europeo di cattura - con cui la gip di Venezia Benedetta Vitolo ha disposto l'arresto del ragazzo: si legge che il giovane appare "imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all'insegna di un'apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato". "Chiedo perdono. Mio figlio Filippo dovrà pagare per quello che ha fatto", ha scritto il padre di Filippo Turetta al papà di Giulia Cecchettin. Il ragazzo, ex fidanzato della giovane, è al momento nel carcere di Halle: l'accusa è di omicidio volontario, ma si indaga sugli elementi a sostegno della premeditazione. Per oggi il ministro dell’Istruzione Valditara ha chiesto un minuto di silenzio in tutti gli istituti scolastici d'Italia per le donne vittime di violenze, ma i movimenti studenteschi chiamano a "una giornata di rabbia contro ogni femminicidio".
Procura tedesca: consegna “in alcuni giorni”
Filippo Turetta si trova nel carcere di Halle. A essere competente è la Procura generale di Naumburg. Il procuratore generale Klaus Tewes, parlando con l’Ansa, ha spiegato che "il tribunale di prima istanza di Halle ha emesso un ordine di detenzione, sulla base del quale l'imputato è stato collocato nel centro di detenzione di Halle, e ora la Procura generale ha richiesto all'Oberlandesgericht", una sorte di Corte d'appello detta anche Tribunale superiore regionale, "il recepimento del mandato di arresto" europeo. Questo avverrà "nei prossimi giorni, presumo, e poi tutto si svolgerà normalmente. Mi aspetto che, se la Corte d'appello deciderà in base alla nostra richiesta, l'imputato sarà estradato in Italia tra pochi giorni", ha aggiunto.
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Tornando all'ordinanza del gip, si legge: "Turetta con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo". Elementi idonei "a fondare un giudizio di estrema pericolosità e desta allarme" dato che "i femminicidi sono all'ordine del giorno". Il giovane appare "imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all'insegna di un'apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato", si evidenzia nel provvedimento. Nell'ordinanza si legge che il nastro adesivo, sequestrato dai carabinieri accanto alla traccia di sangue trovata nella zona industriale di Fossò, è stato "applicato" da Turetta "probabilmente per impedire" alla ragazza "di gridare". Secondo la ricostruzione fatta dal gip nella prima ordinanza per tentato omicidio, Giulia Cecchettin sarebbe stata accoltellata la prima volta da Filippo Turetta mentre si trovava alle 23.15 di sabato 11 novembre nel parcheggio davanti alla sua casa a Vigonovo. Poi, dopo averla immobilizzata probabilmente con del nastro adesivo, il ragazzo avrebbe spinto l'ex fidanzata in auto e raggiunto in pochi minuti la zona industriale di Fossò dove l'avrebbe aggredita nuovamente, mentre lei tentava una fuga, uccidendola.
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La ricostruzione dell'ordinanza
L'ordinanza del gip ricostruisce quanto accaduto la sera dell'11 novembre scorso quando, dopo una serata passata insieme a scegliere il vestito per l'imminente laurea, i due litigano nel parcheggio di via Aldo Moro, a circa 150 metri dalla casa della vittima. Qui la ragazza "viene aggredita con ripetuti calci mentre si trovava a terra, tanto da farle gridare 'mi fai male' invocando contestualmente aiuto", quindi costretta a risalire in auto e a continuare quel viaggio fino alla zona industriale, circa 4 chilometri che si percorro in auto in sei minuti. I due ex fidanzati alle 22.45 sono ancora al centro commerciale a Marghera, alle 23.18 un testimone riferisce l'aggressione nel parcheggio sotto casa e le urla. Alle 23.29 la Fiat Punto attraversa la zona industriale di Fossò, due minuti dopo viene catturata da una telecamera in una delle strade dell'area ricca di stabilimenti: le immagine del sistema di videosorveglianza di due ditte vengono sequestrate e alcune permettono di accertare quanto accaduto. Le lancette indicano le ore 23.40 quando una persona fugge lungo via Ia strada della zona industriale, in direzione viale dell'Industria, e viene inseguita da un'altra "più veloce, che la raggiunge e la scaraventa a terra". Per la spinta la sagoma "cade violentemente a terra, all'altezza del marciapiede, e dopo pochi istanti non dà segno di muoversi". Dalle immagini della ditta (ore 23.40 e 39 secondi) si vede "che il soggetto che insegue è vistosamente più alto del soggetto inseguito" dato compatibile per Giulia (circa 1,60) e Filippo (188 centimetri d'altezza).
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Le indagini
Per ricostruire con precisione cosa sia accaduto a Giulia ai magistrati della Procura di Venezia servono l'esito dell'esame autoptico e gli accertamenti tecnici sui tanti reperti - un coltello spezzato, la Fiat Punto dell'indagato, le macchie di sangue - raccolti dai Carabinieri. Soprattutto, serve la versione del presunto assassino, Filippo Turetta. I tempi perché arrivi in Italia non saranno brevi: le procedure previste, come la traduzione in tedesco dell'ordinanza di custodia cautelare, fanno slittare almeno a giovedì la possibilità della prima udienza in carcere. L'estradizione di Turetta non avverrà in pochi giorni: sono diverse le pratiche da espletare nel carteggio tra gli uffici giudiziari dei due Paesi. Il capo d'imputazione, dopo il ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin, è stato infatti riformulato: dall'iniziale tentato omicidio a omicidio volontario e la misura cautelare per la quale Turetta si è presentato in udienza in Germania dovrà essere ri-notificata ed è su questo mandato per omicidio volontario che il giovane dovrà esprimere l'accettazione all'estradizione.
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L'amica di Giulia: "La gelosia di Filippo era ossessiva"
"Giulia usciva ancora con Filippo perché era piena di sensi di colpa. Lui la teneva avvinghiata così. Le diceva che senza di lei la sua vita non aveva più senso. E Giulia, che era molto buona, si sentiva in colpa", racconta oggi in un'intervista a Il Corriere della Sera, un'amica ed ex compagna di classe di Giulia Cecchettin. "Già la prima volta si erano lasciati a causa della gelosia ossessiva di Filippo ma lui nei mesi successivi le aveva promesso che sarebbe cambiato. 'Torniamo insieme sarò diverso', le aveva detto" ha proseguito l'amica spiegando: "Lui le faceva continuamente promesse, cercava di riavvicinarla. Lei dopo averlo lasciato ad agosto lo incontrava perché così pensava di alleviare la sua sofferenza ma la sua gelosia ossessiva tornava sempre. E in modo sempre più intenso".
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"Per Giulia facciamo rumore": liceali contro minuto silenzio
Centinaia di studenti riversati nei cortili dei licei romani fanno "rumore" per Giulia e per ogni vittima di femminicidio. Al Manara, al Morgagni, all'Orazio e al Tasso, così come al Farnesina, al Virgilio, al Talete e al Mamiani e in molti altri licei gli studenti si oppongono al minuto di silenzio del ministro Valditara. "Nelle aule, nei corridoi, diciamo no a un silenzio assordante. Bruciamo tutto. Fate rumore con ciò che potete", è l''appello degli studenti. Con chiavi, megafoni, applausi, fischi e colpi sui banchi, gli studenti della Capitale si stanno mobilitando contro la "società patriarcale. Per Giulia, per tutte, bruciate tutto. Siamo il grido di chi non c'è più. Mai più vittime"