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Ragazzi scomparsi, trovato il corpo di Giulia Cecchettin vicino al lago di Barcis

Cronaca
©Ansa

A una settimana dalla scomparsa dei due ex fidanzati, il cadavere della ragazza è stato trovato in un canalone in località Pian delle more, in provincia di Pordenone. Secondo quanto si apprende, sarebbe stata uccisa da svariate coltellate che l'hanno colpita alla testa e al collo. Intanto è confermato il passaggio domenica della Fiat Punto di Filippo Turetta in Austria. "Filippo, consegnati alle forze dell'ordine", è l'appello che la famiglia Turetta ha lanciato attraverso il legale Emanuele Compagno

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Il corpo senza vita di Giulia Cecchettin è stato ritrovato nella zona del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. La ragazza era scomparsa nella notte tra sabato e domenica scorsi insieme all'ex fidanzato Filippo Turetta. Il cadavere della giovane è stato scoperto dopo sette giorni di ricerche: dall'ispezione cadaverica esterna è emerso che la ragazza sarebbe stata uccisa da svariate coltellate che l'hanno colpita alla testa e al collo e presenterebbe numerose ferite da difesa alle mani e alle braccia. Ancora non si sa nulla invece del 22enne: la Punto nera è stata localizzata in Austria nella giornata di domenica 12 novembre, precisano fonti investigative sottolineando che l'auto è stata immortalata dai sistemi di controllo stradale a Lienz, nel Tirolo orientale, ma anche in Carinzia. Non ci sarebbero invece, per il momento, elementi che provino il suo ritorno in Italia. Ieri il ragazzo, ex fidanzato della studentessa di Vigonovo, era stato iscritto nel registro degli indagati per tentato omicidio dopo che è stato trovato un video, ripreso sabato notte nella zona industriale di Fossò, in cui colpisce la ragazza, mentre i due litigano in macchina. Poi nel filmato si vede Giulia Cecchettin che cerca di scappare, lui che la rincorre e la colpisce ancora, fino a farla stramazzare a terra. Alla fine del video, la giovane è sanguinante e Filippo Turetta la carica di peso in auto. La Procura di Venezia ha così iscritto Turetta nel registro delle indagini, disposto una perquisizione - durata tre ore e mezza - nella sua casa di famiglia a Torreglia, in provincia di Padova, e diramato un avviso di ricerca anche a livello internazionale. Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi: "L'invito" che rivolgo a Turetta è quello di ''non continuare in questa fuga verso l'Austria, si costituisca''. In segno di "cordoglio, rispetto e partecipazione al profondo dolore dei familiari" il sindaco di Vigonovo, Luca Martello, ha proclamato il lutto cittadino oggi e domani, in attesa che sia stabilita la data della cerimonia funebre. Una fiaccolata per Giulia si terrà domani sera a Vigonovo, organizzata dal comune veneziano e dal quello di Saonara (Padova), da cui proviene la famiglia Cecchettin.

Il ritrovamento del cadavere

Dopo sette giorni di ricerche, è stato quindi trovato il corpo della ragazza: era in un canalone lungo la strada che dal lago di Barcis conduce alla stazione turistica di Piancavallo (Pordenone), in località Pian delle more. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, Turetta avrebbe abbandonato Giulia sul bordo della strada e l'avrebbe lasciata rotolare lungo un dirupo per una cinquantina di metri, fino a quando il corpo si è fermato nel canalone. Le operazioni di recupero del corpo sono terminate intorno alle 21. Nelle prossime ore verrà dato l'incarico per l'autopsia che probabilmente coinvolgerà entrambi i medici legali che oggi hanno, appunto, operato sul posto eseguito le fasi del recupero.

La svolta con le telecamere di Piancavallo

La svolta nelle indagini è arrivata giovedì mattina in maniera del tutto casuale, quando la telecamera che registra il passaggio dei veicoli all'ingresso dell'area turistica di Piancavallo è stata riaccesa dopo quattro giorni in cui non era operativa per manutenzione. Il software aveva tuttavia continuato a registrare i passaggi, pur senza trasmetterli al sistema operativo. Alla riaccensione, dunque, è scattato l'alert per il transito dell'automobile di Turetta. Trattandosi di una zona completamente periferica e per la quale il ragazzo aveva fatto una deviazione anomala rispetto al successivo rilevamento, alla diga del Vajont, gli investigatori hanno immediatamente iniziato a battere palmo a palmo i dodici chilometri di strada che separano Piancavallo dal lago di Barcis, dove già si era concentrata l'attenzione dei carabinieri. Vigili del fuoco, carabinieri e una settantina di volontari della Protezione civile si erano suddivisi gli incarichi con cani molecolari, squadre speleo-alpino-fluviali e sommozzatori pronti a entrare in azione. Utilizzati anche un elicottero dei pompieri e dei droni.

L'appello della famiglia Turetta a Filippo: "Consegnati"

"Filippo, consegnati alle forze dell'ordine, così puoi spiegare cos'è successo". È l'appello che la famiglia Turetta ha lanciato attraverso il legale, Emanuele Compagno, al figlio in fuga da 7 giorni. "Quando ho detto ai Turetta del ritrovamento del corpo di Giulia gli è crollato loro il mondo addosso", ha aggiunto l'avvocato sottolineando che i familiari hanno espresso vicinanza alla famiglia di Giulia. "Sono molto scossi e provati. È un dramma che non si aspettavano, non avrebbero mai immaginato queste accuse nei confronti del figlio". Cosa sia accaduto, ha poi aggiunto il legale a La vita in diretta, i genitori "non se lo sanno spiegare. Io gliel'ho chiesto, conoscendo il ragazzo cosa presumono possa essere successo nella sua testa, però loro non si sanno spiegare, e sono totalmente increduli". "Dicono: 'il nostro Filippo noi l'abbiamo conosciuto per un ragazzo totalmente diverso rispetto a quello che può emergere da questo episodio' - ha riferito Compagno - e non riconoscono nemmeno in questo comportamento nulla che possa essere in qualche maniera avvicinabile a Filippo, a quello che avevano sempre conosciuto". Compagno ha infine ribadito che in vista della laurea di Giulia, Filippo "non viveva questa laurea con apprensione, con paura".

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Giulia Cecchettin, la mappa della fuga di Filippo Turetta

Il luogo dov'è stato trovato il corpo di Giulia Cecchettin - ©Ansa

Le reazioni

"Rest In Power. I love you", ha scritto sul suo profilo Instagram Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, dopo il ritrovamento del corpo. Accanto al messaggio, anche un selfie in bianco e nero delle due sorelle. Poi, in una stories, ha scritto “È stato il vostro bravo ragazzo", condividendo un post della scrittrice Valeria Fonte. "Per te bruceremo tutto", si legge in un’altra stories. L'avvocato Stefano Tigani, che con l'associazione Penelope sta assistendo la famiglia della giovane, davanti alla villetta dei Cecchettin ha dichiarato: "Adesso è il momento del dolore e di stringersi attorno alla famiglia. Il lavoro degli investigatori ha portato intanto a ritrovare Giulia. Ora è anche il momento di individuare le responsabilità e le dinamiche di questa vicenda, per le quali ci affidiamo ancora alle forze dell'ordine".

Meloni: notizia straziante, sia fatta piena luce

La premier Giorgia Meloni su Facebook ha scritto: "Ho seguito con apprensione gli aggiornamenti sul caso e, fino alla fine, ho sperato in un epilogo diverso. Il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia è una notizia straziante. Ci stringiamo al dolore dei suoi familiari e di tutti i suoi cari. Mi auguro sia fatta presto piena luce su questo dramma inconcepibile. Riposa in pace". Sui social il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha invece commentato: "L'epilogo peggiore a una vicenda che ha tenuto l'Italia intera col fiato sospeso per una settimana. Mi stringo al papà e ai familiari di Giulia, ai suoi amici e a coloro che le erano vicini. Un segnale di vicinanza anche alla famiglia di Filippo Turetta, che in queste ore deve affrontare una tragica realtà. E una preghiera per Giulia, con tutto il cuore".

Semenzato (Commissione femminicidi): "Visiterò la famiglia"

Martina Semenzato, presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio e sulle violenze di genere, ha fatto sapere all'Adnkronos che domani dovrebbe "andare a trovare la famiglia di Giulia Cecchettin". L'intenzione è quella di portare la vicinanza delle istituzioni alla famiglia "prima come donna poi come presidente della Commissione e da parte di tutti i membri della Commissione".

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Le indagini

Il fascicolo, aperto inizialmente per scomparsa di persona, ieri si è tramutato in un'inchiesta per tentato omicidio, aggravato perché commesso dal sospettato verso una ragazza con la quale aveva un legame affettivo. E ora probabilmente l'accusa cambierà ancora. La preoccupazione sul destino di Giulia Cecchettin stava crescendo da giorni. Si sapeva che le perlustrazioni, mai interrotte, lungo i fiumi e i corsi d'acqua di mezzo Nordest erano ormai mirate a ritrovare un corpo. Molto probabilmente perché gli investigatori erano già in possesso del video delle telecamere di videosorveglianza dello stabilimento della Dior a Fossò, 6 chilometri da Vigonovo, casa dei Cecchettin, in una strada vicino alla quale sabato notte una cella telefonica aveva agganciato il cellulare di Turetta e dove erano state trovate macchie di sangue e tracce di capelli. Inoltre, dopo il primo ritratto di un Filippo Turetta che mai avrebbe potuto rappresentare un pericolo per Giulia, nel corso dei giorni sono emerse altre testimonianze che invece queste preoccupazioni le avevano colte. "Giulia aveva confidato alle amiche di aver avuto paura di Filippo in varie occasioni, ma a me non aveva detto nulla", ha raccontato la sorella Elena.

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